domenica 3 aprile 2016

Ecco come la lobby degli psicologi prende il potere nelle scuole

Il potere di alcune lobby distruggeranno definitivamente la pedagogia. Ma è quello che i poteri forti vogliono per sottomettere sempre di più i cittadini alla volontà politica. Leggete qui.

Articolo di Fabio Olivieri

All’indomani delle entusiastiche dichiarazioni per la proposta di legge sul riconoscimento delle professionalità educative in Italia, veniamo a conoscenza che il testo licenziato dalla VII Commissione cultura affossa, a colpi di emendamenti presentati dalla stessa relatrice e dalla parlamentare Binetti, ogni barlume di speranza per i 150.000 educatori e pedagogisti che si sono formati nei rispettivi percorsi accademici. Vediamo cosa è accaduto di specifico nella seduta del 31 Marzo, termine ultimo per la presentazione di emendamenti e subemendamenti per la proposta in questione. Rispetto ai contenuti previsionali dell’impianto normativo integrato, pdl Iori (C. 2656) e Binetti (C. 3247), le modifiche sostanziali possono essere sintetizzate in 4 punti fondamentali:
  1. Al laureato in scienze dell’educazione non viene più riconosciuta la preparazione in ambito psicologico (art.10 c.2), che rappresenta un terzo degli esami previsti dall’attuale percorso di laurea accademico . Al suo posto fa ingresso la competenza “antropologica” di cui invece l’offerta formativa conta appena uno o due esami al massimo. Ciò può significare soltanto una cosa: annullare l’esclusività degli educatori e dei pedagogisti da tutti gli ambiti socio-educativi nei quali compaia il prefisso “psiche”, onde evitare di essere passibili di denuncia per abuso professionale da parte delle lobby ordinistiche (sentenza 10289/2011). Tutto questo avviene proprio quando in Parlamento giace da tempo la proposta di legge sullo “psicologo di base”. Norma che prevede l’obbligatorietà della presenza di questa figura professionale presso il medico di famiglia. Pronta ad intervenire in ogni caso “certificato” proponendo lo strumento della psicoterapia (art. 2 c. 4 Pdl 3215). Si configura inoltre all’orizzonte un altro delirium tremens: sarà necessaria la co-conduzione anche nell’ambito del coordinamento pedagogico dei nidi ? Perché “qualcuno” ,con interessi in merito, potrebbe rilevare che per educare in questo settore sono imprescindibili competenze psicologiche e che non essendo più annoverate tra le caratteristiche del nostro profilo professionale, debbano necessariamente essere delegate ad un facente funzioni: lo psicologo!

martedì 29 marzo 2016

Ecco la soluzione al problema dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)

Mi chiamo Tiziana Cristofari, sono una pedagogista e insegnante.
Scrivo nuovamente perché il senso di impotenza davanti a tanta banalità e stupidità non mi permette altro che raccontare (nel tentativo di invertire la rotta), lo stato di fatto di alcune posizioni sociali arbitrarie dominanti che continuano a mietere vittime tra i più piccoli.

domenica 20 marzo 2016

Una scuola che funziona? Eccola!

Una scuola che funziona è quella che rende possibile certe azioni affinché siano permesse certe emozioni. Una scuola che funziona è abitata da docenti che mettono il sentire di studenti e genitori al primo posto e pertanto:

  1. rende i propri studenti sereni;

lunedì 14 marzo 2016

Zootropolis e la nuova eugenetica

Ieri sono stata nuovamente al cinema con la piccola ma oramai quasi grande Manuela. 
Quando un componente della famiglia cresce sembra di non rendercene conto, forse perché lo hai sempre sotto gli occhi, cosa che invece ti sorprende quando vedi un vecchio alunno diventato grande. Manuela è un po’ così, piccola perché vuole ancora giocare con i pupazzetti, ma altrettanto cresciuta perché ti fa discorsi oramai da grande, inserisce nelle frasi paroloni importanti che prima non usava, e tu capisci che sta crescendo.
Abbiamo visto insieme Zootropolis. Sono andata pensando di passare un po’ di tempo con lei nella speranza che i bradipi

