lunedì 30 ottobre 2017

Bambini senza DSA: una realtà possibile!


In una società del tutto e subito, dove la cultura umanistica è stata svuotata della sua bellezza e del suo straordinario valore educativo e formativo, dove la medicalizzazione invade in modo scriteriato le scuole, dove le famiglie – già in crisi – vivono l’abbandono e la solitudine, il libro della pedagogista Tiziana Cristofari rappresenta un atto di coraggio, il coraggio della «parresìa, ossia del principio del dire il vero, senza vergogna e senza timore, del dire il vero senza limiti» (M. Foucault, Il coraggio della verità, Milano 2016).


È un intento etico il suo che rimanda al principio della Crescita autentica, quella pedagogica dell’educére, del tirar fuori da ciascuno il talento unico e prezioso di cui è portatore, e considera un dovere di ogni adulto educante permettere tutto ciò. La Cristofari ci ricorda che per raggiungere questa finalità occorrono qualità morali, capacità empatica, competenze comunicative e relazionali, competenza ermeneutica, buona didattica. Quest’ultima infatti è un’autorevole disciplina di studio e oggetto di ricerca della metodologia e della pedagogia verso la quale eminenti studiosi hanno rivolto interesse e realizzato ricerche ponderose. Tuttavia, oggi come oggi, il rischio che si corre è l’applicazione di un’arida e spesso tecnicistica didattica, di un retorico pedagogismo, della propensione alla delega educativa.


   La pedagogista Tiziana Cristofari, con un linguaggio chiaro e spontaneo che nasce da una solida esperienza professionale e dalla passione pedagogica, sottolinea le evidenti problematicità socioculturali di oggi che penalizzano inesorabilmente bambini e famiglie, e invita necessariamente alla riflessione, alla sensibilizzazione, all’assunzione di responsabilità che sole possono consentire di aprire alla complessità, alla pluralità di senso dell’esperienza umana che vanno oltre l’apparenza, oltre le diagnosi, per liberarsi così dall’invadente processo di medicalizzazione in atto. Il suo libro insomma costringe a sospendere il giudizio aprioristicamente, e restituisce dignità e valore a ciascun individuo che si affida a un mondo adulto per crescere ed esprimere vitalità, creatività, autonomia e pensiero critico; costringe a consegnare alla Pedagogia il ruolo di scienza dell’Educazione e della Formazione; costringe a... pensare, semplicemente a pensare dopo aver smosso gli animi.

Dr.ssa Luisa Piarulli
Ex Presidente ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti)

Il libro è reperibile scontato
attraverso il nostro sito
o su AMAZON 

Un titolo e un contenuto sicuramente contro tendenza, dato che libri e manuali sull’argomento parlano solo di come riconoscere i disturbi dell'apprendimento e quali sono gli strumenti dispensativi e/o compensativi per sostenere una realtà che, secondo la maggioranza della comunità scientifica, non ha soluzione in quanto i disturbi sarebbero causati da fattori genetici o neurobiologici.
Nel mio libro affronto scientificamente tutti questi argomenti e li smonto uno per uno dimostrando come sia improbabile quanto viene affermato. Ma soprattutto spiegando perché la comunità scientifica non ha ancora compreso o voluto comprendere, che questi “disturbi” mettono radici lì dove la scuola e la famiglia crescono figli e studenti senza una pedagogia adeguata.


