domenica 31 luglio 2022

Maestrina: ecco perché ti insulto

Maestrina: ecco perché ti insulto

Continuano a dirmi che parlo troppo, che spavento e che creo risentimento. Bene, allora funziona.

Non sento di avere niente da perdere, né da rimproverarmi. Il valore nella mia attività è sempre lo stesso, la mia capacità anche, i bambini che recuperano ne sono la dimostrazione.

Ma con questo articolo voglio ritornare alla cultura pedagogica, perché sono io a essermi stufata di certi argomenti, più di chi legge.


Questa volta voglio stare dalla parte degli insegnanti. Anche se vi pare strano. Ma non nella dicotomia insegnanti-allievi, ma nella loro (nostra) professione.


Mi è capitato spesso di essere insultata per il lavoro che svolgo come docente, ovvero di essere etichettata come “maestrina” in senso dispregiativo. Un insulto sottile, subdolo, meschino, da ignorante ovviamente. Può sembrare strano, ho lavorato come docente in tutte le fasce di età: bambini, adolescenti, adulti. Ma quando dico sono una docente in modo generico, dall'altra parte capiscono, non so come, che sono una maestra, anche quando insegnavo al liceo o nella formazione ai docenti. È come se dal mio viso trapeli la mia sensibilità verso i bambini, per cui, anche se non dico di essere una maestra, sono scambiata per tale. Ma non mi dispiace!

Il mio rispetto per ogni professione però, ha sempre fatto sì, che anche quando ero professoressa, quel vezzeggiativo di spregio nei confronti della maestra mi colpisse molto.

C'è anche un altro motivo a questo mio fastidio: il fatto che facessi aggiornamento pedagogico proprio alle maestre e che riponessi grande stima e fiducia in loro, fosse solo per questo, le mie studentesse erano meritevoli di difesa.


Ma la mia indignazione motivata a questi insulti immeritati è decisamente più importante di quello che fino adesso ho esposto. E ve la voglio raccontare nella speranza che il prossimo ingiuriatore possa sentirsi piccolo, meschino e ignorante.


Il significato della parola “maestro” si attribuisce alla persona abile e competente nelle più disparate discipline. L'etimologia fa derivare la parola “maestro” dal latino “magister”, derivato da “magis”, che significa “grande” + il suffisso comparativo “ter”. Per cui “maestro” significa “il più grande”, il più esperto, il più competente.


Ma oggi fortunatamente, non è solo l’etimologia della parola “maestro” a dare un alto senso alla professione della maestra di scuola primaria. Finalmente, anche a livello politico, si è riconosciuta l’importanza del ruolo degli insegnanti non solo della primaria, ma anche del nido e della materna, obbligando chi vorrà intraprendere questa professione a laurearsi, pertanto ad avere una cultura piena e alta che fornisce il titolo di “dottori” nella professione. E ricordiamo l’etimologia della parola “dottore” che deriva dal latino “doctor -oris”, ovvero maestro, da “docere”, ovvero insegnare.


Questa coscienza politica non è solo frutto dei tempi che cambiano, ma di una profonda consapevolezza dell'importanza del ruolo dei docenti di nido, materna e primaria, nella crescita delle future generazioni.


Forse non si è mai ragionato sull'importanza e la competenza che questi insegnanti devono avere nei confronti dei loro studenti. I bambini fino all'adolescenza sono letteralmente nelle mani dei loro insegnanti, che non devono sapere a pappagallo la storia o la matematica, ma una serie di discipline (pedagogia, antropologia, psicologia, sociologia, educazione comparata, metodologia della ricerca educativa, filosofia ecc.), molto importanti per lo sviluppo psichico ottimale delle nuove generazioni.

Quello che viene comunemente chiamato professore a buon bisogno conosce la sua materia e basta. Tutto ciò che concorre alla migliore crescita e sviluppo del bambino/adolescente il più delle volte lo ignora completamente, diventando esso stesso inconsapevolmente parte del problema futuro di quello studente.


I maestri, ma soprattutto le maestre perché numericamente di più dei maschi, hanno un ruolo di guida che non possono sbagliare. Loro sono la base di ciò che diventerà il percorso di studi e spesso anche di vita, dello studente o della studentessa. Altro che “maestrine” in senso riduttivo o “maestrucole” in senso dispregiativo.


Se molti avessero la capacità pedagogica di vedere e sapere quale difficile mondo si nasconde nei primi anni di vita del bambino, impallidirebbero. Se avessero sentore della responsabilità si morderebbero la bocca al solo pensare di attribuire a un insegnante di scuola primaria l'appellativo di “maestrina”.


Dr.ssa Tiziana Cristofari

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