venerdì 12 febbraio 2016

Come aiutare i nostri figli a scegliere il giusto indirizzo di studi

Forse vi sembrerà strano o forse no, ma io in prima media (allora la scuola secondaria di primo grado si chiamava così) sono stata bocciata. Nessuno mai avrebbe dato un soldo di valore alle mie competenze o se preferite incompetenze matematiche, tantomeno letterarie, insomma ero una bambina… difficile(?)… fate voi!
Mia madre, ma chissà quante altre come lei, non le piaceva l’idea del mio… fallimento(?), anche qui fate voi! e allora decise che io avrei recuperato l’anno e devo dire che gliene sono tutt’oggi ancora molto grata, anche se poi non è servito a non farmi interrompere gli studi a sedici anni, per poi riprenderli in maniera straordinaria un anno più tardi e non fermarmi più fino alla laurea. 
Ma la cosa che volevo dirvi è che nella scuola dove recuperai l’anno perso incontrai dei docenti meravigliosi, molto diversi da quelli che ricordavo nella scuola che mi bocciò. Al momento dell’esame di licenza media, la docente di italiano mi chiese con quale scuola avrei voluto proseguire i miei studi

martedì 9 febbraio 2016

Le pretese assurde della CASTA degli PSICOLOGI

Cari lettori del mio blog, pare proprio che quello che dico infastidisca molto. La lettera allegata qui sotto, mi è arrivata per via mail dalla Coordinatrice della Commissione Tutela dell'Ordine degli Psicologi del Lazio. Mi pare di capire che quando si tocca (tra l'altro con ragione) questa categoria, saltano tutti sulla sedia. Forse perché gli psicologi si sentono tutelati dall'Ordine che senza fare dovuti accertamenti, invia lettere di "collaborazione e rettifica degli scritti altrui”. 
Io invece mi tutelo da sola, anche perché ciò che affermo è solo ciò che hanno scritto altri professionisti del settore, nello specifico i giudici della Corte di Cassazione. Ciò che sbalordisce è quanta poca attenzione si faccia alle nuove sentenze e quanta forse arroganza ci permettiamo di assumere solo perché dietro ci sentiamo tutelati da un Ordine. Io mi sento tutelata dalla verità che non posso tacere e che continuerò a non tacere, anche perché in gioco c'è la salute e la crescita dei nostri bambini che pare interessare a pochi.
È per questo che pubblico la lettera che mi è giunta e che ha l'arroganza di chiedere la modifica del mio sito e dei miei articoli, senza peraltro giuste e motivate considerazioni.

QUI DI SEGUITO LA LETTERE DELLA COMMISSIONE TUTELA DELL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI

domenica 7 febbraio 2016

Il genitore migliore regala il telefonino di ultimo grido!

Credi veramente che a una bella pagella di tuo figlio o tua figlia debba corrispondere l’ultimo modello di cellulare?
Se credi questo, devi anche tenere presente che il tuo atteggiamento:
  • non gli permetterà di innalzare la sua autostima, ma semplicemente il suo ego!
  • non gli permetterà di essere migliore a scuola, ma solo presuntuoso;
  • non gli permetterà di passare il tempo giocando, ma di farlo diventare una sua patologia;

giovedì 28 gennaio 2016

La tecnologia danneggia la mente del bambino? Vi racconto la verità.

Negli ultimi tempi sta andando molto di moda parlare di quanto non siano funzionali all’apprendimento i dispositivi elettronici come il tablet. Fino a poco tempo fa c’era la rincorsa alle nuove tecnologie, tutti dicevano e dichiaravano di quanto fosse utile la presenza dei dispositivi informatici per aumentare l’apprendimento. Save The Children nel suo ultimo rapporto dichiara che  il 45% dei ragazzi in condizioni socio-economiche svantaggiate che hanno aule con connessioni internet carenti non raggiunge le competenze minime in matematica, e il 41% in letteratura, percentuale che scende al 43% e al 28% se le scuole sono ben connesse.
La Repubblica il 7 gennaio di questo anno pubblica un articolo sullo studio effettuato dal pedagogista e docente di pedagogia sperimentale Vertecchi nel quale si dichiara che chi scrive troppo con gli strumenti hi-tech avrà grosse difficoltà a imparare la lingua scritta. Vertecchi sostiene che i bambini che fanno uso di strumenti digitali avranno grafie sempre più incomprensibili; anche se a me sembra che da ben prima dell'arrivo del computer i medici scrivessero già con calligrafie indecenti.

venerdì 22 gennaio 2016

Tiziana ti scrivo 8... Per chi sono i libri di testo?

