mercoledì 25 maggio 2022

Un anno scolastico meraviglioso!


Partito male con la scomparsa di mia madre a ottobre, a novembre mi chiedono di seguire un corso per operatori OEPAC (Operatore Educativo per l’Autonomia e la Comunicazione).

Accetto con una pesantezza nel cuore che si può avere solo per la scomparsa di una madre. 

Mi trovo davanti a diciotto donne di tutte le età e culture diverse: lavoratrici, madri, casalinghe, studentesse… Una classe veramente eterogenea.

Il cuore pesa, ma la mente, per il piacere di insegnare, alleggerisce il peso. E tutte loro rispondono meravigliosamente. Ci sono momenti di lezione bellissimi, altri mi commuovono, altri ci fanno sorridere. Aspetto impaziente le ore di lezione perché so che con loro mi posso rilassare: sono recettive, vitali, sensibili. Sono interessate alle mie parole, alla pedagogia e alla didattica, ad approcciarsi bene con i bambini; sono la mia rinascita, la mia speranza. Sono una classe bellissima.

La fine del corso a gennaio del nuovo anno mi spegne un po’. Mi propongono un altro corso, ma da pochi giorni ho già accettato un diverso incarico: una classe prima della scuola primaria. Loro sono meravigliosi come tutti i bambini, ma l'insegnante dei primi mesi di scuola aveva lavorato poco ed erano molto indietro. Chiedo ai piccoli moltissimo. Inizialmente c’è qualche malumore. E le famiglie che non mi conoscono si spaventano della mia richiesta di vedere i loro figli crescere. Lo so, sembra un paradosso, ma per i bambini i cambiamenti sono traumatici e i genitori spesso non comprendono ciò che i loro figli vivono e riportano. Una riunione di presentazione alla fine del primo mese, mette a tacere la paura. 

Con il mio insegnamento mostro loro che amare i bambini significa chiedergli di crescere, significa avere interesse per i loro figli e il mio interesse principale è che loro imparino anche recuperando ciò che fino a quel momento non è stato fatto.

Famiglie intelligentissime mi seguono, come i loro bambini. I risultati sono evidenti a volte addirittura sorprendenti. Nel momento in cui scrivo tutti i bambini di prima riempiono più di due pagine di dettato. Ora, studenti e famiglie sanno di poter contare su di me.

L'anno scolastico 2021/2022 è stato per me meraviglioso esattamente come lo sono i miei studenti: grandi e piccoli, li ringrazio tutti, famiglie comprese, per aver lasciato lo spazio di farmi entrare nella loro vita e accettandomi anche quando dentro di me quel fardello enorme, spesso a loro sconosciuto, si faceva intravedere.


Dr.ssa Tiziana Cristofari


 

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domenica 22 maggio 2022

A scuola è d'obbligo la relazione positiva e la didattica differenziata. Parte VIII

A scuola è d'obbligo la relazione positiva e la didattica differenziata

L
EZIONE 8 – 13 GENNAIO 2022 

L’ottava lezione del mio corso di pedagogia mi è piaciuta moltissimo: contrariamente alla precedente, che aveva risvegliato in me sentimenti di delusione, rabbia e impotenza, questa mi ha permesso di immaginare una strada. Che certamente non conduce alla trasformazione del sistema, ma che indica come si raggiunge un rapporto costruttivo e piacevole con lo studente e, più in generale, con l’intero gruppo classe, offrendo una chiave per stare dentro quel sistema in modo utile agli altri e gratificante per se stessi. 

venerdì 13 maggio 2022

Quando all'insegnante arrivano i capelli bianchi

Quando all'insegnante arrivano i capelli bianchi

Ho un gruppo su Facebook chiamato “Io sto con gli studenti” perché in effetti io sto sempre dalla parte degli studenti. Quando un discente va male a scuola, la causa è dell'adulto genitore o insegnante che sia. È però vero, che chi non insegna, non può immaginare e comprendere un certo sentire dei docenti che a volte possono passare, guarda un po’, anche per vittime. 

Una dirigente scolastica un giorno mi disse che come insegnante quello che più l'ha fatta soffrire è stato subire insulti da parte degli studenti, soprattutto a fine carriera. “Sei una babbiona”, è l'insulto più frequente quando si arriva ad avere qualche capello bianco. Ma gli insulti iniziano molto prima dell'arrivo dei capelli bianchi. Schernire l'insegnante è pratica, e a volte prassi frequente, fin dalle prime classi delle scuole primarie. Non fare ciò che l’insegnante dice deridendola, è anche questa cosa abbastanza frequente. E non c'è bisogno di essere avanti con l’età, basta essere. E questo più o meno tutti i giorni. Questo perché qualche famiglia non crede nell'amore dei propri figli e nel rispetto che si può avere solo se i ragazzi, i bambini, sono abituati ad averlo, a vederlo e a sentirlo come proprio. 

Perciò sì, sono ancora dalla parte degli studenti, ma consapevole che ci sono molte brutte famiglie e che i docenti, fortunatamente, sanno quali sono. 


Dr.ssa Tiziana Cristofari

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