domenica 4 luglio 2021
Non voglio certificare mio figlio
giovedì 24 giugno 2021
Non possiamo chiamarci tutti Edison solo perché sappiamo come si accende una lampadina
Ci hanno insegnato la teoria della relatività anche se non siamo A. Einstein o a calcolare il teorema di Pitagora anche se non lo incarniamo. Ci hanno insegnato il corpo umano: quante ossa abbiamo e dove sono collocate, come funziona la circolazione sanguigna, ma non siamo medici. Allora cos'è che fa un filosofo, un matematico, uno scienziato, un medico se non un percorso specifico di studi che lo qualifica come tale? Sono sicura però che il filosofo conosce anche la matematica o viceversa, che uno scienziato in fisica sa scrivere poesie o un avvocato potrebbe fare il romanziere come Steve Berry.
sabato 19 giugno 2021
Nocciolina, la cagnolina che ride
sabato 12 giugno 2021
La scuola futura: un eccellente inaspettato presidio ospedaliero
Tutti dicevano che le cose sarebbero cambiate; ci si riempiva la bocca e i manifesti di “andrà tutto bene”; si diceva che la sanità sarebbe migliorata, che l’ultimo, non sarebbe forse stato più tanto ultimo.
martedì 4 maggio 2021
Cosa non è educazione
«Cominciamo con il dire cosa non è educazione.
L’educazione non è organizzare una gita ecologica ed ‘educare’ alla salvaguardia della natura, questa piuttosto è istruzione, conoscenza, sapienza di determinati argomenti fatta attraverso una gita scolastica nella natura.
L’educazione non è ‘educare’ alla giusta alimentazione. Di nuovo, piuttosto è istruire alla conoscenza degli alimenti e alla loro corretta assunzione per un benessere fisico.
L’educazione non è dire ai propri figli di non mettersi le dita nel naso, questo piuttosto è bon ton, è non creare disgusto negli altri.
L’educazione non è dire ai propri bambini di non prendere o peggio, rubare, gli oggetti degli altri, questo è piuttosto rispettare le regole del vivere civile e in comunità.
L’educazione non è dire ai propri figli di usare un linguaggio senza parolacce, che non sia sguaiato; questo piuttosto è galateo, buon gusto, raffinatezza, cultura elitaria o comunque raffinata… vogliamo chiamarla civile?
Anche se nel sentire collettivo tutto questo è considerato ‘educazione’ e difatti quando uno dice parolacce o risponde sgarbatamente si pensa sia un ‘maleducato’ ovvero un educato male, oppure quando mangia troppi grassi si dice che non ha educazione alimentare, ecc., in realtà tutto ciò appartiene alla cultura della persona, non alla sua ‘educazione’».
martedì 6 aprile 2021
Come ostacoliamo l’apprendimento dei nostri bambini
mercoledì 10 marzo 2021
Scrivi un pensiero sulla tua scuola e dagli un titolo: La mia scuola è meravigliosa!
Ho chiesto alla mia maestra perché le altre maestre con lui sono cattive e lei mi ha risposto che purtroppo non a tutte piace fare l’insegnante. Non ho capito allora perché fanno le maestre, forse non lo capirò mai, ma Antonio intanto soffre.
Riccardo (9 anni)
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sabato 6 marzo 2021
Bambini felici a scuola. Ecco come
martedì 2 febbraio 2021
Insegnanti curati o formati?
I Ministri che si succedono alla direzione del MIUR, continuano a decidere (su pressione della casta degli psicologi), che nelle scuole debbano essere aperte le porte prevalentemente ai loro operatori: per tutti questi Ministri (impreparati su cosa sia la pedagogia), gli alunni vanno curati! Però la pedagogia non c’è, e se ci fosse non corrisponderebbe, per fortuna, alla cura, ma rappresenterebbe il massimo livello formativo per la crescita e l’educazione dei nostri studenti. Ma c’è molta confusione tra chi pensa che i problemi scolastici siano imputabili a “difetti” psichici, per i quali ci vuole lo psicologo, e chi invece sostiene che gli studenti non hanno necessità di essere curati, ma solo educati! Ma chi è che educa se non genitori e insegnanti? Voi dite che gli insegnanti non educano? Sbagliato, perché ogni atteggiamento, comportamento, insegnamento, anche didattico, da parte dell’adulto nei confronti di uno studente è un atto educativo. Che però manca, perché la maggioranza degli insegnanti, compresi quelli di scienze della formazione primaria (sigh!), sono quasi completamente privi di conoscenza pedagogica e quindi di capacità educativa.
lunedì 25 gennaio 2021
La pedagogista e il diario di scuola
I compiti ce li ha mamma, mi dicono spesso i bambini.
