È profonda nel pensiero. Agghiacciante. Striscia silenziosa come una serpe, ma è lì, sempre presente: la sfiducia. Avere sfiducia in un bambino, significa togliergli tutto il futuro, ostacolarlo oltre l’immaginabile, perché qualunque cosa decide di fare non sentirà mai di essere abbastanza, non crederà mai di essere abbastanza anche quando qualcuno proverà a dirglielo. La sfiducia è qualcosa che ti si attacca addosso come una cozza dura da staccare. E invade e pervade ogni angolo della propria vita, da quella sociale-lavorativa a quella affettiva, distruggendole.
La sfiducia in un essere umano nasce quando abbiamo perso la capacità di credere nelle sue potenzialità e possibilità cognitive; spesso succede nei primi anni di scuola. Quando a un bambino gli diciamo che poverino non ce la può fare e allora ricorriamo arbitrariamente e malamente a strumenti compensativi e dispensativi che lo fanno sentire piccolo e incapace; quando lo sottoponiamo a diagnosi infinite di anni per tutto il primo ciclo di scolarizzazione, nella speranza che quel certificato spinga più in là e in avanti gli studi faticosi. E tutto questo lo facciamo per ignoranza, perché ci fa comodo, ci deresponsabilizza e qualche volta ci fa “guadagnare qualcosa”. Quello a cui pensiamo è il presente. Siamo abituati a pensare solo al presente senza mai prospettiva a lungo termine che ci obbligherebbe a valutare il danno del nostro comportamento nel lungo periodo. Ma oggi si sa, conta solo il presente. Non siamo più abituati a coltivare il futuro nemmeno per i nostri figli.
Eppure è lì, il dolore. È in quella frase di donna che racconta di una vita di sfiducia. Di un dolore lungo e silenzioso; un dolore che, per chi ci dovrebbe amare, è impercettibile e inconoscibile, ma che diventa visibile e usabile da chi ci vuole sfruttare.
Per tutti i genitori che desiderano una speranza futura di libertà e potenzialità per i propri figli dedico e invito a leggere il mio ultimo libro Come ostacoliamo l’apprendimento dei nostri bambini.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
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