Classe media e bassa che sprofonda nelle risate sarcastiche di una classe alta cieca e sempre più inumana. Classe media e bassa che si insulta scaricandosi l'un l'altro la responsabilità che non gli appartiene, senza vedere che l'odio è fomentato dalla classe alta che ci guarda dal pulpito con disprezzo e supponenza: odiatevi, uccidetevi, insultatevi, sfregiatevi; così facendo, noi classe alta, diventeremo sempre più ricchi e potenti, attribuendovi la colpa.
I sogni? Si dice che appartengano ai ricchi! E forse è vero! Almeno in questo periodo storico. E mi fa sorridere Farinetti quando racconta che nei suoi Store non vuole i Gratta e Vinci perché sarebbero la perdizione, l'umiliazione dei suoi ristori per ricchi; ma poi racconta anche che una giocata vinta gli ha permesso di realizzare un progetto. Ipocrita! È facile pensare male degli altri quando parti da un vantaggio. Ma la classe alta spesso è questo: saper guardare solo al proprio orticello, non avere la dignità di un briciolo di empatia, ma avere la presunzione dell’intelligenza, di voler insegnare come si è diventati grandi, potenti, ricchi. Il benessere però non è frutto solo di intelligenza, se così fosse il Parlamento sarebbe vuoto e i ricchi saprebbero anche pensare l’umanità.
La verità, almeno qui in Italia, è che il benessere, molto spesso, va a braccetto con la furbizia (che è parente però della stupidità), la disonestà e l’avarizia, l’opportunismo, il nepotismo e i colpi di fortuna.
Quanta amarezza in tutto questo! Come si può non odiare, non provare rabbia per l’impotenza cui ci costringono, facendoci passare per quelli sbagliati, incapaci, stupidi, mai abbastanza idonei per.
Eppure si può non odiare e non provare rabbia. Si può nella consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si può fare se non ci facciamo paralizzare proprio dalla rabbia e dall’odio. Movimento quindi. Psichico e mentale, ricerca, comunicazione, no al bavaglio. Resistenza, e rifiuto della situazione inaccettabile ma senza violenza; e pertanto ancora ricerca psichica, culturale, umana. Ripartire da ciò che si è e si ha, trovare la forza dentro di noi (umanità) prima ancora che fuori (benessere economico); essere resilienti, ma soprattutto respirare l’umano.
C'è qualcosa di più nel sentire e nel vedere la realtà umana.
Guardo la casa in cui vivo da trent'anni e penso che è ora di ristrutturarla: i miscelatori dei lavandini li devo trattare bene, altrimenti cominciano a gocciare; spero che non si rompe un tubo dell'acqua perché i rubinetti generali che la chiudono sono tutti ossidati dal tempo; i muri sono ingialliti; le corde delle tapparelle si stanno per spezzare. E non c'è luce nel porre rimedio a questo desiderio; non c'è luce per realizzare il sogno.
Sono tre anni, a parte sporadici momenti, che per rientrare nelle spese mangio tutti i giorni solo pasta e legumi: ho perso 6 chili! Ma le analisi del sangue sono perfette, come la linea! Evvai! Mi dico.
L’importante è la salute! Sono tre anni che prediligo la penombra e il freddo, perché per me luce e gas sono cari già da tempo…
Devo forse odiare? Provare rabbia? No, perché sono due espressioni di noi stessi distruttive e autolesioniste. Allora penso che sì, i muri sono da rifare e le tapparelle non le tiro più nemmeno giù per paura che si spezzino, ma ho una casa. Ho un rifugio dove andare a ripararmi dal caldo e dal freddo, molti non ce l’hanno (gli immigrati), gli Ucraini non ce lo hanno più. Ho ancora un posto dove trovare ristoro dalle fatiche, dove potermi lavare in libertà, dormire su un letto comodo tutte le sere: alcuni poveri Italiani e non, per poterlo fare devono stare in fila e chiedere il permesso alla Caritas. Ho ancora pasta e fagioli da mangiare, moltissimi nemmeno quella! Ho ancora la luce per il collegamento a internet o il gas per cucinare, molti nemmeno questo.
Quando vedo che lo sport praticato per anni è diventato per me costoso sorrido, pensando che le lunghe passeggiate con Nocciolina invece non mi costano nulla.
E non è un pensiero cristiano cattolico (dato che sono atea e anche sbattezzata), per cui bisogna pensare a chi sta peggio di noi per sentirsi meglio; no, è un pensiero di resistenza, perché la mia condizione non è causata da me, ma da forze maggiori e dalla stupidità, aggressività, prepotenza e abuso di chi ci governa. Pertanto resistenza alle avversità, rifiuto del disumano senza violenza, capacità di saper essere esseri umani, nonostante tutto.
Quando penso a quello che prima potevo permettermi e di cui oggi mi devo privare, mi accorgo però di avere intorno a me ciò di cui ho più bisogno: l’umanità. Lo ammetto, le persone umane si contano sulle dita di una mano, ma esistono, e sono il più grande ristoro.
Qualcuno penserà però che non si vive di umanità; io posso garantirvi invece che lei, l'umanità di chi mi sta intorno, non solo mi alimenta, ma azzera completamente l'odio e la rabbia per consentirmi di continuare a vivere amando la vita nonostante tutto.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
PS: Questo articolo lo dedico al mio commercialista Danilo Galotti, per la sua grande umanità.