Ho finito di stupirmi, sono anni che mi sento dire questa frase.
Che la scuola abbia sempre di più tradito il suo ruolo educativo è un fatto conclamato da tempo e non certo, come spesso vogliono far credere, per colpa della famiglia.
Il diario è diventato un optional che serve solo ad appesantire lo zaino, visto che i compiti vengo scritti sul registro elettronico ed è diventato un’incombenza della famiglia dire ai propri figli cosa ha assegnato l’insegnante o gli insegnanti, per la volta successiva.
Tutto ciò è allarmante e disarmante.
venerdì 22 gennaio 2021
Ecco perché i medici sostengono la pedagogia nei disturbi dell'apprendimento
I miei studi di psicologia sulla teoria di Massimo Fagioli a supporto del mio lavoro, mi avevano portata alla conclusione che determinati comportamenti, parole e modalità di interazione degli adulti causavano specifiche risposte negative o positive nell’apprendimento dei bambini.
giovedì 10 dicembre 2020
Quali sono i regali educativi?
Per essere più chiari sul concetto di quali sono i regali educativi innanzitutto dobbiamo sapere cos’è l’educazione e se eventualmente esisterebbero dei regali educativi.
Vi deluderò subito, non esistono regali (oggetti) educativi, al più esistono regali (oggetti) istruttivi. Facciamo degli esempi: il gioco del corpo umano, delle costellazioni, quelli che trattano della storia o della geografia ecc, sono regali istruttivi, ovvero insegnano dei contenuti nozionistici-culturali giocando. La bambola, la macchinina, il trenino o la Barbie, sono considerati giocattoli non istruttivi, anche se io non sono d’accordo nel pensare che non veicolino istruzione, perché ad esempio è possibile comprendere come è fatto il corpo umano (almeno esteriormente) semplicemente guardando una bambola, o capire come è fatta una macchinina aprendo gli sportelli o girando le ruote. Certo è che l’apprendimento di nuove conoscenze dipende anche dall’età del bambino: se a tre anni posso imparare le prime nozioni del corpo umano guardando una bambola, a 6/7 anni vorrò sapere di più e allora magari il libro con il gioco del corpo umano annesso è quello che mi aiuta a comprendere meglio, idem per la macchinina.
Ma tutti i giochi fin qui citati non sono educativi*. Perché?
In pochissime parole, anche se il discorso è molto complesso, i giochi non sono educativi perché l’educazione è la capacità dell’adulto di creare una relazione con il mondo infantile che lascia un segno; l’educazione è l’essenza dell’adulto. È la relazione che educa, non il gioco.
Pertanto, educo nel momento in cui, con qualunque oggetto regalato al mio bambino o alla mia nipotina, ci gioco insieme. Fuori dal contesto relazionale non c’è educazione. Pertanto non esistono giocattoli educativi, ma esistono relazioni che educano attraverso il gioco.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
© Tutti i diritti riservati
*T. Cristofari, Come ostacoliamo l'apprendimento dei nostri bambini. Cos’è l’educazione e come si educa. La pedagogia una prevenzione primaria, disponibile da Aprile 2021.
domenica 6 dicembre 2020
Mamma, i compiti li faccio da sola altrimenti non cresco!
martedì 3 novembre 2020
I bambini non sono malati, i bambini vanno educati!*
Trovo alquanto sconfortante quello che sta succedendo ai nostri bambini.
Come si può pensare di giustificare ogni loro atteggiamento, ogni difficoltà incontrata sul percorso di crescita con una patologia (anche se gli studiosi ipocritamente la definiscono “difficoltà” di apprendimento). Se fosse realmente considerata una difficoltà, ci dovrebbe essere l’adulto (genitore o insegnante che sia) a tendere una mano per superare quella salita in senso pedagogico. E invece no, ci vuole il medico, lo specialista che faccia la certificazione e poi sia quel che sia del futuro del bambino.
