giovedì 15 dicembre 2016

Basta con genitori minacciati da docenti e medici!

Ho ricevuto dalla gente attestazioni di stima, ma anche opposizioni. 
I più che si sono opposti lo hanno fatto solo leggendo il titolo, gridando al presunto insulto che io farei ai “diagnosticati di DSA” e minacciando denunce. 
Mi sono chiesta perché questo titolo desse tanto fastidio, visto che ancora neppure si conosce il contenuto dato che la sua reperibilità risale al 1 dicembre 2016! Ma no, forse non me lo sono chiesta, lo sapevo già il perché: perché come ampiamente dimostrato nello scritto citato, vado ad intaccare molti interessi economici.
L’insulto più frequente è di approfittarmi di voler chiarire le idee su disturbi dell'apprendimento ai genitori e a tutti coloro che sono interessati, per vendere il libro. Chissà perché però non si pensa mai di insultare chi prescrive senza motivo farmaci, sedute e incontri logopedici e psicologici per tempi infiniti e centinaia di migliaia di euro, che se non sono pagate direttamente allo studio privato dalla famiglia, vengono comunque sborsati dallo Stato, anche alle strutture spesso convenzionate che si occupano di tali questioni.
Ma in realtà non volevo parlare di tutto questo, anche se vi confesso che è difficile tacere agli insulti ingiustificati: ma ho solo voluto dare una risposta a coloro che mi hanno chiesto di farlo. 
Vi scrivo piuttosto (come faccio oramai da più di due anni sul mio blog www.figlimeravigliosi.it), per parlarvi di un’altra realtà terribile che non ho evidenziato nel libro — perché troppi discorsi ci sarebbero da fare e potrebbero essere lo spunto per un ulteriore testo —, ma di cui spesso mi raccontano i genitori disperati che arrivano da me. E pertanto ve ne voglio parlare.
Vorrei partire dal presupposto che la scuola non è un obbligo, l’obbligo è dell’istruzione. Mi spiego meglio.

lunedì 28 novembre 2016

Back to school. Bambini senza DSA: una realtà possibile!


Bambini senza DSA: una realtà possibile!
Come nascono, si prevengono e si superano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Doveva essere così.
Dovevo scrivere di una ingiustizia continuamente perpetrata ai danni dei più piccoli. Sì, è vero, l’ho già fatto nel passato, ma questa volta ho motivato il mio dire, ho giustificato scientificamente la mia pedagogia e la mia teoria.
Bisogna dire la verità, sempre. Bisogna avere il coraggio di farlo anche se questo significa trovarsi una parte della comunità contro…
Loro vanno difesi, i più piccoli intendo…
Vanno capiti pedagogicamente…
È così, la pedagogia serve a questo. A comprendere le necessità dei piccoli e dei meno piccoli. Ma non solo, la pedagogia serve ad aiutarli a crescere nel modo più idoneo permettendogli di essere se stessi, di diventare donne e uomini migliori dei loro padri e delle loro madri. 
E la pedagogia può tanto, può restituire la gioia di andare a scuola, la serenità di affrontare l’impegno dello studio. Può ampliare gli orizzonti di chi ne usufruisce: madri, padri, insegnanti, bambini e adolescenti, tutti, con la possibilità di vedere avanti senza pregiudizio, senza discriminazione, senza paura, senza imbrogli, senza abuso di “intelligenza”. 
Sì, la pedagogia può tutto questo contrariamente al giudizio, alle valutazioni, ai rimproveri, agli ammonimenti, ordini e messaggi di cui il mondo adulto è infarcito ed esercita la sua potenza sui più piccoli perché non conosce la pedagogia, perché non conosce il risultato negativo di quelle “violenze” normalmente somministrate dalla società scolastica e non come fossero soluzioni inesorabili per ogni realtà che esce da una norma quantistica. 
Ma la pedagogia può cambiare queste situazioni. 
Può spiegarti perché il tuo bambino è iperattivo, può spiegarti perché la tua bambina ha il problema della dislessia, e non solo te lo può spiegare, ma te lo può risolvere, lei, la pedagogia, quella vera, quella fatta di “relazione educativa”, quella che sa guardare all’unicità dell’essere umano e che lo sa ascoltare e valorizzare per ciò che è e per ciò di cui è sicura possa arrivare ad essere. Migliore. Migliore di me che l’ho generato. Migliore dei nostri padri che non hanno saputo mantenere istituzionalmente nella formazione dei docenti la pedagogia, escludendo così anche la relazione umana che, insieme alla mancanza pedagogica, ha poi generato dislessia, discalculia, iperattività, in poche parole, bambini fragili e infelici. 
Quindi c’è bisogno di far crescere bambini migliori, per una migliore umanità, per una migliore società, per una migliore comunicazione nel mondo. Migliori. Sempre. Perché la pedagogia rende tali.
E per fare tutto questo basterebbe solo avere il coraggio dell’umiltà, intesa come capacità di guardarsi dentro e mettersi in discussione. Accettare l’idea di dover imparare anche da adulti e soprattutto se tra le mani abbiamo altre piccole vite umane che dipendono da noi. Basterebbe accettare l’idea di aver sbagliato o di non sapere, di non conoscere o addirittura di voler ignorare.
Basterebbe guardare i nostri figli o i nostri studenti ed accorgerci che qualcosa ci sta passando vicino (la pedagogia), ma non riusciamo a coglierla perché non la conosciamo! 
Infine poi, basterebbe accettare l’idea che una pedagogista possa mostrarci la realtà che ignoriamo e che spesso non vogliamo neppure vedere…
Fare tutto questo solo per loro, perché le nostre piccole donne e i nostri piccoli uomini possano crearsi un futuro migliore… migliore del nostro. E la pedagogia può fare tanto, soprattutto se gli adulti si rendessero complici di un cambiamento oggi realmente fattibile.

