domenica 31 luglio 2022

Maestrina: ecco perché ti insulto

Maestrina: ecco perché ti insulto

Continuano a dirmi che parlo troppo, che spavento e che creo risentimento. Bene, allora funziona.

Non sento di avere niente da perdere, né da rimproverarmi. Il valore nella mia attività è sempre lo stesso, la mia capacità anche, i bambini che recuperano ne sono la dimostrazione.

Ma con questo articolo voglio ritornare alla cultura pedagogica, perché sono io a essermi stufata di certi argomenti, più di chi legge.


Questa volta voglio stare dalla parte degli insegnanti. Anche se vi pare strano. Ma non nella dicotomia insegnanti-allievi, ma nella loro (nostra) professione.


Mi è capitato spesso di essere insultata per il lavoro che svolgo come docente, ovvero di essere etichettata come “maestrina” in senso dispregiativo. Un insulto sottile, subdolo, meschino, da ignorante ovviamente. Può sembrare strano, ho lavorato come docente in tutte le fasce di età: bambini, adolescenti, adulti. Ma quando dico sono una docente in modo generico, dall'altra parte capiscono, non so come, che sono una maestra, anche quando insegnavo al liceo o nella formazione ai docenti. È come se dal mio viso trapeli la mia sensibilità verso i bambini, per cui, anche se non dico di essere una maestra, sono scambiata per tale. Ma non mi dispiace!

venerdì 29 luglio 2022

L’odio e la rabbia che non permettono di vivere


Tutti sognano nella vita per avere qualcosa che non si ha! Si lavora duramente, si spera di migliorare, di avere fortuna, qualunque essa sia. Sogni di tutti: una bella casa, una vita dignitosa e degna di essere vissuta; una sana alimentazione, sport, divertimento. Sogni semplici, che le circostanze della vita possono portarti via o non darti mai (come accaduto con la pandemia per tantissimi Italiani, e non solo). E poi ancora la Guerra, l'inflazione, la siccità, il caro bollette, la mancanza di posti di lavoro, la politica sbagliata, ingiusta… e quei sogni si frantumano… per sempre? Per molto tempo? Ci si arrabbia, si impreca, si trovano i colpevoli o presunti tali, ma la vita è lì implacabile e noi siamo tra i milioni di “ultimi e penultimi” a cui tocca continuare a sognare.

domenica 24 luglio 2022

Vuoi fare carriera? Comincia con il silenzio…

Vuoi fare carriera? Comincia con il silenzio…

Quando otto anni fa aprii questo blog lo feci con l'intenzione di parlare dei bambini-ragazzi e far passare il messaggio (oltre che dimostrare con la mia attività) che sono tutti “figli meravigliosi”: non come modo di dire ma per un fatto oggettivo.

È chiaro che per vedere il “meraviglioso” che sta dietro ogni bambino o adolescente devo prima di tutto saper vedere l'essere umano, non ciò che rappresenta: ceto sociale, capacità e potenzialità intellettiva, nazionalità, appartenenza religiosa, politica ecc. 

Tutti noi facciamo una cernita di chi ci sta intorno, e scegliamo tra chi diventerà un nostro amico o il nostro fruttivendolo. Ma se si vuole apprezzare veramente una persona lo si può fare solo nella valutazione della sua umanità; e per i più giovani nel rispetto di quell'umanità che può esprimersi liberamente se non indottrinati e/o privati fin da piccoli della loro capacità di sentire. 

venerdì 15 luglio 2022

Lettera aperta al Presidente Mario Draghi

 



Presidente Draghi, l'orgoglio non aiuta l’Italia. Immagino che per un uomo che ha avuto e ha prestigio e potere come il Suo sia difficile accettare la violenza di chi allo stesso modo guarda al Suo orgoglio non dando importanza agli Italiani: Giuseppe Conte e tutto il restante Movimento 5 Stelle.

Ma forse è proprio adesso che Lei deve veramente dimostrare di essere un “nonno al servizio delle Istituzioni”, e mi verrebbe da dire che più che al servizio delle Istituzioni potrebbe provare a essere per la prima volta al “servizio di quegli Italiani che oggi sono gli ultimi”. Nel passato recente non ci sono politici né a destra né a sinistra che abbiano veramente e concretamente pensato agli ultimi. Mai. E forse mai ci saranno. Agli ultimi sono arrivate sempre e solo le briciole, il contentino. Intendiamoci Presidente, a me Lei non è mai piaciuto. È evidente e sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere, di come Lei abbia sempre servito gli interessi dei più forti, altro che ultimi! E come il Suo orgoglio l’ha portata alle dimissioni, devo ammettere che non avrei mai pensato che io, nel mio essere infinitamente piccola e nessuno, mi sarei “abbassata” a chiederLe di rimanere al Suo posto fino a fine legislatura.


Eppure oggi il futuro senza di Lei, almeno per i prossimi mesi, mi terrorizza: impulso forte che mi spinge a scriverLe. Pertanto Le chiedo di scendere dal suo piedistallo d'oro, di mettere da parte l'orgoglio della Sua posizione e per la prima volta di dimostrare agli ultimi del Popolo italiano che Lei li sa ancora vedere.


La situazione nazionale e internazionale è terribile, ma Lei la conosce meglio di me, non sono io che gliela devo raccontare. Pertanto La invito a fare uno sforzo per immaginare sulla Sua pelle la situazione degli Italiani che restano più indietro, perché la coscienza razionale senza la sensibilità umana non serve a niente. Come più volte la politica ha ampiamente dimostrato.


Se avrà il coraggio di restare al Suo posto “di comando” Presidente Draghi, Lei avrà molto di più di ciò che può avere dal rispetto del Suo orgoglio, avrà la dignità di essere stato, forse tra i pochissimi nella storia politica italiana, un uomo con la sensibilità e l’onestà dell’essere umano; perché per essere esseri umani bisogna saper pensare e sentire l’umanità. 

Cordiali saluti 


Tiziana Cristofari



venerdì 8 luglio 2022

Tutti i bambini nascono liberi dal pregiudizio e non lo sviluppano finché non viene loro instillato. Parte X

 


Lezione 10 – 17 GENNAIO 2022

Nell'ultima lezione del mio corso di pedagogia è stato trattato un argomento importante, che purtroppo - anche se può sembrare vecchio e scontato in modo imbarazzante - resta tristemente attuale: quello delle differenze di genere, di etnia e di cultura.

Non amo particolarmente parlarne, perché è un tema che si rischia facilmente di banalizzare.

Ma l' aspetto che mi ha più emozionata di questo modulo (e che non trovo affatto banale) è l'idea della scuola come luogo nevralgico per la costruzione di una multiculturalità. Una scuola dunque che non si accontenta di fornire nozioni, ma educa all'affettività e all'emotività, ossia a tutte quelle competenze che regolano e orientano - fra le altre cose - il comportamento verso la diversità.