LEZIONE 8 – 13 GENNAIO 2022
domenica 22 maggio 2022
A scuola è d'obbligo la relazione positiva e la didattica differenziata. Parte VIII
LEZIONE 8 – 13 GENNAIO 2022
venerdì 13 maggio 2022
Quando all'insegnante arrivano i capelli bianchi
Una dirigente scolastica un giorno mi disse che come insegnante quello che più l'ha fatta soffrire è stato subire insulti da parte degli studenti, soprattutto a fine carriera. “Sei una babbiona”, è l'insulto più frequente quando si arriva ad avere qualche capello bianco. Ma gli insulti iniziano molto prima dell'arrivo dei capelli bianchi. Schernire l'insegnante è pratica, e a volte prassi frequente, fin dalle prime classi delle scuole primarie. Non fare ciò che l’insegnante dice deridendola, è anche questa cosa abbastanza frequente. E non c'è bisogno di essere avanti con l’età, basta essere. E questo più o meno tutti i giorni. Questo perché qualche famiglia non crede nell'amore dei propri figli e nel rispetto che si può avere solo se i ragazzi, i bambini, sono abituati ad averlo, a vederlo e a sentirlo come proprio.
Perciò sì, sono ancora dalla parte degli studenti, ma consapevole che ci sono molte brutte famiglie e che i docenti, fortunatamente, sanno quali sono.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
© Tutti i diritti riservati
Il libro è acquistabile sul nostro sito o su Amazon
lunedì 25 aprile 2022
Facilitatori e barriere a scuola: come ostacoliamo i nostri bambini. Parte VII
La settima lezione del mio corso di pedagogia proseguiva il discorso sul PEI iniziato nella lezione precedente, affrontando l'argomento dei facilitatori e delle barriere.
Per facilitatori e barriere si intendono, in ambito scolastico, tutti quegli elementi capaci di favorire o inibire l’apprendimento, la partecipazione e il benessere dello studente. Di ogni studente, sia esso portatore di un qualsiasi handicap o con funzionamento normale.
sabato 9 aprile 2022
Il diritto di sbagliare, il bisogno di riparare
Ti rispondono che si può cancellare e che, se non si può, lo si può eliminare facendo uno scarabocchio, oscurando completamente l'errore affinché non si comprenda più cosa si è sbagliato. Deve sparire, non deve essere visibile. Non deve esistere.
Mamma me lo fa rifare fino a quando non è perfetto.
A Mamma non piacciono le cancellature.
A Mamma non piacciono i pasticci sul quaderno, mi strappa il foglio.
La maestra che c’era prima non voleva pasticci.
La maestra che c’era prima me lo faceva cancellare.
E tu resti senza parole per questi bambini che non possono sbagliare, che devono essere perfetti fin da piccolissimi, che devono sapere tutto prima che la maestra lo proponga in classe. Eccoli lì i bambini insicuri o i capricciosi o gli aggressivi o i presuntuosi che tutto sanno perché niente sbagliano o niente possono sbagliare. Eccoli lì i piccoli adultizzati, incapaci di essere bambini, ma convinti di essere perfetti.
Chi sa fa, chi non sa insegna. E guarda un po’, la maggior parte degli adulti vuole insegnare…
Dr.ssa Tiziana Cristofari
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domenica 27 marzo 2022
ICF, PEI, inclusione... e quello che non fa la scuola! Parte VI
LEZIONE 6 – 23 DICEMBRE 2021
La mia docente aveva introdotto le lezioni sul PEI avvisandoci che l'argomento sarebbe stato più noioso del solito. Io però non sono riuscita ad annoiarmi, anzi ho trovato il primo dei tre incontri previsti eccezionalmente interessante, perché mi è sembrato un punto di raccordo di molti degli argomenti trattati finora, e perché mi ha fornito illuminanti spiegazioni a tante avventure-disavventure scolastiche mie e dei miei figli. Ho capito ad esempio da dove viene la risposta delle insegnanti del mio ragazzo che, quando Filippo frequentava la prima elementare, mi dissero convinte che la scuola doveva omologare i bambini: direttamente dal secolo scorso! Da quel modello medico-individuale che considera l'organismo alla stregua di una macchina che, se presenta anomalie, va riparata, e l'intervento educativo come uno strumento teso a normalizzare il bambino con disabilità, correggendone i difetti. Al fine di raggiungere questo nobile scopo, i bambini all'epoca venivano segregati in istituti a loro dedicati, allontanati dagli affetti e dalle famiglie, identificati totalmente con la loro disabilità, come se - oltre all'errore da correggere - non avessero altre peculiarità e bisogni, come se addirittura non fossero persone, ma solo portatori di un handicap.
mercoledì 23 marzo 2022
Non più capaci di pensare
Bambini che sanno parlare perfettamente, che capiscono benissimo ciò che gli viene detto, ma che al momento di ascoltare una storiella, non sanno più raccontare cosa hanno ascoltato.