Dr.ssa Tiziana Cristofari
© Tutti i diritti riservati

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Un titolo e un contenuto sicuramente contro tendenza, dato che libri e manuali sull’argomento parlano solo di come riconoscere i disturbi dell'apprendimento e quali sono gli strumenti dispensativi e/o compensativi per sostenere una realtà che, secondo la maggioranza della comunità scientifica, non ha soluzione in quanto i disturbi sarebbero causati da fattori genetici o neurobiologici.
Nel mio libro affronto scientificamente tutti questi argomenti e li smonto uno per uno dimostrando come sia improbabile quanto viene affermato. Ma soprattutto spiegando perché la comunità scientifica non ha ancora compreso o voluto comprendere, che questi “disturbi” mettono radici lì dove la scuola e la famiglia crescono figli e studenti senza una pedagogia adeguata.

Descrizione del libro. È intelligentissimo, ma il maestro mi dice che non ascolta. Legge stentatamente e la maestra mi ha detto che potrebbe essere dislessica. Non ricorda le tabelline e mi hanno detto che potrebbe essere discalculico. Mi hanno consigliato il logopedista. Mi hanno detto che dovrei portare mia glia a fare una visita dalla neuropsichiatra infantile. Poi ho letto un suo articolo. Poi cercando su internet il significato di queste parole mi sono imbattuta nel suo sito... È con le stesse parole che un papà arriva da una pedagogista che ha trovato la soluzione ai disturbi specifici dell’apprendimento. Inizialmente scettico, ma speranzoso - perché sua figlia, presunta dislessica, ha difficoltà relazionali con lui e un calo del rendimento scolastico -, s’imbatte in un’avventura scientifica, realistica e umana senza precedenti. Andrà alla scoperta del pensiero di medici e pedagogisti di fama mondiale che gli spiegheranno perché quello che comunemente si racconta sui disturbi dell’apprendimento non è realistico, trovandosi così involontariamente alla ricerca di una conoscenza genetica, neurobiologica, psicologica e soprattutto pedagogica di cui era profondamente allo scuro come del resto buona parte della comunità scientifica ed educativa. Riuscirà in questo modo a capire come nascono, come si prevengono e come si superano i disturbi dell’apprendimento. Ma soprattutto imparerà come è possibile evitarli con l’applicazione di una scienza che nel tempo è stata annullata dalla politica e negata nella formazione dei nuovi docenti: la scienza pedagogica.
Oggi il 25% dei bambini di una classe viene diagnosticato con un disturbo dell’apprendimento. Dicono che il problema è genetico o neurobiologico e per questo non si può far nulla se non dispensare e/o compensare. E se così non fosse?
La dottoressa Tiziana Cristofari pedagogista e docente, con l’aiuto tratto da teorie e prassi di eminenti e riconosciuti studiosi in pedagogia, psicologia e psichiatria - tra i quali Giovanni Genovesi, Shinichi Suzuki, Howard Gardner, Lev Semënovič Vygotskij, Massimo Fagioli -, ha dimostrato come sia ampiamente improbabile che i disturbi specifici dell’apprendimento abbiano origine genetica o neurobiologica e come invece siano il frutto dell’assenza totale di pedagogia scolastica e familiare. 
Codice ISBN: 9791220015424
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mercoledì 2 novembre 2016

