giovedì 25 novembre 2021

Bambini capaci hanno genitori consapevoli

Bambini capaci hanno genitori consapevoli
Sono almeno trent'anni che ci parlano di DSA, ovvero disturbi specifici dell’apprendimento. Che ci spiegano come sia possibile dispensare o compensare per fare diventare questi bambini sereni in ambito scolastico. Sereni sì, forse, ma non capaci. Da trent'anni i casi di DSA crescono inesorabilmente ogni anno e le scuole si “infestano” di bambini che stanno più dal medico che con i loro docenti.

Personalmente come pedagogista tutto questo mi fa male e non lo accetto, anche perché vedo e pongo rimedio, almeno con chi me lo richiede. 

sabato 6 novembre 2021

Quando la sfiducia colpisce i bambini: ecco cosa puoi fare.

Quando la sfiducia colpisce i bambini: ecco cosa puoi fare
“Un padre non l’ho avuto. Mia madre non mi ha mai dato fiducia, questa è la mia sfortuna.

Sono cresciuta dubitando di tutto quello che ho fatto. Chiunque poteva dirmi che non ero brava perché io ci avrei creduto. Chiunque poteva dirmi che gli altri erano migliori di me, credevo anche a questo. La sfiducia in me mi ha lasciata nella precarietà e nella solitudine per tutta la vita. Il mio non credere a me stessa ha impedito che lo facessero gli altri, e non potevo nemmeno fargliene una colpa. La sfiducia nelle mie qualità di donna ha fatto sì che ogni uomo potesse decidere per il mio destino: erano loro a iniziare il rapporto ed erano sempre loro a finirlo. Erano loro che mi facevano sentire niente. Loro che da sempre sono stati tutto. Mio fratello era migliore di me solo perché maschio. Era migliore di me al lavoro, era migliore di me anche nella sua famiglia, come padre o semplicemente come marito. Io per lei ero sempre stata poco e continuavo a esserlo. Cresciuta nel niente anche della scuola con un percorso a ostacoli per mia madre insormontabili, sarei rimasta niente se un giorno non mi fossi accorta che, seppur priva di fiducia in me, mi piaceva studiare. Ma studiare non basta se dentro di te tutti ti ricordano che non vali niente; perché lei, mia madre, l’unica che avrebbe dovuto da sempre farmi sentire di valere tutto (almeno per lei), mi ricordava continuamente in ogni cosa che facevo o che volevo fare, che non avevo la sua fiducia. Così diventi grande. E resti da sola con il tuo sentire pallido fino a scomparire…”