sabato 5 febbraio 2022

Sgridato e spaventato, convinto di non essere capace. Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte III

Sgridato e spaventato, convinto di non essere capace

LEZIONE 16 DICEMBRE 2021 

La terza lezione di Pedagogia è stata veramente difficile per me, eppure avrei voluto non finisse così in fretta. 

La lezione precedente mi aveva restituito la sensazione triste che nelle scuole spesso non si applicano le conoscenze pedagogiche che possediamo e che si offrono agli studenti esperienze peggiori di quelle che si potrebbero offrire loro. 

Questa, nella sua prima parte, approfondisce un aspetto che era stato solo accennato: i tanti, troppi, sempre più numerosi casi di problemi di apprendimento sono in larga misura causati da errori degli insegnanti e della famiglia. 

Errori dovuti a un metodo di insegnamento -quello globale- sbagliato, scelto per seguire una moda, o perché meno faticoso da applicare, piuttosto che per i risultati ottenuti. Errori dovuti all’incapacità dei docenti di mettersi in discussione, di riconoscere lo sbaglio, di fare un passo indietro, di trovare l’umiltà e la voglia di continuare a formarsi. E dovuti, in maniera ancora più colpevole, a un atteggiamento verso l’alunno che non accoglie, non comunica stima, o peggio ancora spaventa. 

È stato così che quella mattina nella mia mente si è formata l’idea di un bambino che tuttora non so smettere di fissare. 

Un bambino intelligente, ma scarsamente stimolato da una famiglia con poche possibilità economiche, dove il linguaggio è povero, ci si limita a comunicazioni di routine e si alza la voce con eccessiva facilità. Questo bambino prova a dire la sua, ma in casa non è ascoltato. Gli adulti sono distratti da altro e lui si sente poco desiderato e poco stimato. 

A sei anni va a scuola e, avendo io letto la nostra Costituzione, pretenderei che nella Scuola trovi un luogo dove le difficoltà riconducibili a una situazione socioeconomica svantaggiata siano almeno ridotte, se non addirittura risolte. 

Invece quel bambino, che in classe mostra difficoltà a concentrarsi e apprende meno velocemente dei compagni, non riceve stima e fiducia nemmeno dalle insegnanti. Viene anzi sgridato e spaventato ulteriormente, convinto di non essere capace, messo nelle condizioni di rendere sempre meno e infine etichettato come portatore di un disturbo specifico che in un mondo migliore si chiamerebbe bisogno di affetto. E in un mondo ideale non esisterebbe neanche, perché affetto, attenzioni e fiducia dovrebbero essere diritti imprescindibili di ogni bambino. 

Alla fine di questo primo modulo, andai a prepararmi un caffè portandomi dietro un forte senso di frustrazione. 

Ma era ancora poco rispetto allo sconforto sperimentato alla fine del secondo modulo, quando ho trovato conferma che le esperienze mediocri (quando non dannose) che sono offerte ai bambini nelle nostre classi non dipendono dall’assenza di un sapere pedagogico, ma da un atteggiamento di chiusura rispetto a quel sapere, che al momento ho compreso solo in parte e che mi procura una rabbia fortissima. 

All’inizio dell’800, cioè più di duecento anni fa, Itard aveva creduto che la didattica potesse riabilitare (o abilitare) un ragazzo che a 15 anni non era in grado di relazionarsi con gli altri e non conosceva il linguaggio umano, avendo vissuto tutta la sua vita in una condizione di totale isolamento; oggi molti dei nostri docenti ritengono la didattica insufficiente a insegnare a leggere, scrivere e fare conti a bambini che apprendono più lentamente dei compagni. 

Itard aveva rifiutato la diagnosi senza appello di un medico autorevole, che aveva bollato il ragazzo come “ritardato mentale”; oggi molti dei nostri docenti ne bramano una per sentirsi autorizzati a escludere lo studente più impegnativo. 

A metà dell’800, quando era del tutto lecito usare il termine “idiota”, Seguin aveva compreso l’importanza del contesto socio-culturale da cui proviene l’individuo; oggi molti dei nostri docenti chiedono a bambini cresciuti in contesti svantaggiati e poco stimolanti di apprendere alla stessa velocità degli altri e, se non vi riescono da subito, si prodigano affinché venga messo loro il cartellino di un qualche disturbo dell’apprendimento. 

All’inizio del 900, l’Italia ha avuto forse la più grande studiosa di educazione mai esistita. Eppure oggi, un secolo dopo, il mondo è pieno di scuole montessoriane e il nostro (e suo) paese no. 

Sono rimasta interdetta e mi sono chiesta quali progressi siano stati compiuti dall’inizio dell’800 a oggi. Possibile che, se un passo è stato fatto, è stato a ritroso?
Sicuramente è cambiato il modo che abbiamo di definire i ragazzi che ottengono i rendimenti peggiori. 

Oggi non sarebbe pensabile per un docente chiamarli idioti o ritardati. Gli è però consentito richiedere per loro una valutazione che li etichetta come DSA, ADHD, BES....mille modi diversi ed elegantissimi per dire “inadatto”. 

Oggi non sarebbe pensabile creare classi apposite per bambini più lenti nell’apprendimento, ancora meno confinarli in Istituti a loro dedicati. Li si mette allora (giustamente) nelle classi con gli altri e (ingiustamente) li si rimprovera di non stare al passo, li si sgrida, li si umilia, e infine li si certifica come portatori di un disturbo per poter svolgere il programma alla velocità dei migliori. 

Abbiamo usato duecento anni di storia e di studi pedagogici e psicologici per andare avanti nella forma e rimanere inchiodati nella sostanza. 

E bambini come quello che da qualche giorno abita la mia mente, e che non so smettere di fissare, continuano a soffrire e a non trovare il modo di esprimere pienamente loro stessi e le loro meravigliose potenzialità. 

Francesca Nazzicone

Le precedenti lezioni della dr.ssa Tiziana Cristofari nel corso OEPAC, che hanno portato a queste meravigliose relazioni di Francesca Nazzicone, le trovate sotto:

Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte I

Gioie, dolori, paure, rabbia e frustrazioni di genitori, insegnanti e operatori OEPAC. Parte II



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