Tiziana ti scrivo 11... Una mamma sa dove si trova la libertà

Gentile Dottoressa Cristofari, mi chiamo C. A. T. e sono la mamma di due meravigliosi bambini Fabrizio 5 anni e Sofia 7.
Leggo spesso i suoi articoli… in realtà leggo tanto tutto ciò che mi interessa, mi piace leggere. Ma devo dire che i suoi articoli che parlano di vita, di amore, di relazioni, li adoro.
Sono sicura che molte mamme la cercheranno per parlarle dei loro figli, io invece la cerco perché vorrei parlarle di me, sempre nella speranza che lei abbia voglia di perdere un po’ del suo tempo per starmi ad ascoltare.
So che i pedagogisti non si occupano solo di bambini ma anche di adulti, e credo che questo pensiero e i suoi meravigliosi articoli siano stati lo stimolo a scrivere questa lettera.
Non so se le è mai capitato di desiderare qualcosa profondamente ma di non poterla ottenere.
Quando guardo i miei bambini spero sempre che loro non debbano mai sentire questa frustrazione. Io recentemente la vivo spesso per un qualcosa che dovrebbe essere alla portata di tutti, ma che sfortunatamente non lo è.
Sono sola da tre anni, da quando mio marito ci ha lasciati per un’altra sicuramente migliore di me. Il problema è che non ha lasciato solo me, ma ha letteralmente abbandonato i suoi figli: non li vede più e nemmeno li mantiene. Ma lei starà pensando perché le racconto tutto questo…

giovedì 27 ottobre 2016

Come essere genitori vincenti con insegnanti inadeguati

Il femminile e il maschile per par condicio sono usati indifferentemente in tutto l’articolo.

Una delle richieste che i genitori mi pongono più spesso è quella di voler sapere come è possibile proteggere i propri figli da richieste spesso inaccettabili degli insegnanti e del sistema scuola in generale.
Se è vero e giusto (come più pedagogisti hanno dimostrato) che i bambini possono e devono avere il loro tempo; se è vero che non tutti i bambini apprendono nello stesso modo e con la stessa didattica (come più psicologi cognitivi e pedagogiisti hanno dimostrato); se è vero che i disturbi dell’apprendimento sono frutto di una cattiva e/o totale assenza di pedagogia e pertanto di relazione educativa (come ho dimostrato nel mio ultimo libro di imminente uscita Bambini senza DSA: una realtà possibile!); se è vero che i bambini hanno un loro specifico orientamento o verso processi sintattici e fonologici, per cui saranno orientati ad una intelligenza linguistica, o verso un orientamento semantico pragmatico e avranno pertanto un orientamento logico-matematico (come ha ampiamente dimostrato lo psicologo cognitivista Howard Gardner); allora come possiamo continuare a livellare tutti gli studenti scadenzando test di conoscenza, comprensione, abilità, con tempi ristretti, creando così atmosfere in classe di tensione e paura, creando competizione e frustrazione tra gli studenti, creando disparità tra chi ha una mente con intelligenza linguistica e chi ce l’ha logico-matematica, quest’ultima più portata a ragionare per quiz e test?

La maestra a casa 

I bambini delle scuole primarie e non solo, ma loro più di tutti, hanno il diritto di apprendere gradualmente e soggettivamente senza doversi vivere la frustrazione di “non avere gli stessi tempi e prestazioni degli altri”. Ma come fare se il sistema scolastico è così uniformemente portato alla  costante valutazione del rendimento senza mai mettere in discussione tale dinamica nonostante studi di settore ed evidenti realtà umane ne dimostrino le incongruità?

lunedì 10 ottobre 2016

Tu@ figli@ va male a scuola? Sappi che gran parte della responsabilità potrebbe essere tua.

Tu@ figli@ va male a scuola? Sappi che gran parte della responsabilità potrebbe essere tua.


Capire perché un bambino o un adolescente non va bene a scuola è sempre stato uno dei miei più grandi interessi in quanto docente.
Ma sono anche e soprattutto una pedagogista, ovvero una studiosa, una ricercatrice dei processi educativi e dell’apprendimento. La pedagogia pertanto (che si prefigge di rendere gli uomini e le donne sempre migliori), mi spiega perché alcuni studenti hanno difficoltà scolastiche portandomi spesso in una direzione ben precisa: quella della famiglia.
Oggi nei problemi scolastici si tende a indirizzare l’argomento soprattutto verso i bambini etichettandoli con acronimi quali BES, DSA, ADHD ecc. e riconducendo il tutto a una diagnosi, quindi ad una problematica insita nel bambino stesso. Si comincia alle elementari con una bella certificazione di qualche specifica difficoltà (discalculia, dislessia, disgrafia, disortografia e chi ne ha più ne metta!) e si è condannati per tutta la vita. Di questo però ne ho già parlato tanto e anche scritto, l’ultimo libro Bambini senza DSA: una realtà possibile! sarà in vendita tra pochi giorni.
Ora invece voglio parlare di tutti quei bambini o adolescenti che non hanno mai avuto una certificazione (e non per questo se la devono adesso andare a cercare!), ma che stentano a prendere il sei, hanno difficoltà di vario genere, e ogni fine anno scolastico dubitano se passeranno alla classe successiva.

domenica 9 ottobre 2016

Perché tanti conflitti tra docenti e studenti?

La risposta la potrai trovare in questo meraviglioso romanzo di formazione:

UN LUNGO DIALOGO TRA UN ADULTO E UN GRUPPO DI RAGAZZI, MA ANCHE TRA UN GRUPPO DI RAGAZZI E UN ADULTO DISPOSTO AD ASCOLTARE DAVVERO.

