venerdì 12 gennaio 2018

Come (non) imparano i bambini!

I genitori lo sanno: con tanta attesa e molti tentativi.
Ricorderete sicuramente quante volte avete provato a suggerire ai vostri bambini di pochi mesi la parola “mamma o papà” nella speranza che un balbettio somigliante potesse uscire dalla sua bocca. O più tardi quando una volta con la stazione eretta avete provato a lasciarlo nella speranza che camminasse da solo.
In tutti questi tentativi ripetuti all’infinito sarebbe folle pensare di sostituire quelle prove con metodi coercitivi o addirittura sostitutivi, sempre se riusciate a trovarne uno.
Quindi il bambino cresce per prove e tentativi sul quel gesto, quella parola, quell’azione, quella circostanza. Cresce sicuramente più facilmente se dietro a quel sostegno c’è anche la parola dolce, il sorriso, l’affettività dell’adulto significativo.

martedì 9 gennaio 2018

Cosa manca ai professionisti

Erano anni che non mi allettavo come questo fine 2017. Ho cominciato a metà dicembre con vertigini e nausea, poi sono andata a star meglio fino a quando non è giunta anche l’influenza che mi ha tenuto compagnia con tutti i postumi fino a dopo Capodanno. Nel frattempo a livello politico c’è stata una svolta epocale per la mia professione (riconoscimento del ruolo dei Pedagogisti e degli Educatori) con la Legge 205/2017 che, lo ammetto, solo negli ultimi giorni riesco a prenderne pienamente atto e a riconoscermi la portata di quanto andavo aspettando da anni insieme a tantissimi altri professionisti come me.


Nel frattempo così, tra una dormita di troppo e un mal di testa ho potuto riflettere sul discorso della professionalità che la legge riconosce a determinate categorie di laureati. Nel nostro caso la Legge 205/2017 dichiara che per svolgere un certo tipo di lavoro devi essere qualificata possedendo una determinata istruzione, ovvero un pezzo di carta, un titolo che ti rende “abilitato”.


Ed ecco che uno pensa che un’influenza sia solo un’influenza e che disturba il quotidiano e che devi solo rassegnarti e aspettare che tutto passi. Ma per le mie a volte fastidiose elucubrazioni sui perché e sui percome della vita e del lavoro, ammetto che è servita anche questa esperienza quasi (fortunatamente) da troppo tempo dimenticata.
Come era ovvio che fosse gli ingordi del mondo del web non ci hanno pensato due volte a farsi sentire con tutte le cattiverie del caso anche per quanto riguarda il riconoscimento del nostro ruolo: va bene poverini, altrimenti perdono l’abitudine! Ma in qualche modo mi hanno fatto riflettere e in virtù di questo vorrei condividere con voi questa riflessione che non ci dovrebbe mai permettere di abbassare la guardia quando facciamo riferimento a un professionista.

lunedì 8 gennaio 2018

L’allattamento attraverso il corpo e la mente

La pedagogia è complessa. L’ho scoperto studiando e lavorando nel settore. È proprio per questo motivo che oggi voglio approfondire una questione prettamente pedagogica che tocca qualcosa di umano, di intimo, qualcosa di personale, che abbraccia un aspetto molto importante per le neomamme: l’allattamento.
L’allattamento costituisce un momento di vitale importanza per la relazione interpersonale tra madre e figlio. Esso rappresenta il primo nutrimento per il bambino in quanto possiede una composizione inimitabile, specifica, ideale per le sue esigenze nutritive e di sviluppo. Nel latte materno sono presenti