lunedì 20 febbraio 2017

Non c'è tragedia più grande...

Non c'è tragedia più grande di quella che porta l'uomo, per paura di essere ucciso, a suicidarsi. A istupidirsi. Ad annullarsi e negarsi per paura di essere annullato e negato. A far finta di pensare per non pensare e impedire agli altri di pensare; a far finta di fare l'amore per masturbarsi e impedire agli altri di fare l'amore; a far finta di vivere e impedire agli altri di vivere. 
Massimo Fagioli - Istinto di morte e conoscenza

giovedì 16 febbraio 2017

«Dobbiamo capire cosa fa stare bene le persone. Lì è la sinistra»

«Dobbiamo capire cosa fa stare bene le persone. Lì è la sinistra»

ILARIA BONACCORSI 14 FEBBRAIO 2017 su Left

“Ci vuole un pezzo. Decidi tu chi e come”.
“La terra ti sia lieve” hanno scritto tra i commenti al nostro saluto di ieri. La terra ti sia lieve.
Non c’erano molte cose lievi per Massimo Fagioli, forse l’amore per gli esseri umani. Quello era veloce e solido. Non mancava mai.
“Ci vuole un pezzo. Decidi tu chi e come” mi ha detto il condirettore di Left.
Io un pezzo non ci riesco a scriverlo, ho la testa pesante e gli occhi pieni. Agli undici anni di collaborazione con Left si aggiunge una vita, la mia, fatta del suo affetto, della sua intelligenza, della sua generosità stramba. Era strambo Massimo Fagioli, non pensava mai le cose che ti saresti aspettato, ti correva veloce a fianco e si fermava solo – ogni volta –  che gli chiedevi di capire.
Perché la rubrica di uno psichiatra su un settimanale generalista come Left? Ce l’hanno chiesto per undici anni. Forse la spiegazione migliore me l’ha data un giorno il commercialista, quello che ci faceva le buste paga e non solo, insospettabile… mi disse «e poi c’è la rubrica di Massimo Fagioli, per me “è la porta nel linguaggio dei sogni”».

mercoledì 15 febbraio 2017

Lettera aperta ai Parlamentari senza sigle associative

Gentili colleghi Pedagogisti ed Educatori, vi chiedo di leggere, sottoscrivere e condividere questa mail che vorremmo arrivasse in massa ai Parlamentari. Come un fiume in piena dobbiamo sommergere di mail le loro caselle di posta elettronica perché ci possano ascoltare veramente. E non lo facciamo attraverso una petizione sul web perché i tempi sono stretti e perché non darebbero alla petizione lo stesso peso di centinaia (si spera di migliaia) di lettere che gli intasano la mail.
Sotto trovate l'elenco degli indirizzi e-mail dei parlamentari a cui inviare la lettera firmata, copiata e incollata.
Nell'oggetto scrivete: "Lettera aperta ai Parlamentari senza sigle associative da parte di Pedagogisti ed Educatori"

Grazie per la collaborazione
Tiziana Cristofari

martedì 7 febbraio 2017

Lettera aperta ai 600 firmatari della petizione: “Gli studenti non sanno l’italiano”

Ecco, di nuovo, ci siete cascati ancora una volta. E questa volta vi siete coalizzati con una petizione. Tutti: accademici della Crusca, linguisti, rettori di università, docenti di letteratura italiana, storici, filosofi, sociologi, neuropsichiatri, economisti, ahimè anche pedagogisti e altri…
Insomma i nostri studenti sono dei ciucci! 
Lo avete detto voi: “…ci permettiamo di proporre le seguenti linee di intervento e lo facciamo proponendo test aggiuntivi…” Ancora? Ma non bastano tutte le prove a cui sono sistematicamente sottoposti questi studenti? Ma non avete ancora capito che il problema non è negli scolari, né tantomeno nell’assenza di valutazioni? 
Il problema cari accademici è il metodo di insegnamento e spesso l’insegnante stesso. Insomma il problema dell’ignoranza grammaticale, lessicale, sintattica, ortografica ecc. degli studenti mette radici in quello che siamo e facciamo noi adulti.
Voi che avete ideato e firmato la petizione, avete mai visto come lavorano la maggior parte degli insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo grado? Ve lo siete mai chiesto? Se non lo avete fatto ve lo suggerisco io.