Travestendolo da romanzo, Tiziana Cristofari riesce a rendere piacevole e godibile un autentico trattato ad alto contenuto culturale, sociale, educativo. Partendo dal presupposto che l’educazione del bambino, poi ragazzo e adulto, rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda una società migliore, un’insegnante s’impegna per fare con i suoi alunni un lavoro più ampio, di vera formazione dell’individuo, spingendosi ben oltre il semplice insegnamento delle materie scolastiche, pur senza trascurarlo. Lo spunto è una gita scolastica che viene revocata per punizione. Emerge, a questo punto, la professoressa rivoluzionaria, quella che si sente coinvolta dai suoi studenti e che li sa coinvolgere, quella che sa vedere i limiti dell’attuale situazione scolastica e che li affronta. E qui iniziano i conflitti con gli altri professori: la necessità di formare nuovi educatori emerge con prepotente urgenza, prima ancora di poter avere esseri umani più maturi e responsabili.

Presentazione:
Carmela Covato
Prof. ordinario, Università degli Studi di Roma Tre.
Prefazione:
Gaetano Bonetta
Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara

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domenica 24 luglio 2016

Ho parlato con la Deputata Vanna Iori e vorrei fare una precisazione...

Buongiorno a tutti. Vorrei fare una precisazione.
Ieri sono stata contattata personalmente dalla Deputata Vanna Iori, la quale ha sostenuto che la mia lettera indirizzata a lei e pubblicata sul web (Vogliono fare della scuola un ospedale. Ecco come!) avesse dato spunto a fraintendimenti.
La Deputata sostiene che il mondo del web, dopo aver letto la mia lettera, avrebbe compreso che la legge Iori (per il riconoscimento della figura del pedagogista e dell’educatore) e la legge Fasiolo (per l’approvazione e il riconoscimento dello “psicologo scolastico”) sono state abbinate. La Deputata ribadisce che questo non è avvenuto e che probabilmente non avverrà mai. 
Quello che io invece ho realmente evidenziato nella lettera e ribadito alla Deputata Iori al telefono, non è il riferimento all’abbinamento delle due leggi in discussione alla 7° Commissione, ma il fatto che fosse stata proposta una legge che, se portata avanti e approvata, annullerebbe nei contenuti quella proposta dalla Iori stessa per il riconoscimento della figura del pedagogista. Di fatto la Deputata non ha smentito l’ipotesi che questa legge possa andare avanti ed essere successivamente approvata, ma ha smentito solo l’idea dell'abbinamento alla legge della Senatrice Fasiolo. 

sabato 23 luglio 2016

La gentilezza




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Nel mio libro affronto scientificamente tutti questi argomenti e li smonto uno per uno dimostrando come sia improbabile quanto viene affermato. Ma soprattutto spiegando perché la comunità scientifica non ha ancora compreso o voluto comprendere, che questi “disturbi” mettono radici lì dove la scuola e la famiglia crescono figli e studenti senza una pedagogia adeguata.

Descrizione del libro. È intelligentissimo, ma il maestro mi dice che non ascolta. Legge stentatamente e la maestra mi ha detto che potrebbe essere dislessica. Non ricorda le tabelline e mi hanno detto che potrebbe essere discalculico. Mi hanno consigliato il logopedista. Mi hanno detto che dovrei portare mia figlia a fare una visita dalla neuropsichiatra infantile. Poi ho letto un suo articolo... Poi cercando su internet il significato di queste parole mi sono imbattuta nel suo sito... È con le stesse parole che un papà arriva da una pedagogista che ha trovato la soluzione ai disturbi specifici dell’apprendimento. Inizialmente scettico, ma speranzoso - perché sua figlia, presunta dislessica, ha difficoltà relazionali con lui e un calo del rendimento scolastico -, s’imbatte in un’avventura scientifica, realistica e umana senza precedenti. Andrà alla scoperta del pensiero di medici e pedagogisti di fama mondiale che gli spiegheranno perché quello che comunemente si racconta sui disturbi dell’apprendimento non è realistico, trovandosi così involontariamente alla ricerca di una conoscenza genetica, neurobiologica, psicologica e soprattutto pedagogica di cui era profondamente allo scuro come del resto buona parte della comunità scientifica ed educativa. Riuscirà in questo modo a capire come nascono, come si prevengono e come si superano i disturbi dell’apprendimento. Ma soprattutto imparerà come è possibile evitarli con l’applicazione di una scienza che nel tempo è stata annullata dalla politica e negata nella formazione dei nuovi docenti: la scienza pedagogica.
Oggi il 25% dei bambini di una classe viene diagnosticato con un disturbo dell’apprendimento. Dicono che il problema è genetico o neurobiologico e per questo non si può far nulla se non dispensare e/o compensare. E se così non fosse?
La dottoressa Tiziana Cristofari pedagogista e docente, con l’aiuto tratto da teorie e prassi di eminenti e riconosciuti studiosi in pedagogia, psicologia e psichiatria - tra i quali Giovanni Genovesi, Shinichi Suzuki, Howard Gardner, Lev Semënovič Vygotskij, Massimo Fagioli -, ha dimostrato come sia ampiamente improbabile che i disturbi specifici dell’apprendimento abbiano origine genetica o neurobiologica e come invece siano il frutto dell’assenza totale di pedagogia scolastica e familiare. 
Codice ISBN: 9791220015424
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La maestra a casa 
DVD sulla storia dell'uomo dalla nascita del mondo 
alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. 