Descrizione del libro. È intelligentissimo, ma il maestro mi dice che non ascolta. Legge stentatamente e la maestra mi ha detto che potrebbe essere dislessica. Non ricorda le tabelline e mi hanno detto che potrebbe essere discalculico. Mi hanno consigliato il logopedista. Mi hanno detto che dovrei portare mia glia a fare una visita dalla neuropsichiatra infantile. Poi ho letto un suo articolo... Poi cercando su internet il significato di queste parole mi sono imbattuta nel suo sito... È con le stesse parole che un papà arriva da una pedagogista che ha trovato la soluzione ai disturbi specifici dell’apprendimento. Inizialmente scettico, ma speranzoso - perché sua figlia, presunta dislessica, ha difficoltà relazionali con lui e un calo del rendimento scolastico -, s’imbatte in un’avventura scientifica, realistica e umana senza precedenti. Andrà alla scoperta del pensiero di medici e pedagogisti di fama mondiale che gli spiegheranno perché quello che comunemente si racconta sui disturbi dell’apprendimento non è realistico, trovandosi così involontariamente alla ricerca di una conoscenza genetica, neurobiologica, psicologica e soprattutto pedagogica di cui era profondamente allo scuro come del resto buona parte della comunità scientifica ed educativa. Riuscirà in questo modo a capire come nascono, come si prevengono e come si superano i disturbi dell’apprendimento. Ma soprattutto imparerà come è possibile evitarli con l’applicazione di una scienza che nel tempo è stata annullata dalla politica e negata nella formazione dei nuovi docenti: la scienza pedagogica.
Oggi il 25% dei bambini di una classe viene diagnosticato con un disturbo dell’apprendimento. Dicono che il problema è genetico o neurobiologico e per questo non si può far nulla se non dispensare e/o compensare. E se così non fosse?

La dottoressa Tiziana Cristofari pedagogista e docente, con l’aiuto tratto da teorie e prassi di eminenti e riconosciuti studiosi in pedagogia, psicologia e psichiatria - tra i quali Giovanni Genovesi, Shinichi Suzuki, Howard Gardner, Lev Semënovič Vygotskij, Massimo Fagioli -, ha dimostrato come sia ampiamente improbabile che i disturbi specifici dell’apprendimento abbiano origine genetica o neurobiologica e come invece siano il frutto dell’assenza totale di pedagogia scolastica e familiare. 

Codice ISBN: 9791220015424
Il libro è reperibile sul nostro sito scontato cliccando qui 

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Ma se non hai voglia di leggere

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lunedì 23 ottobre 2017

Bambini trattati come automi: lettera aperta alla Ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli

Gentile Ministra Valeria Fedeli, mi chiamo Tiziana Cristofari e sono una pedagogista-insegnante. Non so se Lei ha mai avuto modo di leggere i libri dei pedagogisti Aldo Visalberghi, Francesco De Bartolomeis o Giovanni Genovesi o, andando più indietro nel tempo, di Maria Montessori. O se trovando il momento per approfondire altre letture ha avuto modo di conoscere autori meravigliosi come John Dewey o Edgar Morin, tutti impegnanti in una ricerca scientifica pedagogica sul miglioramento delle qualità fisiche-intellettuali-morali-comunicative dell’essere umano. Uomini e donne che hanno tentato con i loro studi di rendere sempre migliore la realtà individuale di ogni studente nella relazione con il docente, nonché nell’ambiente di apprendimento attraverso lo studio del metodo, della didattica e quindi della cultura scientifica per eccellenza denominata appunto Pedagogia.
Suppongo Signora Ministra che tutto ciò Lei lo conosca bene, dato il ruolo di primaria importanza che ricopre nel settore educativo. Se così è, comprenderà l’importanza in ambito scolastico della pedagogia, ovvero della teoria e prassi che l’insegnante dovrebbe conoscere e usare per la formazione non solo nozionistica dei bambini, delle bambine e degli adolescenti, ma anche perché possano viversi degnamente la propria umanità e la propria personale unicità nella formazione. 
Ma ahimè tutti sappiamo bene quanto la conoscenza e l’uso della pedagogia sia carente nel programma del percorso accademico dei docenti prima e nella prassi poi (dove purtroppo anche la nuova legge sulla Buona scuola e i suoi successivi decreti, non ne compensano minimamente la carenza), e soprattutto quanto inaccettabile sia il fatto che nelle scuole, la figura per eccellenza ovvero quella del professionista in Pedagogia, sia completamente assente e quella di educatore ancora troppo facilmente bypassata.