Forse ai lettori di Left o a Left stesso questa affermazione non piace perché mi sembra di aver capito che pensate all’educazione solo in termini di coercizione, come forse è quasi sempre stata. Ma è bene ricordare che anche la psichiatria è sempre stata e lo è per molti ancora oggi, un fatto quasi esclusivamente organico, che solo la nuova ricerca scientifica di Massimo Fagioli ha rivoluzionato.
Parlando di atti educativi tra educatore (pedagogista, insegnante, genitore, nonni, zii ecc.) ed educando (figlio, nipote, studente), possiamo oggi sicuramente affermare che un modo di essere aggressivo, coercitivo, punitivo, anaffettivo lo è, per malattia mentale; e allo stesso tempo, un atto educativo calmo, affettivo, delicato, intuitivo, creativo lo è, per sanità.