Buongiorno, sono un padre di due bambine oggi frequentanti la scuola secondaria di primo grado a Ferrara. Le scrivo questa email perché ho appena letto il suo articolo intitolato “ Ecco come distruggiamo la mente dei nostri bambini” pubblicato su Figlimeravigliosi.it il 23-Ott-2014, che condivido pienamente. Seguendo le nostre figlie nello svolgimento dei compiti a casa, abbiamo notato io e mia moglie, fin da quelli per la scuola primaria, che i metodi di insegnamento (della Matematica per esempio) erano diversi da quelli con cui siamo cresciuti noi, attuali 40-50enni;   tutto è esposto in maniera differente e a nostro avviso più complessa, a cominciare dalla rappresentazione delle unità, delle decine, centinaia ecc.., da come mettere in colonna i numeri per effettuare le operazioni. Per non parlare poi di come vengono formulati certi quesiti o problemi da risolvere, sia per la Matematica  che per Geometria, ma anche Scienze, Italiano. Certe volte si ha la sensazione di stare leggendo un libro rivolto agli adulti.
Ma come si é arrivati a tutto questo, chi ha introdotto questi libri di testo nelle scuole, quando si é deciso che i bambini sono improvvisamente passati ad un livello di intelligenza superiore?

domenica 10 gennaio 2016

La lezione del piccolo principe

Qualche giorno fa sono andata a vedere al cinema Il piccolo principe con mia nipote. Ero molto curiosa di vedere come avessero interpretato il racconto di un libro decisamente impegnativo per i bambini. Ora ce lo ripropongono in versione cartone animato, fantastico! Anzi direi “bella pensata”, perché in fondo i cartoni animati sono sì, pensati per i bambini, ma al cinema i bambini ci vanno con gli adulti, quindi se troviamo una storia che possiamo trasformare in cartone animato e fare felici gli adulti, caspita che trovata!
Ok, Ok, sono la solita criticona. A me però piace pensare che alcune cose siano per loro (i bambini) e solo per loro. Perché se è vero che a mia nipote che ha 11 anni è piaciuto, è pur vero che ci sono stati altri bambini che quando è finito il primo tempo hanno esclamato: “Ancora solo il primo tempo!?” Mi è vento da sorridere e naturalmente da pensare che si fossero annoiati. Così ho cominciato le mie solite elucubrazioni per capire loro, il cartone animato e tutto il resto.
Certo la storia è bellissima, i protagonisti favolosi. A volte però è stato molto lento, un po’ come quei film d’élite per gente colta, che quando escono dal cinema hanno bisogno di fare disamine a non finire per comprenderne il significato profondo. Diciamo che per certi versi questo cartone animato è stato un po’ così, da capire: come il libro d’altronde!

martedì 5 gennaio 2016

I libri che tradiscono

Ho sempre pensato che l'onestà intellettuale fosse la pratica di vita più giusta da trasmettere ai miei studenti, grandi o piccoli che fossero. Ho sempre pensato che bisognasse insegnare a vedere oltre ciò che ci vogliono far vedere, che capire gli eventi della storia fosse una realtà complessa, ma indispensabile per conoscere il passato e comprendere il nostro presente. Ho sempre pensato che la storia fosse il cardine dell’educazione perché lì è la verità su tutto, su chi siamo, chi siamo stati, cosa siamo diventati e probabilmente cosa diventeremo.
Ho sempre pensato che tutto ruoti intorno alla consapevolezza degli eventi. Eventi che noi abbiamo causato, noi uomini, noi esseri umani. Noi che possiamo modificare il pianeta, renderlo bello o brutto, in guerra o in pace.

martedì 22 dicembre 2015

La festa del sole

Dato che siamo vicini a Natale, è giunto il momento di svelare anche i retroscena di questa mitica data, a cui si associa la nascita di Gesù. Preparatevi a fare un bel viaggetto nel tempo, alla scoperta di una delle feste più antiche dell’uomo.
Letteralmente Natale significa “nascita” ed il termine nacque dalla festività del Dies Natalis Solis Invicti, ovvero il Giorno della nascita del Sole Invitto. Questa festa veniva celebrata nel momento dell’anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare, dopo il solstizio d’inverno, e dunque quando avveniva la rinascita del sole, invincibile anche contro le tenebre. Secondo gli antichi il Sole si fermava durante il solstizio d’inverno (dal latino solstitium, ovvero sole fermo), e questa loro osservazione derivava dal fatto che nell’emisfero nord della terra tra il 22 e il 24 dicembre il sole sembra effettivamente fermarsi in cielo. In quel periodo, in realtà, il sole inverte semplicemente il proprio moto nel senso della “declinazione” della Terra, e a causa di questo Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare fino al solstizio d’estate dove, ovviamente, accade il contrario.