Tutto il programma di STORIA della scuola primaria raccontato 
dalla maestra Tiziana con migliaia di immagini.

lunedì 18 luglio 2016

Vogliono fare della scuola un ospedale! Ecco come!

Proposte di legge inadeguate per le nostre scuole avanzano inesorabili e implacabili: adesso vogliono lo "psicologo scolastico". Alla casta degli psicologi non gli basta più medicalizzare e riempire di psicofarmaci moltissimi bambini. Adesso gli psicologi vogliono affondare le radici nelle scuole divenendo un punto di riferimento stabile per insegnanti, genitori e studenti! La domanda è: ma siamo una società di malati o vogliono che la scuola diventi un ospedale?
Pubblico la lettera aperta che ho scritto alla Deputata Vanna Iori nel tentativo di dar voce a questa assurda e inaccettabile proposta di legge. Aiutatemi a diffondere le pretese assurde di una casta sempre più invadente e invalidante.


Gentile Deputata Vanna Iori,
mi chiamo Tiziana Cristofari e sono una delle tante pedagogiste che aspettano l’approvazione definitiva in Parlamento della legge da Lei proposta per il riconoscimento del nostro ruolo.
Da qualche giorno sono a conoscenza che la senatrice Fasiolo ha proposto un disegno di legge per istituire la figura professionale dello “psicologo scolastico”. Io e altri colleghi troviamo che questa proposta sia in netto contrasto con quella da Lei sostenuta per il riconoscimento del ruolo del pedagogista, e che vedrebbe lo psicologo scavalcare, oscurare e ridimensionare nelle competenze il pedagogista stesso.

giovedì 14 luglio 2016

Tiziana ti scrivo 10... Una mamma coraggiosa!

Buon giorno dottoressa Tiziana. Sono una mamma che cerca di fare bene il proprio mestiere di mamma seguendo i propri figli in ogni aspetto della loro vita. Oggi su Facebook una mia cara amica ha postato un suo post appunto. Incuriosita sono andata a leggerlo e sono rimasta impressionata e stupita da una frase che poi ho riscritto per farne uno spunto di riflessione:"Quasi sempre il problema scolastico ha le sue profonde radici nel rapporto umano".
Mia figlia quest'anno in secondo liceo

Come si sviluppa correttamente il linguaggio in vostro figlio? Così!

Cominciamo con una premessa:
il linguaggio è una facoltà naturale degli esseri umani; F. de Saussuri afferma che è: “un universale biologico comune a tutti, una capacità di coordinare e associare che opera nel tempo, dando luogo a sistemi linguistici diversi”. Mentre della lingua, afferma che è “un insieme di convenzioni necessarie, adottate dal corpo sociale per consentire l’esercizio della facoltà di linguaggio negli individui”. In poche parole il linguaggio è biologicamente innato nell’essere umano e quindi universale, ovvero uguale per tutti; la lingua invece è tipica della società in cui l’essere umano è inserito. 

Come impara il bambino a parlare?

venerdì 24 giugno 2016

Cos'è la pedagogia?

La pedagogia è la scienza dell'educazione, il cui scopo è quello di rendere sempre migliore l'essere umano.
La didattica è una scienza il cui scopo è quello di facilitare il compito della pedagogia, trovando e sperimentando continuamente nuove strategie per un apprendimento possibile a tutti, ma soprattutto a misura di ogni realtà cognitiva del bambino.
Mi domando:

giovedì 16 giugno 2016

Finalmente una scuola migliore sarà possibile. Ecco come!

La pedagogia si prefigge il raggiungimento di un’utopia: dare all’uomo ciò che fino a quel momento non gli è stato dato e pretendere di farlo diventare migliore di ciò che fino ad ora è stato.


La proposta di legge Iori-Binetti attualmente in discussione in Parlamento, con il disciplinamento delle figure dell’educatore e del pedagogista finalmente riconosce il ruolo e l’importanza della 
pedagogia e quindi del pedagogista nelle scuole, al quale fino ad oggi veniva riservato un ruolo marginale e di scarsa importanza e di cui purtroppo i bambini soprattutto, ne hanno pagato le conseguenze con rimproveri ingiustificati, note e atteggiamenti aggressivi inopportuni.



Partendo da questo presupposto possiamo sperare sicuramente in una scuola migliore dove

venerdì 27 maggio 2016

Le aggressioni verbali sono il pane del nostro benessere?

