sabato 6 novembre 2021

Quando la sfiducia colpisce i bambini: ecco cosa puoi fare.

Quando la sfiducia colpisce i bambini: ecco cosa puoi fare
“Un padre non l’ho avuto. Mia madre non mi ha mai dato fiducia, questa è la mia sfortuna.

Sono cresciuta dubitando di tutto quello che ho fatto. Chiunque poteva dirmi che non ero brava perché io ci avrei creduto. Chiunque poteva dirmi che gli altri erano migliori di me, credevo anche a questo. La sfiducia in me mi ha lasciata nella precarietà e nella solitudine per tutta la vita. Il mio non credere a me stessa ha impedito che lo facessero gli altri, e non potevo nemmeno fargliene una colpa. La sfiducia nelle mie qualità di donna ha fatto sì che ogni uomo potesse decidere per il mio destino: erano loro a iniziare il rapporto ed erano sempre loro a finirlo. Erano loro che mi facevano sentire niente. Loro che da sempre sono stati tutto. Mio fratello era migliore di me solo perché maschio. Era migliore di me al lavoro, era migliore di me anche nella sua famiglia, come padre o semplicemente come marito. Io per lei ero sempre stata poco e continuavo a esserlo. Cresciuta nel niente anche della scuola con un percorso a ostacoli per mia madre insormontabili, sarei rimasta niente se un giorno non mi fossi accorta che, seppur priva di fiducia in me, mi piaceva studiare. Ma studiare non basta se dentro di te tutti ti ricordano che non vali niente; perché lei, mia madre, l’unica che avrebbe dovuto da sempre farmi sentire di valere tutto (almeno per lei), mi ricordava continuamente in ogni cosa che facevo o che volevo fare, che non avevo la sua fiducia. Così diventi grande. E resti da sola con il tuo sentire pallido fino a scomparire…”


È profonda nel pensiero. Agghiacciante. Striscia silenziosa come una serpe, ma è lì, sempre presente: la sfiducia. Avere sfiducia in un bambino, significa togliergli tutto il futuro, ostacolarlo oltre l’immaginabile, perché qualunque cosa decide di fare non sentirà mai di essere abbastanza, non crederà mai di essere abbastanza anche quando qualcuno proverà a dirglielo. La sfiducia è qualcosa che ti si attacca addosso come una cozza dura da staccare. E invade e pervade ogni angolo della propria vita, da quella sociale-lavorativa a quella affettiva, distruggendole.


La sfiducia in un essere umano nasce quando abbiamo perso la capacità di credere nelle sue potenzialità e possibilità cognitive; spesso succede nei primi anni di scuola. Quando a un bambino gli diciamo che poverino non ce la può fare e allora ricorriamo arbitrariamente e malamente a strumenti compensativi e dispensativi che lo fanno sentire piccolo e incapace; quando lo sottoponiamo a diagnosi infinite di anni per tutto il primo ciclo di scolarizzazione, nella speranza che quel certificato spinga più in là e in avanti gli studi faticosi. E tutto questo lo facciamo per ignoranza, perché ci fa comodo, ci deresponsabilizza e qualche volta ci fa “guadagnare qualcosa”. Quello a cui pensiamo è il presente. Siamo abituati a pensare solo al presente senza mai prospettiva a lungo termine che ci obbligherebbe a valutare il danno del nostro comportamento nel lungo periodo. Ma oggi si sa, conta solo il presente. Non siamo più abituati a coltivare il futuro nemmeno per i nostri figli. 


Eppure è lì, il dolore. È in quella frase di donna che racconta di una vita di sfiducia. Di un dolore lungo e silenzioso; un dolore che, per chi ci dovrebbe amare, è impercettibile e inconoscibile, ma che diventa visibile e usabile da chi ci vuole sfruttare.


Per tutti i genitori che desiderano una speranza futura di libertà e potenzialità per i propri figli dedico e invito a leggere il mio ultimo libro Come ostacoliamo l’apprendimento dei nostri bambini.


Dr.ssa Tiziana Cristofari

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