martedì 15 dicembre 2015

Dal diritto all’uguaglianza al diritto di essere unico

Per tutti coloro che non hanno potuto partecipare e me lo hanno chiesto, pubblico il mio intervento al convegno del 12 dicembre 2015 svoltosi per celebrare l'anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

Dopo aver preparato questo intervento, mi sono accorta che per poterlo ripetere a voi esattamente come lo avevo scritto, avrei dovuto impararlo a memoria. Ma vi confesso che mi è venuta la pelle d’oca: nella mia vita scolastica non sono mai riuscita a imparare a memoria una poesia, figuriamoci un intervento di quattro pagine! 
Riconosco a me stessa (ho imparato a riconoscermelo), di avere un limite. Ma oggi stiamo celebrando la giornata per i Diritti Umani, quindi penso di potervelo svelare senza sentirmi giudicata:

mercoledì 9 dicembre 2015

Un coach sì o no, per i miei obiettivi?

In questo scritto vi parlerò molto di Roberto Cerè, del Master Real Result Coaching e del perché un bel giorno decisi che lo avrei intrapreso! 
Chi è Roberto Cerè?
È un coach, autore del libro Se vuoi puoi, responsabile e fondatore di una collana di libri motivazionali!
Che cosa fa un coach? Vediamolo insieme.
Enciclopedia Treccani on line: Professionista che aiuta a sviluppare la propria personalità e a riuscire nella vita, negli studi, nel campo del lavoro.
Che cos’è il coaching? 

martedì 8 dicembre 2015

Il regalo più bello, più giusto, più umano da fare a Natale




Adesso sono molto più pelosa, sempre color nocciola e sempre piccolina, ma come puoi vedere in questa foto ho una caratteristica che prima non avevo: rido!
Sì perché esattamente un anno fa, prima di conoscere la mia mamma, io ero dentro un canile portata via dal randagismo. 

Ora, cara mamma e caro papà sconosciuto, volevo dirti che là in quei luoghi dove la mia mamma mi ha preso, ci sono tantissimi cagnolini e cagnoloni come me, che aspettano una famiglia, e il Natale è una magnifica occasione per avere un fratellino o una sorellina con cui giocare, oltre che una mamma e un papà. Sì, è vero, io ho solo la mamma, ma ho una cuginetta che mi fa tanti dispetti e gioca con me. 
Sapete, noi abbiamo tanto bisogno di coccole. Io ad esempio, come puoi vedere dalla prima fotografia sono stata picchiata e ho perso qualche dentino, ma con la mia mamma che mi fa tante coccole, ho ritrovato il sorriso.

Ecco, questi siamo io e la mia mamma… vedete come siamo felici?
Allora, mamma e papà sconosciuti, fate qualcosa per me, fatemi un altro regalo. Postate sulla mia pagina Facebook chiamata “Nocciolina, la cagnolina che ride”, il regalo di Natale che vi emozionerà tantissimo, facendo entrare nella vostra famiglia un mio amico peloso o una mia amica pelosa presi al canile, e vi posso garantire che mi farete immensamente ancora più felice.
Ricorda: l'amore non si compra!

Nocciolina, la cagnolina che ride


©Tutti i diritti riservati


Per tutti i bambini con "presunta" DSA o meno, che vogliono un'alternativa semplice e divertente allo studio della storia nelle scuole primarie, c'è 

La maestra a casa 

DVD sulla storia dell'uomo dalla nascita del mondo alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. 
Tutto il programma di STORIA della scuola primaria raccontato dalla maestra Tiziana con migliaia di immagini.

Per saperne di più su i DVD clicca qui 

lunedì 30 novembre 2015

I ruoli e le competenze che non devono assolutamente essere fraintesi.

I veri professionisti conoscono le loro competenze e non si sostituiscono per interessi economici e/o personali a professionisti con titoli e studi accademici diversi, pertanto rispettano il loro ruolo e le loro competenze senza invaderne il campo e le specificità.

Ecco spiegate in 4 punti le SOSTANZIALI le differenze tra

Psicologo, Psichiatra, Logopedista, Educatore, Docente e Pedagogista.

Pertanto, vediamo chi è e cosa fa…

La PSICOLOGA:
  1. ha una laurea di 5 anni in Psicologia;
  2. NON fa diagnosi di malattia, in quanto non è un medico (come da sentenza di Cassazione dell’11 aprile 2011 N°14408); non cura perché non è un medico in medicina, tantomeno può in nessun modo prescrivere psicofarmaci;
  3. fa assistenza attraverso il dialogo alle persone con problemi psicologici;
  4. non è un docente in quanto non conosce né la pedagogia, né la didattica.

giovedì 26 novembre 2015

I silenzi che minano la crescita sana dei bambini.