Ieri sono stata aggredita verbalmente da uno dei gestori del chiosco di Villa Bonelli per una lettera che ho scritto al presidente del Municipio XI, il quale risiede con la sua giunta dentro la Villa stessa. 
È legittimo che ora vi chiediate il perché di questa aggressione verbale che mi intimava di tacere su alcune questioni legate alla gestione della Villa.
Vediamo se anche voi intuite ciò che nell’aggressione espressamente non è stato detto, ma che è il motivo di tale atteggiamento incivile nei miei confronti.
Di seguito vi allego ciò che io e il Presidente Veloccia ci siamo detti con uno scambio di e-mail: sono stanca di tacere su soprusi continui per questioni che vanno a vantaggio dei soliti noti e che gli stessi hanno da nascondere, da nascondere, da nascondere… altrimenti perché aggredire… 

Gentile Presidente Veloccia,
sono Tiziana Cristofari, una cittadina di questo Municipio da venticinque anni. 
Nel quartiere Magliana sono presidente dell’Associazione Di.Sco. che si occupa del contrasto alla dispersione scolastica.
Frequento pertanto il quartiere sia perché ci vivo, sia perché ci lavoro e sono dichiaratamente di sinistra.
Potremmo discutere di tante cose che non vanno in questo quartiere, ma lei lo sa meglio di me. Una in particolare però, proprio non mi va giù.

giovedì 5 maggio 2016

Tiziana ti scrivo 9... Una logopedista dalla parte dei bambini

Buonasera Dott.ssaTiziana, ho letto con emozione il suo…anzi, il tuo, articolo “ecco come distruggiamo la mente dei nostri figli”. Sono anni che penso e a volte dico queste cose… 
Sono una logopedista, mi piace molto il mio lavoro ma non ho mai pensato che potessi essere utile ad un bambino con “difficoltà” a scuola, non penso che il mio lavoro sia una “cascata di sapere” su un povero bambino in difficolta’, sono convinta piuttosto che sia un  dialogo che si avanza in due, e che ogni bambino è un mondo che incontro e che cambia un po’ la mia traiettoria come io un po’ modifico la sua… Ma sopratutto che con i DSA non c’è bisogno della logopedia!!!! 
Ma ti immagini che è successo tra “colleghe” quando ho “bestemmiato" in questo modo? Con tutte le griglie, i test, i percentili e le percentuali? 
Alle elementari la mia maestra mi ha corretto il mancinismo, ma

domenica 3 aprile 2016

Ecco come la lobby degli psicologi prende il potere nelle scuole

Il potere di alcune lobby distruggeranno definitivamente la pedagogia. Ma è quello che i poteri forti vogliono per sottomettere sempre di più i cittadini alla volontà politica. Leggete qui.

Articolo di Fabio Olivieri

All’indomani delle entusiastiche dichiarazioni per la proposta di legge sul riconoscimento delle professionalità educative in Italia, veniamo a conoscenza che il testo licenziato dalla VII Commissione cultura affossa, a colpi di emendamenti presentati dalla stessa relatrice e dalla parlamentare Binetti, ogni barlume di speranza per i 150.000 educatori e pedagogisti che si sono formati nei rispettivi percorsi accademici. Vediamo cosa è accaduto di specifico nella seduta del 31 Marzo, termine ultimo per la presentazione di emendamenti e subemendamenti per la proposta in questione. Rispetto ai contenuti previsionali dell’impianto normativo integrato, pdl Iori (C. 2656) e Binetti (C. 3247), le modifiche sostanziali possono essere sintetizzate in 4 punti fondamentali:
  1. Al laureato in scienze dell’educazione non viene più riconosciuta la preparazione in ambito psicologico (art.10 c.2), che rappresenta un terzo degli esami previsti dall’attuale percorso di laurea accademico . Al suo posto fa ingresso la competenza “antropologica” di cui invece l’offerta formativa conta appena uno o due esami al massimo. Ciò può significare soltanto una cosa: annullare l’esclusività degli educatori e dei pedagogisti da tutti gli ambiti socio-educativi nei quali compaia il prefisso “psiche”, onde evitare di essere passibili di denuncia per abuso professionale da parte delle lobby ordinistiche (sentenza 10289/2011). Tutto questo avviene proprio quando in Parlamento giace da tempo la proposta di legge sullo “psicologo di base”. Norma che prevede l’obbligatorietà della presenza di questa figura professionale presso il medico di famiglia. Pronta ad intervenire in ogni caso “certificato” proponendo lo strumento della psicoterapia (art. 2 c. 4 Pdl 3215). Si configura inoltre all’orizzonte un altro delirium tremens: sarà necessaria la co-conduzione anche nell’ambito del coordinamento pedagogico dei nidi ? Perché “qualcuno” ,con interessi in merito, potrebbe rilevare che per educare in questo settore sono imprescindibili competenze psicologiche e che non essendo più annoverate tra le caratteristiche del nostro profilo professionale, debbano necessariamente essere delegate ad un facente funzioni: lo psicologo!

martedì 29 marzo 2016

Ecco la soluzione al problema dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)

Mi chiamo Tiziana Cristofari, sono una pedagogista e insegnante.
Scrivo nuovamente perché il senso di impotenza davanti a tanta banalità e stupidità non mi permette altro che raccontare (nel tentativo di invertire la rotta), lo stato di fatto di alcune posizioni sociali arbitrarie dominanti che continuano a mietere vittime tra i più piccoli.

domenica 20 marzo 2016

Una scuola che funziona? Eccola!