Siamo talmente soggiogati dalla medicina a tutti i costi, per deresponsabilizzarci dalle nostre competenze genitoriali ed educative, da non renderci conto di come la scuola sia diventata un ospedale: ci sono più insegnanti di sostegno e psicologi che docenti!
venerdì 30 ottobre 2020
La pedagogia che rendere i figli autonomi.
Ma anche la gravissima situazione scolastica degli ultimi tempi, la didattica a distanza (DAD), l’impossibilità e la difficoltà dei più piccoli a seguire le lezioni porteranno a gravi conseguenze in termini di autonomia e indipendenza.
martedì 27 ottobre 2020
Sono un bambino che va male a scuola? Maestra, non mi turbare
Quando hai a che fare con i bambini, quando la relazione diventa importante come quella tra docente e studente, li senti un po’ tutti parte di te. Non ho mai capito come si possa provare indifferenza per alcuni di loro o peggio ancora come si possa provare a ferirli, a mortificarli. Gli insegnanti a volte si sentono un po’ psicologi, fanno discorsi che dovrebbero farti immaginare chissà quale conoscenza del mondo infantile, ma poi commettono scivoloni inaccettabili. Certo non tutti, ma ancora troppi.
Quando quei bambini diventano parte del tuo mondo, ogni loro frustrazione, mortificazione, diventa la tua. È come quando muore di incidente stradale un bambino o un adolescente e tutti gli altri genitori, immedesimandosi, sentono quel bambino o quell’adolescente come se fosse il loro e gli sale la rabbia.
Io provo esattamente la stessa cosa quando penso ai bambini del mio studio, quando loro o i genitori mi riportano episodi sgradevoli vissuti in classe. Nello specifico faccio riferimento a un paio di esperienze che vengono reiterate continuamente e che non provocano più solo una frustrazione nei bambini, ma diventano lesioni della propria immagine interna, della propria psiche, ovvero del pensiero di quei piccoli che gli insegnanti dovrebbero saper tutelare.
domenica 11 ottobre 2020
Maestra, cos’è la pedagogia?
Bambino: Ho sentito mamma dire di non conoscere la pedagogia e che per questo ha sbagliato con me. Ma la pedagogia è un medicinale?
domenica 27 settembre 2020
Psicopedagogia e neuropedagogia sono solo un’illusione
Più volte ho spiegato la confusione che le persone hanno, soprattutto le famiglie, sul concetto di educazione e pertanto di pedagogia. Se la pedagogia è lo studio scientifico dell’educazione, va da sé che i due termini pur non essendo sinonimi (in quanto il primo studia e il secondo applica), contribuiscono tutti e due a parlare di educazione e solo di educazione.
Allora facciamo delle precisazioni.
lunedì 21 settembre 2020
Nuove verità scientifiche sui disturbi dell’apprendimento
I miei studi di psicologia sulla teoria di Massimo Fagioli a supporto del mio lavoro, mi avevano portata alla conclusione che determinati comportamenti, parole e modalità di interazione degli adulti causavano specifiche risposte negative o positive nell’apprendimento dei bambini.
martedì 15 settembre 2020
Bambini trattati come macchine che poi si inceppano.
Come si fa a spiegare a un genitore che i bambini hanno bisogno di tempo per imparare, capire e… ancora di più per recuperare?
Forse perché sono cambiati i tempi, perché tutto va fatto in fretta, perché la tecnologia ci ha dato la presunta conoscenza di tutto e subito. Quando non sappiamo qualcosa cosa facciamo? Velocemente apriamo internet, digitiamo la parola che ci interessa ed esce immediatamente tutto lo scibile su quella parola. In questo modo ci siamo abituati a pensare che imparare sia facilissimo e velocissimo. Ma devo darvi una profonda delusione: non è così.
L’apprendimento ha bisogno di tempi lunghi e non solo per i bambini, anche per gli adulti, piaccia o non piaccia. Conoscere il significato di una parola, leggere tre righe su un argomento non significa conoscere, non significa aver appreso, né forse compreso.
Ai nostri bambini chiediamo troppo in troppo poco tempo e così li facciamo ‘inceppare’. E dopo che si sono inceppati gli diciamo pure che sono stupidi, che non sono come gli altri e gli togliamo tutta la possibilità per costruirsi un’autostima capace di farli andare avanti da soli, di lasciarli studiare serenamente. A me, come insegnante, tutto questo mi fa indignare.