domenica 6 marzo 2022
Ogni volta che mi arrabbiavo e alzavo appena la voce o ogni volta che piangevo disperata, correva a chiudere la finestra… Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte V
LEZIONE 5 – 20 DICEMBRE 2021
La quinta lezione del mio corso di pedagogia è stata come un colpo di vento che ha disseminato per tutta la stanza fogli e fogli di emozioni, certezze, schemi comportamentali e ricordi lontani faticosamente ordinati negli anni. Vederli volare via dalla scrivania è stato angosciante, e tuttora nella mia stanza c’è un caos che impone di fare ordine daccapo. Ma sono contenta di aver aperto la finestra a quel vento nuovo e avergli permesso di creare scompiglio in un assetto rigoroso e invariato da tempo, più per pigrizia che per soddisfacimento.
A colpirmi particolarmente è stata la parte dedicata alle emozioni e al loro ruolo nello sviluppo del bambino e della percezione che ha di sé, che in un attimo mi ha riportata a quando ero bambina.
domenica 20 febbraio 2022
Cosa succede quando la dislessia, la disgrafia, la discalculia e la disortografia non ci sono? Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte IV
Nella quarta lezione del mio corso di pedagogia abbiamo parlato di strumenti compensativi, cioè quegli strumenti che dovrebbero aiutare gli alunni con deficit a migliorare la prestazione specifica nella quale mostrano una difficoltà.
In passato, una dottoressa me ne parlò come di un paio di occhiali. E, giocando con questo parallelismo, fece un discorso apparentemente molto bello secondo il quale, tanto lo studente interessato quanto i suoi compagni, vanno aiutati a capire che lo strumento è usato per compensare una carenza reale. Che non facilita dunque in alcun modo lo studente che ne fa uso rispetto agli altri e che per questo non deve essere motivo né di imbarazzo da un lato, né di risentimento dall’altro.
In questa ottica, lo strumento compensativo, esattamente come un paio di occhiali, permetterebbe allo studente con un deficit di lavorare nelle stesse condizioni degli altri, attuando splendidamente quel concetto di equità al quale mi sono tanto affezionata qualche ora di lezioni fa.
Dico, molto onestamente, che a me il discorso aveva convinto. E senza generare alcun tipo di dubbio.
venerdì 18 febbraio 2022
Perché mio figlio non ascolta
sabato 5 febbraio 2022
Sgridato e spaventato, convinto di non essere capace. Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte III
La terza lezione di Pedagogia è stata veramente difficile per me, eppure avrei voluto non finisse così in fretta.
La lezione precedente mi aveva restituito la sensazione triste che nelle scuole spesso non si applicano le conoscenze pedagogiche che possediamo e che si offrono agli studenti esperienze peggiori di quelle che si potrebbero offrire loro.
Questa, nella sua prima parte, approfondisce un aspetto che era stato solo accennato: i tanti, troppi, sempre più numerosi casi di problemi di apprendimento sono in larga misura causati da errori degli insegnanti e della famiglia.
Errori dovuti a un metodo di insegnamento -quello globale- sbagliato, scelto per seguire una moda, o perché meno faticoso da applicare, piuttosto che per i risultati ottenuti. Errori dovuti all’incapacità dei docenti di mettersi in discussione, di riconoscere lo sbaglio, di fare un passo indietro, di trovare l’umiltà e la voglia di continuare a formarsi. E dovuti, in maniera ancora più colpevole, a un atteggiamento verso l’alunno che non accoglie, non comunica stima, o peggio ancora spaventa.
martedì 25 gennaio 2022
Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte II
“La DIDATTICA è una scienza che seleziona determinati contenuti per fare circolare le idee”.
Così iniziava la seconda lezione di pedagogia del mio corso per OEPAC.
E io, da mamma di un ragazzo in primo Liceo e di una bambina in prima elementare, mi sono chiesta che nome abbia allora quello che viene proposto nelle scuole.
Perché nelle classi, spesso, le uniche idee a circolare sono quelle dei docenti e gli studenti che si permettono di averne di proprie sono considerati ragazzi difficili da gestire.
martedì 18 gennaio 2022
Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte I
Ho ricevuto lavori letterari e artistici bellissimi, mai sperati o immaginati. Quando le persone sono libere di essere, fanno cose eccezionali. Così ho avuto il desiderio di condividere con voi su questo blog il percorso fatto in aula (utile a ogni insegnante e genitore o chiunque si occupi di bambini), visto però attraverso gli occhi della studentessa Francesca Nazzicone che mi ha gentilmente concesso l’opportunità di regalarvi le sue emozioni, che sono diventale le mie e che non vi nego, mi hanno più volte commossa. Pertanto ciò che vi propongo, non è un riassunto delle lezioni piatto e noioso, ma un percorso di emozioni e sentimenti forti, di vissuti a volte personalissimi, trasportati dalla scienza pedagogica e dalla scienza della didattica che, è bene ricordare, sono quasi completamente assenti nelle scuole italiane.
