domenica 27 settembre 2020

Psicopedagogia e neuropedagogia sono solo un’illusione

 


L’utilizzo delle parole è fondamentale soprattutto se dobbiamo comunicare un messaggio ad altri e lo dobbiamo fare comunicando il vero. È per questo che torno per specificare come l’utilizzo di alcune terminologie potrebbero indurre a fraintendimenti e di cui il web e non solo, ne sono pieni.

Più volte ho spiegato la confusione che le persone hanno, soprattutto le famiglie, sul concetto di educazione e pertanto di pedagogia. Se la pedagogia è lo studio scientifico dell’educazione, va da sé che i due termini pur non essendo sinonimi (in quanto il primo studia e il secondo applica), contribuiscono tutti e due a parlare di educazione e solo di educazione.

Allora facciamo delle precisazioni.

«Non esiste la psicopedagogia; la pedagogia è pedagogia e la psicologia è la psicologia; meno che mai esiste lo spicopedagogista, a meno che la persona non abbia una laurea in psicologia e una in pedagogia, allora a questo punto si potrà definire tale perché utilizzerà nella sua espressione professionale sia la psicologia (pertanto la cura) sia la pedagogia (ovvero l’educazione e la didattica). Ma la disciplina definita psicopedagogia non esiste, è un modo arbitrario, illusorio, per confondere la disciplina pedagogica con quella psicologica. Spesso si commette questo errore perché nel curricolo accademico del pedagogista ci sono anche esami in psicologia, ma gli stessi non sono per esercitare la professione psicologica, ma per far comprendere al pedagogista come la psicologia entra nella relazione pedagogica, pertanto su base psichica, e di come ne influenzi l’apprendimento del bambino o la relazione stessa, ovvero di come ne influenzi la pedagogia. Stessa cosa vale per il laureato in psicologia: anche se insegna nelle scuole non è uno spicopedagogista, a meno che non ha una laurea anche in pedagogia. Pertanto non esiste la psicopedagogia come scienza, ma esiste lo studio della psicologia che influisce sull’attività pedagogica o viceversa. 


Faccio un altro esempio. Ho mal di stomaco e vado dal gastroenterologo. Lui mi dice che il mio stomaco non ha nulla di organico che non funziona, e mi suggerisce che il dolore percepito potrebbe avere origini psicologiche. Ma il gastroenterologo, non si farà chiamare spicogastroenterologo solo perché ha capito che il mio mal di stomaco è su base psichica, meno che mai si metterebbe a fare psicoterapia per curare il mio male; ma sono certa che anche nel suo curricolo formativo avrà dovuto sostenere degli esami in psicologia per far meglio il suo lavoro, perché se andasse a curare farmacologicamente una gastrite quando non esiste, sarebbe grave. 


Noi esseri umani, non siamo suddivisi in compartimenti stagni dove un organo non influenza l’altro, ma al contrario, sempre più studi dimostrano di come la psiche influisca sulla biologia del corpo e oggi sappiamo anche di come la connettività neuronale influisca sullo sviluppo cognitivo in base alla tipologia di relazioni come quella educativa.

Stesso discorso quindi vale per la neuropedagogia. Non esiste una neuropedagogia, ma esiste lo studio di come la neurologia, ovvero l’attività sinaptica e connettomica, sia influenzata dall’attività pedagogica e porti a determinati sviluppi cognitivi del bambino.


Quello che sta succedendo e che più volte ho denunciato, è che anche tra i professionisti della pedagogia c’è molta poca consapevolezza di cosa sia l’educazione e per questo si vada poi alla ricerca di espressioni che possano avere un peso maggiore sulla disciplina stessa, quasi a voler dimostrarne un onere più importante della già straordinaria importantissima responsabilità che corrisponde alla pedagogia e di cui si continua a non volerne vedere le implicazioni. 

L’educazione ha una sua specifica identità, nata dallo studio scientifico della pedagogia che non può e non deve essere fraintesa, altrimenti si trasforma tutto il lavoro pedagogico, ovvero educativo, nella cura medica dei nostri bambini*.»


Dr.ssa Tiziana Cristofari

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*Per un approfondimento si rimanda al testo T. Cristofari, Cos’è l’educazione e come si educa. Perché si ammalano i bambini. La pedagogia prima della patologia, in corso di stampa.


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