giovedì 27 ottobre 2016

Come essere genitori vincenti con insegnanti inadeguati

Il femminile e il maschile per par condicio sono usati indifferentemente in tutto l’articolo.

Una delle richieste che i genitori mi pongono più spesso è quella di voler sapere come è possibile proteggere i propri figli da richieste spesso inaccettabili degli insegnanti e del sistema scuola in generale.
Se è vero e giusto (come più pedagogisti hanno dimostrato) che i bambini possono e devono avere il loro tempo; se è vero che non tutti i bambini apprendono nello stesso modo e con la stessa didattica (come più psicologi cognitivi e pedagogiisti hanno dimostrato); se è vero che i disturbi dell’apprendimento sono frutto di una cattiva e/o totale assenza di pedagogia e pertanto di relazione educativa (come ho dimostrato nel mio ultimo libro di imminente uscita Bambini senza DSA: una realtà possibile!); se è vero che i bambini hanno un loro specifico orientamento o verso processi sintattici e fonologici, per cui saranno orientati ad una intelligenza linguistica, o verso un orientamento semantico pragmatico e avranno pertanto un orientamento logico-matematico (come ha ampiamente dimostrato lo psicologo cognitivista Howard Gardner); allora come possiamo continuare a livellare tutti gli studenti scadenzando test di conoscenza, comprensione, abilità, con tempi ristretti, creando così atmosfere in classe di tensione e paura, creando competizione e frustrazione tra gli studenti, creando disparità tra chi ha una mente con intelligenza linguistica e chi ce l’ha logico-matematica, quest’ultima più portata a ragionare per quiz e test?

La maestra a casa 

I bambini delle scuole primarie e non solo, ma loro più di tutti, hanno il diritto di apprendere gradualmente e soggettivamente senza doversi vivere la frustrazione di “non avere gli stessi tempi e prestazioni degli altri”. Ma come fare se il sistema scolastico è così uniformemente portato alla  costante valutazione del rendimento senza mai mettere in discussione tale dinamica nonostante studi di settore ed evidenti realtà umane ne dimostrino le incongruità?

lunedì 10 ottobre 2016

Tu@ figli@ va male a scuola? Sappi che gran parte della responsabilità potrebbe essere tua.

Tu@ figli@ va male a scuola? Sappi che gran parte della responsabilità potrebbe essere tua.


Capire perché un bambino o un adolescente non va bene a scuola è sempre stato uno dei miei più grandi interessi in quanto docente.
Ma sono anche e soprattutto una pedagogista, ovvero una studiosa, una ricercatrice dei processi educativi e dell’apprendimento. La pedagogia pertanto (che si prefigge di rendere gli uomini e le donne sempre migliori), mi spiega perché alcuni studenti hanno difficoltà scolastiche portandomi spesso in una direzione ben precisa: quella della famiglia.
Oggi nei problemi scolastici si tende a indirizzare l’argomento soprattutto verso i bambini etichettandoli con acronimi quali BES, DSA, ADHD ecc. e riconducendo il tutto a una diagnosi, quindi ad una problematica insita nel bambino stesso. Si comincia alle elementari con una bella certificazione di qualche specifica difficoltà (discalculia, dislessia, disgrafia, disortografia e chi ne ha più ne metta!) e si è condannati per tutta la vita. Di questo però ne ho già parlato tanto e anche scritto, l’ultimo libro Bambini senza DSA: una realtà possibile! sarà in vendita tra pochi giorni.
Ora invece voglio parlare di tutti quei bambini o adolescenti che non hanno mai avuto una certificazione (e non per questo se la devono adesso andare a cercare!), ma che stentano a prendere il sei, hanno difficoltà di vario genere, e ogni fine anno scolastico dubitano se passeranno alla classe successiva.

domenica 9 ottobre 2016

Perché tanti conflitti tra docenti e studenti?

La risposta la potrai trovare in questo meraviglioso romanzo di formazione:

UN LUNGO DIALOGO TRA UN ADULTO E UN GRUPPO DI RAGAZZI, MA ANCHE TRA UN GRUPPO DI RAGAZZI E UN ADULTO DISPOSTO AD ASCOLTARE DAVVERO.

Travestendolo da romanzo, Tiziana Cristofari riesce a rendere piacevole e godibile un autentico trattato ad alto contenuto culturale, sociale, educativo. Partendo dal presupposto che l’educazione del bambino, poi ragazzo e adulto, rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda una società migliore, un’insegnante s’impegna per fare con i suoi alunni un lavoro più ampio, di vera formazione dell’individuo, spingendosi ben oltre il semplice insegnamento delle materie scolastiche, pur senza trascurarlo. Lo spunto è una gita scolastica che viene revocata per punizione. Emerge, a questo punto, la professoressa rivoluzionaria, quella che si sente coinvolta dai suoi studenti e che li sa coinvolgere, quella che sa vedere i limiti dell’attuale situazione scolastica e che li affronta. E qui iniziano i conflitti con gli altri professori: la necessità di formare nuovi educatori emerge con prepotente urgenza, prima ancora di poter avere esseri umani più maturi e responsabili.

Presentazione:
Carmela Covato
Prof. ordinario, Università degli Studi di Roma Tre.
Prefazione:
Gaetano Bonetta
Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara

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