Sono 10 relazioni, imperdibili. Sono 10 pezzetti di vita, unica. Sono 10 pagine di diario che emoziona e fa bene al cuore. Sono 10 pagine che ogni studente si trova o troverà ad attraversare, nella riuscita o nel fallimento del suo percorso. Sono 10 possibilità che ogni insegnante o genitore o OEPAC vivrà prima o poi con i suoi bambini o alunni. Sono 10 opportunità che Francesca ci ha regalato per provare a non sbagliare o a non farlo più.
Tiziana Cristofari
Questa che vi propongo è la prima. Le altre seguiranno a cadenza settimanale, ma saranno sempre ben visibili tutte su ogni pubblicazione.
sabato 11 dicembre 2021
Figli competenti nell’apprendere, ora anche il tuo può
Poco prima che mia madre morisse (circa due mesi fa) avevo sbrigato per lei una pratica INPS che mi era costata lettere di protesta, ma che alla fine aveva ottenuto il suo frutto. Lei mi disse: "Se non ci fossi stata tu, non so come avrei fatto. Sono molto fiera di te, di come scrivi, della preparazione che hai, sono in pochi come te che si sanno far rispettare…"
giovedì 25 novembre 2021
Bambini capaci hanno genitori consapevoli
Personalmente come pedagogista tutto questo mi fa male e non lo accetto, anche perché vedo e pongo rimedio, almeno con chi me lo richiede.
sabato 6 novembre 2021
Quando la sfiducia colpisce i bambini: ecco cosa puoi fare.
venerdì 17 settembre 2021
Tiziana ti scrivo… Le mamme sanno educare!
Gentile dr.ssa Cristofari, le scrivo in merito al suo ultimo libro “Come ostacoliamo l’apprendimento del nostro bambino”.
Le confesso la perplessità sul titolo che salta all’occhio come un pugno nello stomaco per cui poi uno si chiede “faccio qualcosa per ostacolare l’apprendimento di mia figlia? È terribile e non è possibile!”
martedì 14 settembre 2021
Ecco la migliore occasione per tu@ fligli@
È per questo che anche noi vogliamo schierarci dalla parte di chi sa e ha capito che la qualità ha un valore e anche un immenso beneficio.
Prima della nascita della scuola di massa, erano veramente in pochi a poter studiare e lo facevano con insegnanti privati, senza per questo dover pensare che ne andasse della loro socializzazione, che ovviamente coltivavano nella vita di tutti i giorni costruendo relazioni nelle più svariate occasioni (feste, giardini, attività sportive, ecc.) e senza aspettare che altri organizzassero per loro una classe di studio nella quale costruire socialità.
domenica 12 settembre 2021
Cosa provano le mamme
Un infarto ha specifici sintomi: dolore toracico, fatica a respirare, nausea, stato d’ansia, debolezza improvvisa, battito del cuore irregolare ecc. Un attacco di panico ha esattamente gli stessi sintomi. Solo che il primo, se non si interviene per tempo, porta molto probabilmente alla morte; il secondo no, anzi si potrebbe dire che non porta a niente se non a una grandissima paura per l’interessato.
Se un bambino ha un problema di salute, la prima cosa che la famiglia fa giustamente, è correre dal medico. Due sono poi le reazioni del sentire di mamma e papà: paura se la diagnosi è positiva, leggerezza se è negativa. E voi potreste dirmi che tutto questo è ovvio. Sì, è ovvio, ma penso che molti di voi sappiano anche cosa si prova quando la diagnosi è positiva, ma poi si scopre che era sbagliata, ovvero che era negativa. In questo caso si sente un mix tra paura-leggerezza e rabbia, della quale spesso ci si libera con un pianto e poi con una denuncia. Avete sentito quante agenzie si occupano di chiedere risarcimenti per diagnosi sbagliate? Quando sento le pubblicità di queste agenzie mi vengono i brividi perché confermano un’infinità di errori diagnostici, altrimenti non avrebbero motivo di esistere. E non mi consola nemmeno il fatto che esistano, perché se loro esistono a me il danno è già stato fatto. E non è il danno che può avere un’automobile, ovvero un’oggetto che si ripara e il problema non esiste più, ma è un danno fatto sul mio corpo e sulla mia salute.
sabato 4 settembre 2021
Tiziana ti scrivo 14… C’è chi dice no!
giovedì 2 settembre 2021
Ci resta solo di farci una risata… amara naturalmente!
Quello che succede di orribile in questi giorni nel nostro Paese è disarmante: politici della stessa maggioranza di Governo che si insultano come buffoni, una scienza senza credibilità, violenza a non finire su tutti e tutto per chi vuole tutelare la vita degli stessi cittadini. Se non fossi italiana non ci crederei!
Sei a favore dei vaccini? Aspettati nei tuoi confronti atti di violenza, ingiurie, minacce. È meglio non parlare, non esprimersi, non schierarsi. Quando ti chiedono se sei a favore dei vaccini, rispondi: e tu? Così puoi capire da che parte stare e poi, stacci. Questo è fondamentale.