domenica 10 gennaio 2016

La lezione del piccolo principe

Qualche giorno fa sono andata a vedere al cinema Il piccolo principe con mia nipote. Ero molto curiosa di vedere come avessero interpretato il racconto di un libro decisamente impegnativo per i bambini. Ora ce lo ripropongono in versione cartone animato, fantastico! Anzi direi “bella pensata”, perché in fondo i cartoni animati sono sì, pensati per i bambini, ma al cinema i bambini ci vanno con gli adulti, quindi se troviamo una storia che possiamo trasformare in cartone animato e fare felici gli adulti, caspita che trovata!
Ok, Ok, sono la solita criticona. A me però piace pensare che alcune cose siano per loro (i bambini) e solo per loro. Perché se è vero che a mia nipote che ha 11 anni è piaciuto, è pur vero che ci sono stati altri bambini che quando è finito il primo tempo hanno esclamato: “Ancora solo il primo tempo!?” Mi è vento da sorridere e naturalmente da pensare che si fossero annoiati. Così ho cominciato le mie solite elucubrazioni per capire loro, il cartone animato e tutto il resto.
Certo la storia è bellissima, i protagonisti favolosi. A volte però è stato molto lento, un po’ come quei film d’élite per gente colta, che quando escono dal cinema hanno bisogno di fare disamine a non finire per comprenderne il significato profondo. Diciamo che per certi versi questo cartone animato è stato un po’ così, da capire: come il libro d’altronde!

Ma in fondo, se ci pensiamo bene molti cartoni animati negli ultimi tempi sono pensati più per gli adulti che per i bambini. Hanno tanti di quei doppi sensi che li può capire solo l’adulto, anche se poi il bambino ride trasportato dalla risata del genitore. A me tutto questo per certi versi mi fa un po’ rabbia. Sì, è vero che i bambini sono intelligentissimi, spesso siamo noi a credere che dobbiamo spiegare loro chissà ché, ma è pur vero che anticipare tanti discorsi prima del tempo non ha alcuna valenza educativa. Certo c’è chi pensa che sia giusto, ad esempio, mandare a scuola un bambino a cinque anni, togliendogli la parte più importante e unica di quell’età della vita: ovvero quella del solo gioco; anche se poi possiamo pensare che nel gioco ci sono tantissime opportunità di imparare la prima alfabetizzazione per esempio. Ma è la regola dello stare sempre seduto, fermo e zitto che toglie ai piccoli, e che è prerogativa della scuola primaria, non di quella all’infanzia. Il film è un po’ la stessa cosa: tutto si può far vedere e soprattutto (come accade) ascoltare affermazioni e battute non comprensibili, con l’idea poi che tutto si impara e che in fondo… se non lo capisce che male c’è! 
Io trovo invece che sia un male pensare di creare qualcosa per loro e poi permettergli di comprendere solo la metà di quello che possono. Ma questo accade perché noi non produciamo per loro, e lo facciamo perché sono i grandi a cavalcare il business: se i grandi si divertono, faranno sì che il loro divertimento raggiunga gli altri adulti che a loro volta porteranno i loro figli e tutti saranno felici business compreso! Questo non vuol dire che i genitori non si debbano divertire,  intendiamoci. Quello che voglio dire è che quei bambini che nel cinema si sono annoiati avevano ragione! Il film non è stato pensato per loro! 
Però, c’è da dire una cosa: Il piccolo principe è straordinario per far capire ai genitori quello che non devono fare, una vera lezione di contenuto pedagogico e altamente formativo!
Il film riproduce quello che sono e fanno molti genitori oggi. Certo è tutto un po’ forzato, in fondo è un cartone animato! Ma, chissà quante mamme e papà avranno il coraggio di ammettere a se stessi (dopo averlo visto), di essere un po’ come la mamma personaggio del film; perché la morale di questo cartone è una realtà cruda e brutale che accompagna centinaia di migliaia di studenti, come la piccola protagonista femminile, e milioni e milioni di bambini come il piccolo principe. 
Allora sì, genitori e non genitori che accompagnerete il vostro bambino o la vostra bambina a guardare Il piccolo principe, andateci fiduciosi perché ha un contenuto altamente pedagogico ma con la mente aperta, sperando che i vostri cuccioli si possano appassionare ad una realtà che per voi dovrà invece portarvi a riflettere.

Dr.ssa Tiziana Cristofari

PS: alcune mamme mi hanno rimproverata di essere un po’ troppo “bacchettona” con i genitori. Forse hanno ragione, ma un vecchio proverbio dice: “il medico pietoso fa la piaga puzzolente”. Io non sono un medico in medicina, ma se posso consigliare ai genitori un atteggiamento pedagogico corretto per la crescita migliore dei propri figli e che non conduca a “piaghe formative”, non mi voglio esimere dal farlo, a costo anche di diventare antipatica.

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