Ho ricevuto lavori letterari e artistici bellissimi, mai sperati o immaginati. Quando le persone sono libere di essere, fanno cose eccezionali. Così ho avuto il desiderio di condividere con voi su questo blog il percorso fatto in aula (utile a ogni insegnante e genitore o chiunque si occupi di bambini), visto però attraverso gli occhi della studentessa Francesca Nazzicone che mi ha gentilmente concesso l’opportunità di regalarvi le sue emozioni, che sono diventale le mie e che non vi nego, mi hanno più volte commossa. Pertanto ciò che vi propongo, non è un riassunto delle lezioni piatto e noioso, ma un percorso di emozioni e sentimenti forti, di vissuti a volte personalissimi, trasportati dalla scienza pedagogica e dalla scienza della didattica che, è bene ricordare, sono quasi completamente assenti nelle scuole italiane.
Sono 10 relazioni, imperdibili. Sono 10 pezzetti di vita, unica. Sono 10 pagine di diario che emoziona e fa bene al cuore. Sono 10 pagine che ogni studente si trova o troverà ad attraversare, nella riuscita o nel fallimento del suo percorso. Sono 10 possibilità che ogni insegnante o genitore o OEPAC vivrà prima o poi con i suoi bambini o alunni. Sono 10 opportunità che Francesca ci ha regalato per provare a non sbagliare o a non farlo più.
Tiziana Cristofari
Questa che vi propongo è la prima. Le altre seguiranno a cadenza settimanale, ma saranno sempre ben visibili tutte su ogni pubblicazione.
LEZIONE 1 – 03 DICEMBRE 2021
La prima lezione di pedagogia mi ha molto toccata e mi ha confermato di aver intrapreso una strada che percorrerò non solo con grande interesse, ma con un fortissimo senso di responsabilità.
L’aspetto che mi ha colpito maggiormente di quella che è stata un’appassionante e dinamica introduzione alla materia durata 4 ore, è la rilevanza che l’incontro con un adulto di riferimento può assumere per un bambino che si sta formando. Ancora di più se si tratta di un bambino più fragile degli altri. E ancora un po’ di più se quella fragilità non è un dato stabile, dovuto a una malattia e insuperabile con la didattica.
Queste prime 4 ore sono state per me, sia da mamma che da aspirante OEPAC, un lungo, difficile, entusiasmante giro sulle montagne russe delle emozioni.
Sentire che i bambini percepiscono quello che per noi è un banale ritardo come un’ ”aggressione” mi ha colpito come un pugno.
Invece, apprendere da Rosenthal che credere in loro incondizionatamente e avere fiducia nelle loro possibilità li suggestiona fino a convincerli di essere capaci, e che quella convinzione li porta a raggiungere davvero gli obiettivi, mi ha accarezzato il cuore restituendomi tanta speranza. Come è ovvio, non so ancora come potrei servirmi concretamente di questo meccanismo, ma già ne intravedo le enormi potenzialità (e - ahimè- i possibili rischi).
Dover appuntare sul mio blocco che i bambini con condizioni socio-economiche svantaggiose hanno risultati scolastici peggiori mi ha fatto arrabbiare. Tremendamente. Perché qui il sistema scuola fallisce nel suo presupposto fondamentale: quello di offrire a tutti i bambini le stesse opportunità di crescere, formarsi e esprimere loro stessi. E troppo spesso, anziché ridurre le differenze, le amplifica.
A breve sarò io stessa una pedina di quel sistema, una pedina piccola piccola. Ma ho promesso a me stessa che ricorderò sempre di aver appreso che esistono studi scientifici che affermano che la classe sociale della famiglia influenza quasi sempre le abilità cognitive dei bambini. E ricorderò sempre che, nell’apprenderlo, ho pensato che ci dev’essere qualcosa che si può fare. Anche qualcosa di piccolo. Anche se si è solo una piccola pedina. Anche per un bambino soltanto.
Era solo la prima lezione di pedagogia di un corso professionale per OEPAC. Ma io ho capito che ne uscirò mamma più consapevole e persona migliore.
Quello che ho iniziato oggi è un diario. Ecco la forma che ho scelto per relazionare la docente su quanto apprendo dalle sue lezioni e come me ne approprio. Un diario di viaggio verso una nuova consapevolezza, nel quale riporterò impressioni, speranze, paure, riflessioni. E, proprio come avviene nei diari, tanto altro che oggi non so ancora prevedere.
Francesca Nazzicone