Una scuola che funziona è quella che rende possibile certe azioni affinché siano permesse certe emozioni. Una scuola che funziona è abitata da docenti che mettono il sentire di studenti e genitori al primo posto e pertanto:

  1. rende i propri studenti sereni;

lunedì 14 marzo 2016

Zootropolis e la nuova eugenetica

Ieri sono stata nuovamente al cinema con la piccola ma oramai quasi grande Manuela. 
Quando un componente della famiglia cresce sembra di non rendercene conto, forse perché lo hai sempre sotto gli occhi, cosa che invece ti sorprende quando vedi un vecchio alunno diventato grande. Manuela è un po’ così, piccola perché vuole ancora giocare con i pupazzetti, ma altrettanto cresciuta perché ti fa discorsi oramai da grande, inserisce nelle frasi paroloni importanti che prima non usava, e tu capisci che sta crescendo.
Abbiamo visto insieme Zootropolis. Sono andata pensando di passare un po’ di tempo con lei nella speranza che i bradipi

venerdì 12 febbraio 2016

Come aiutare i nostri figli a scegliere il giusto indirizzo di studi

Forse vi sembrerà strano o forse no, ma io in prima media (allora la scuola secondaria di primo grado si chiamava così) sono stata bocciata. Nessuno mai avrebbe dato un soldo di valore alle mie competenze o se preferite incompetenze matematiche, tantomeno letterarie, insomma ero una bambina… difficile(?)… fate voi!
Mia madre, ma chissà quante altre come lei, non le piaceva l’idea del mio… fallimento(?), anche qui fate voi! e allora decise che io avrei recuperato l’anno e devo dire che gliene sono tutt’oggi ancora molto grata, anche se poi non è servito a non farmi interrompere gli studi a sedici anni, per poi riprenderli in maniera straordinaria un anno più tardi e non fermarmi più fino alla laurea. 
Ma la cosa che volevo dirvi è che nella scuola dove recuperai l’anno perso incontrai dei docenti meravigliosi, molto diversi da quelli che ricordavo nella scuola che mi bocciò. Al momento dell’esame di licenza media, la docente di italiano mi chiese con quale scuola avrei voluto proseguire i miei studi

martedì 9 febbraio 2016

Le pretese assurde della CASTA degli PSICOLOGI

Cari lettori del mio blog, pare proprio che quello che dico infastidisca molto. La lettera allegata qui sotto, mi è arrivata per via mail dalla Coordinatrice della Commissione Tutela dell'Ordine degli Psicologi del Lazio. Mi pare di capire che quando si tocca (tra l'altro con ragione) questa categoria, saltano tutti sulla sedia. Forse perché gli psicologi si sentono tutelati dall'Ordine che senza fare dovuti accertamenti, invia lettere di "collaborazione e rettifica degli scritti altrui”. 
Io invece mi tutelo da sola, anche perché ciò che affermo è solo ciò che hanno scritto altri professionisti del settore, nello specifico i giudici della Corte di Cassazione. Ciò che sbalordisce è quanta poca attenzione si faccia alle nuove sentenze e quanta forse arroganza ci permettiamo di assumere solo perché dietro ci sentiamo tutelati da un Ordine. Io mi sento tutelata dalla verità che non posso tacere e che continuerò a non tacere, anche perché in gioco c'è la salute e la crescita dei nostri bambini che pare interessare a pochi.
È per questo che pubblico la lettera che mi è giunta e che ha l'arroganza di chiedere la modifica del mio sito e dei miei articoli, senza peraltro giuste e motivate considerazioni.

QUI DI SEGUITO LA LETTERE DELLA COMMISSIONE TUTELA DELL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI

domenica 7 febbraio 2016

Il genitore migliore regala il telefonino di ultimo grido!

Credi veramente che a una bella pagella di tuo figlio o tua figlia debba corrispondere l’ultimo modello di cellulare?
Se credi questo, devi anche tenere presente che il tuo atteggiamento:
  • non gli permetterà di innalzare la sua autostima, ma semplicemente il suo ego!
  • non gli permetterà di essere migliore a scuola, ma solo presuntuoso;
  • non gli permetterà di passare il tempo giocando, ma di farlo diventare una sua patologia;

giovedì 28 gennaio 2016

La tecnologia danneggia la mente del bambino? Vi racconto la verità.

