Trovo alquanto sconfortante quello che sta succedendo ai nostri bambini.
Come si può pensare di giustificare ogni loro atteggiamento, ogni difficoltà incontrata sul percorso di crescita con una patologia (anche se gli studiosi ipocritamente la definiscono “difficoltà” di apprendimento). Se fosse realmente considerata una difficoltà, ci dovrebbe essere l’adulto (genitore o insegnante che sia) a tendere una mano per superare quella salita in senso pedagogico. E invece no, ci vuole il medico, lo specialista che faccia la certificazione e poi sia quel che sia del futuro del bambino.
Siamo talmente soggiogati dalla medicina a tutti i costi, per deresponsabilizzarci dalle nostre competenze genitoriali ed educative, da non renderci conto di come la scuola sia diventata un ospedale: ci sono più insegnanti di sostegno e psicologi che docenti!