Ma anche la gravissima situazione scolastica degli ultimi tempi, la didattica a distanza (DAD), l’impossibilità e la difficoltà dei più piccoli a seguire le lezioni porteranno a gravi conseguenze in termini di autonomia e indipendenza.
La pedagogia è una scienza che, se applicata correttamente, porta il bambino ad acquisire indipendenza e libero pensiero, esattamente come diceva e voleva Maria Montessori con la sua pedagogia e per la quale, siccome scomoda, Mussolini l’ha espulsa dall’Italia.
Poco è cambiato da allora per quanto riguarda il controllo del pensiero dei nostri bambini e adolescenti. Il paternalismo che si è sostituito all’autorità tirannica, e di cui se ne fa oggi grandissimo uso, ne è l’esempio lampante.
È per questo che diventa indispensabile sempre di più la pedagogia, quella valida, quella che non delude e che forma persone con pensiero autonomo. Per essere indipendenti e liberi di saper pensare ci vuole un’educazione capace di valorizzare il bambino, capace di permettergli la costruzione dell’autostima, capace di non deluderlo e non spaventarlo, affinché la sua immagine interna possa costruirsi adeguatamente e il suo connettoma sinaptico neurologico non subisca interruzioni proprio nella fase di sviluppo più delicata e più fruttuosa del bambino.
Non basta imparare le nozioni, è necessario sviluppare il pensiero, saperlo costruire e insegnargli a ragionare anche attraverso quelle nozioni scolastiche che oggi sembrerebbero la priorità della conoscenza: ma non è così.
Tutto ciò però, è impossibile farlo con la DAD. Si spezza quella relazione umana capace di permettere lo sviluppo del pensiero che accresce solo nel rapporto umano. Si interrompe l’opportunità di costruire relazioni sociali tra pari, mediate dall’adulto e fondamentali per tutto quello che abbiamo detto. E così si ritorna inevitabilmente e prioritariamente alla pedagogia.
Quella pedagogia che dovrebbe essere patrimonio degli insegnati, ma che può e deve essere anche patrimonio dei genitori o di chi segue i bambini fuori dalla scuola in questo difficile periodo: pedagogisti ovviamente, educatori, insegnanti di sostegno e direi anche psicologi.
Per questo, in questo momento in cui ci costringono a ritirarci sempre di più nelle nostre case, è fondamentale la resistenza culturale attraverso la pedagogia che invade tutto il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza dall’alba al tramonto, pertanto non solo nell’attività scolastica. È fondamentale che i genitori si aprano oggi alla cultura più che in ogni altro momento della loro vita; è fondamentale che la cultura pedagogica diventi possibilità effettiva per i propri figli e per se stessi.
Le attività sportive sono ferme? Facciamo resistenza attraverso la cultura che ogni singola famiglia può permettersi: prendendo in prestito i libri dalle biblioteche o acquistandoli. Investiamo i soldi risparmiati in attività ludiche-sportive sulla cultura, ovvero su qualcosa che anche le Istituzioni sembra stiano sottovalutato e che ci stanno togliendo per proteggerci (dicono) da un male peggiore(?). Vi assicuro che la mancanza di cultura, la mancanza di pedagogia per i bambini o gli adolescenti, è un male gravissimo; porterà conseguenze nel futuro, diversamente dal male fisico che porta conseguenze nel presente, nell’immediato, e che pertanto sembra più tangibile, più concreto. Ma non è così è solo un’illusione.
La privazione della cultura avrà ricadute sull’economia, sulla vita sociale delle persone e pertanto su quanto roseo o meno sarà il loro futuro; non credo pertanto che sia un male minore. Ma la fortuna è che la cultura può essere vissuta in casa e può essere e deve essere ampliata.
Il mondo dei libri è vastissimo, ci permette di viaggiare nel mondo e nel tempo facendoci scoprire il passato, di sognare, di sapere, di imparare, di emozionarci, di passare il tempo, di imparare ad apprezzare la cultura stessa.
Invito pertanto i genitori, prima ancora che gli studenti ad aprire i libri, quelli che si dice di non aver mai tempo per leggerli. Ma soprattutto li invito a comprendere di più cosa sia la pedagogia, perché non è un concetto astratto, ma una necessità di essere per imparare ad aiutare i propri figli a crescere nel migliore dei modi.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
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*Paternalismo: l'atteggiamento e il comportamento del docente, del genitore, dell’autorità, quando si basa sul fatto che quanto viene dato al figlio o allo studente non spetta di diritto, ma è benevola concessione, in quanto si ritengono, i propri figli e/o studenti, incapaci di perseguire i propri obiettivi in modo autonomo.
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