Negli ultimi tempi sta andando molto di moda parlare di quanto non siano funzionali all’apprendimento i dispositivi elettronici come il tablet. Fino a poco tempo fa c’era la rincorsa alle nuove tecnologie, tutti dicevano e dichiaravano di quanto fosse utile la presenza dei dispositivi informatici per aumentare l’apprendimento. Save The Children nel suo ultimo rapporto dichiara che  il 45% dei ragazzi in condizioni socio-economiche svantaggiate che hanno aule con connessioni internet carenti non raggiunge le competenze minime in matematica, e il 41% in letteratura, percentuale che scende al 43% e al 28% se le scuole sono ben connesse.
La Repubblica il 7 gennaio di questo anno pubblica un articolo sullo studio effettuato dal pedagogista e docente di pedagogia sperimentale Vertecchi nel quale si dichiara che chi scrive troppo con gli strumenti hi-tech avrà grosse difficoltà a imparare la lingua scritta. Vertecchi sostiene che i bambini che fanno uso di strumenti digitali avranno grafie sempre più incomprensibili; anche se a me sembra che da ben prima dell'arrivo del computer i medici scrivessero già con calligrafie indecenti.

venerdì 22 gennaio 2016

Tiziana ti scrivo 8... Per chi sono i libri di testo?

Buongiorno, sono un padre di due bambine oggi frequentanti la scuola secondaria di primo grado a Ferrara. Le scrivo questa email perché ho appena letto il suo articolo intitolato “ Ecco come distruggiamo la mente dei nostri bambini” pubblicato su Figlimeravigliosi.it il 23-Ott-2014, che condivido pienamente. Seguendo le nostre figlie nello svolgimento dei compiti a casa, abbiamo notato io e mia moglie, fin da quelli per la scuola primaria, che i metodi di insegnamento (della Matematica per esempio) erano diversi da quelli con cui siamo cresciuti noi, attuali 40-50enni;   tutto è esposto in maniera differente e a nostro avviso più complessa, a cominciare dalla rappresentazione delle unità, delle decine, centinaia ecc.., da come mettere in colonna i numeri per effettuare le operazioni. Per non parlare poi di come vengono formulati certi quesiti o problemi da risolvere, sia per la Matematica  che per Geometria, ma anche Scienze, Italiano. Certe volte si ha la sensazione di stare leggendo un libro rivolto agli adulti.
Ma come si é arrivati a tutto questo, chi ha introdotto questi libri di testo nelle scuole, quando si é deciso che i bambini sono improvvisamente passati ad un livello di intelligenza superiore?

domenica 10 gennaio 2016

La lezione del piccolo principe

Qualche giorno fa sono andata a vedere al cinema Il piccolo principe con mia nipote. Ero molto curiosa di vedere come avessero interpretato il racconto di un libro decisamente impegnativo per i bambini. Ora ce lo ripropongono in versione cartone animato, fantastico! Anzi direi “bella pensata”, perché in fondo i cartoni animati sono sì, pensati per i bambini, ma al cinema i bambini ci vanno con gli adulti, quindi se troviamo una storia che possiamo trasformare in cartone animato e fare felici gli adulti, caspita che trovata!
Ok, Ok, sono la solita criticona. A me però piace pensare che alcune cose siano per loro (i bambini) e solo per loro. Perché se è vero che a mia nipote che ha 11 anni è piaciuto, è pur vero che ci sono stati altri bambini che quando è finito il primo tempo hanno esclamato: “Ancora solo il primo tempo!?” Mi è vento da sorridere e naturalmente da pensare che si fossero annoiati. Così ho cominciato le mie solite elucubrazioni per capire loro, il cartone animato e tutto il resto.
Certo la storia è bellissima, i protagonisti favolosi. A volte però è stato molto lento, un po’ come quei film d’élite per gente colta, che quando escono dal cinema hanno bisogno di fare disamine a non finire per comprenderne il significato profondo. Diciamo che per certi versi questo cartone animato è stato un po’ così, da capire: come il libro d’altronde!

martedì 5 gennaio 2016

I libri che tradiscono

Ho sempre pensato che l'onestà intellettuale fosse la pratica di vita più giusta da trasmettere ai miei studenti, grandi o piccoli che fossero. Ho sempre pensato che bisognasse insegnare a vedere oltre ciò che ci vogliono far vedere, che capire gli eventi della storia fosse una realtà complessa, ma indispensabile per conoscere il passato e comprendere il nostro presente. Ho sempre pensato che la storia fosse il cardine dell’educazione perché lì è la verità su tutto, su chi siamo, chi siamo stati, cosa siamo diventati e probabilmente cosa diventeremo.
Ho sempre pensato che tutto ruoti intorno alla consapevolezza degli eventi. Eventi che noi abbiamo causato, noi uomini, noi esseri umani. Noi che possiamo modificare il pianeta, renderlo bello o brutto, in guerra o in pace.