venerdì 18 febbraio 2022

Perché mio figlio non ascolta





Una delle situazioni comuni che più mi inquietano nelle classi della scuola primaria è vedere che i bambini non sanno ascoltare le storie. 

Non imparare ad ascoltare le storie divertenti e adatte all’età dei bambini, porta a varie conseguenze: innanzitutto non capire ciò che dicono gli adulti quando spiegano qualcosa (ad esempio una lezione a scuola), non ascoltare i propri genitori quando parlano (ad esempio quando chiedono di eseguire un servizio), non ricordare ciò che gli viene detto, perché se non si ascolta difficilmente si possono ricordare le cose.

Non saper ascoltare i racconti diventa un problema importante nel tempo. Le fiabe e le favole dovrebbero essere un momento di svago utile ad acquisire la capacità di ascolto, ma spesso, se fatti a scuola, per chi non sa ascoltare (perché magari semplicemente non lo ha mai fatto), diventano solo un momento di distrazione che deve essere contrastato, chiedendo ai bambini di prestare attenzione. Ma si sa, chiedere a un bambino di crescere al meglio è un lavoro impegnativo e non per tutti i docenti.

Poi nel tempo però ci si lamenta che il bambino è disattento, non capisce, non ricorda. 

Vorrei spiegare a chi legge, che la capacità di attenzione è un requisito che si acquisisce come gli altri con l’esercizio costante e con qualcuno che sa ascoltare a sua volta. La capacità d’ascolto è un atto didattico/pedagogico fondamentale allo sviluppo cognitivo dei bambini.

Ma a scuola non si fa esercizio sull'attenzione, ovvero leggendo racconti e facendo sforzare i bambini di comprendere ciò che hanno ascoltato, chiedendogli di ripetere il racconto. In poche parole a scuola purtroppo non c’è pedagogia e non si sa che l’attenzione è una caratteristica che si coltiva.

Questo esercizio della lettura per l’attenzione che io propongo regolarmente ai miei bambini in classe, può essere fatto anche a casa, ma a scuola sarebbe d’obbligo.

Prima di parlare di disturbo dell'attenzione, bisognerebbe insegnare ai bambini ad ascoltare per non cadere in situazioni spiacevoli in cui la nostra incapacità ad accrescere una competenza e di educare, possa poi chiamarsi disturbo.


Dr.ssa Tiziana Cristofari

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