Si rende noto che negli articoli pubblicati su questo blog l’utilizzo del maschile e del femminile è casuale e si alterna per esigenze di scrittura e per par condicio.

Il papà dice: “Ti telefono giovedì”. E poi non chiama, fa silenzio!
L’adolescente chiama il genitore al telefono, ha bisogno di lui, gli spiega il problema, cosa gli è accaduto, gli esprime di essere agitato, di avere bisogno di parlare; ma il genitore risponde che in quel momento ha da fare, che non può stare a sentire ciò che ha da dire, anche se “quel da fare” può essere rimandato. Si sottrae, fa silenzio.
Un’adolescente scrive al papà un SMS, una mail, un messaggio in FB, WA. E l’altro non risponde, fa silenzio.
Uno studente telefona alla mamma. Ma lei non risponde e non richiama, fa silenzio.
Un bambino piange e strilla forte per attirare l’attenzione. Ma chi dovrebbe accorrere non lo fa, fa silenzio.

lunedì 16 novembre 2015

Un pensiero libero da invidia...


Tra la panchina e il mare... Invitante il rebus di copertina che accoglie con calamitante attenzione l'inchiostro che segna pagine preziose di un libro, quale punto cardine di una sfera sociale. Leggendo Tiziana Cristofari, molti apprezzeranno la cruda verità e la versione storica quale dietro le quinte, è specchio di devastanti soprusi. Forse una freccia letale per chi fa parte del gioco e che di certo si divertirà a ironizzare. I mali del mondo, fluiscono e inondano come intrappolate nel vaso di Pandora, per gridare l'ipocrisia di sterili ed egocentrici sentimenti frustrati. La pace, la concreta e tangibile verità che ci trasmette l'autrice, completata da una chiarezza dell'intelletto che non vuole puntare o condannare, ma semplicemente guarire l'indifferenza dei cuori. Un animo sereno accoglierà in modo analitico il percorso narrato da Gotz Aly, alle utenze virtuali, perchè realtà di un male che nasce con il mondo. Ci vorrebbe un'appendice al libro per recensire tutta la mia ammirazione per il lavoro svolto e il coraggio per un messaggio ove, predominerà la non comprensione. Ma l'autrice è schermata dal suo animo nobile e di certo avrà lo scettro di un umana coscienza. Complimenti vivissimi Tiziana Cristofari. Direi Top libro.

Cira Aiello, scrittrice


lunedì 9 novembre 2015

È giusto aiutare i propri figli nei compiti a casa?

Si rende noto che negli articoli pubblicati su questo blog l’utilizzo del maschile e del femminile è casuale e si alterna per esigenze di scrittura e per par condicio.

A volte capita che i genitori fanno degli errori in modo inconsapevole. Potremmo dire che questo è normale, perché nessuno ci ha insegnato come fare i genitori, non c’è una scuola apposta e non c’è una materia scolastica che nel corso della nostra formazione abbia potuto darci degli input a tal proposito. La cultura in primis ci fa essere in un certo modo, per cui ci comporteremo in quel determinato modo. Generalmente quello che seguiamo è l’esempio che abbiamo vissuto, quindi quello della famiglia o quello che la scuola ci ha lasciato come patrimonio culturale. Ma quando da adulti diventiamo genitori, i tempi sono altri da quando andavamo a scuola, la cultura si è evoluta. Quello che andava bene prima, ora molto probabilmente non serve più, non basta più, non è più adatto. E allora dobbiamo rivedere il nostro modo di educare, di essere con i nostri figli e studenti. 

domenica 8 novembre 2015

Chi è il vero fallito?

Uno degli scopi del libro Ecco cosa non dicono libri e corsi di automotivazione, è far vedere come possono essere diversi i punti di vista delle persone, anche quando affrontano un medesimo argomento o evento (come ad esempio un corso di sopravvivenza o una maratona); come la diversità “descrivale persone che la rappresentano, e come gli permetta di vivere la stessa esperienza, ma di percepire le cose in maniera diversa, perché le persone e il loro modo di essere è diverso. Ma soprattutto mi preme considerare la diversità come unicità, senza avere la presunzione di pensarla migliore delle altre.
La domanda che mi sono posta nellintraprendere il percorso di formazione Real Result Coaching di Roberto Cerè, è stata: