giovedì 11 luglio 2019

Lettera aperta alla Sindaca di Roma Virginia Raggi


Gentile Sindaca Virginia Raggi,
è sempre difficile cominciare una lettera indirizzata a una personalità di rilievo sociale in quanto, personalmente, mi pongo lo scrupolo di non voler offendere o essere troppo ossequiosa, caratteristiche che entrambe non mi appartengono. 
Sono giorni però che Lei mi entra insistentemente nella testa e quando mi capita questo non posso fare a meno di prendere “carta e penna” e scrivere.
Le dico subito che non l’ho votata, perché appartiene a un movimento che non mi ha mai convinta (sono piuttosto legata a Democrazia Laica e Potere al Popolo), ma sono anche stata molto contenta di sapere che, al ballottaggio, Lei fosse stata eletta. Una donna, mi dicevo, saprà cambiare questa città. 
Nonostante io cerchi sempre di rimanere obiettiva (per me la politica sono i fatti), ho avuto per lei sentimenti che si sono alternati dallo scoraggiamento (una capitale sporca e poco funzionante), alla delusione (dopo tre anni non si vede nulla di nuovo), alla stima (quando lei è scesa in strada a incoraggiare/sostenere la famiglia nomade ai quali era stato assegnato l’appartamento a Casal Bruciato). 
Non le nego pertanto che un fluttuare di speranza (ogni volta che la vedo e la sento parlare) e rassegnazione/scoraggiamento (ogni volta che a parlare sono gli altri per le cose che non funzionano), mi prende a volte in un senso, a volte nell’altro.
La motivazione che mi ha spinta a scriverLe è che a un certo punto ho avuto la sensazione che Lei stesse vivendo ciò che spesso vivo sulla mia pelle, quando come donna, cerco di andare contro corrente (o per il mio lavoro o per la mia vita in generale). Oggi più di ieri, riesco a vedere la Sua forza e la Sua determinazione, nello stesso modo in cui vedo la Sua condanna (da parte della politica e della comunità) e il disprezzo verso di Lei del suo essere donna, prima ancora che Sindaca. E mi fanno ridere quando dicono che non c’è sessismo, spudoratamente espresso invece nei Suoi confronti ogni volta che è possibile colpirLa.
Ho tentato di capire il disappunto che ho provato per Lei prima di riuscire a Vederla come la vedo oggi (più umana, più battagliera che mai, più donna forte e coraggiosa). Per farlo ho dovuto separare il fastidio che provo ogni volta che ho scritto (e che purtroppo ancora mi tocca fare) per poter avere la strada davanti il portone di casa spazzata da mesi e mesi di assoluta indifferenza da parte dell’autorità preposta a tale funzione.
Ad oggi sono tre/quattro mesi che, — nell’ultimo tratto di una strada centrale quale è via della Magliana, prima che si incroci con la Roma-Fiumicino, una strada che collega l’Aeroporto con il centro città e che dovrebbe essere il nostro biglietto da visita per chiunque arrivi a Roma —, si sono accampati una decina di furgoni rom e che hanno preso i nostri secchi per la spazzatura come discariche a cielo aperto: la notte passano a svuotare i cassonetti e la mattina c’è un tappeto di spazzatura, perché purtroppo i rom non sono “educati” a gettarla dentro, con tutto quello che ne consegue sui marciapiedi diventati anche loro una discarica; quegli stessi marciapiedi che fungono oggi anche da parcheggio per i loro furgoni costretti a salirci sopra perché lunghi, oltre che fungere da urinatoi a cielo aperto, dove purtroppo oltre all’urina, riescono anche a defecare e masturbarsi apertamente davanti a tutti, seppur nell’idea di essersi appartati dietro a qualche sfortunata auto parcheggiata nei dintorni o tra i cassonetti della stessa spazzatura. Non le dico il fetore e il disgusto per una situazione decisamente per noi cittadini incontrollabile. Mi sono anche domandata perché civilmente e puntualmente pago la nettezza urbana, visto che avere i contenitori non serve e non c’è mai nessuno che spazza e disinfetti i marciapiedi dove anche io ho diritto di passeggiare. Stando così le cose Lei capirà molto bene come l’acredine nei Suoi confronti non possa, in questo caso, che esprimersi.
Ma io ho un difetto che è anche una passione, che è anche il mio lavoro: mi occupo di infanzia.
Ho parlato spesso con le ragazzine rom alle quali viene dato l’incarico di buttare la spazzatura in quei cassonetti posti proprio davanti l’ingresso di casa mia chiedendo loro di gettarla dentro. Ho parlato spesso con quelle ragazzine dodicenni che mi chiedevano una sigaretta, domandando loro se non fossero troppo giovani per fumarne; ed è capitato anche, a una bimba di 4 o 5 anni che mi chiedeva dolcemente se fossi una modella, che le facessi una carezza sul viso e accorgendomi che quel viso seppur sporco aveva la stessa morbidezza dei visi dei bambini che vengono al mio studio.
Così quel disgusto del mio quartiere che ritrovo ogni mattina quando esco di casa e che non vedrà la fine con la raccolta straordinaria che è stata prevista in accordo con la Regione Lazio, e per la quale avrei voluto fare una denuncia più volte, mi ha trattenuta solo perché mi sono immedesimata in quelle bambine, forse anche nelle loro famiglie. O semplicemente perché so cosa significa non avere nulla, non essere nessuno, non avere appoggi di amicizie influenti e… dover sopravvivere.
Allora sì, guardo Lei e capisco la Sua forza quando sente di aver le mani legate. Vedo Lei e mi rendo conto del Suo coraggio nel scendere in strada per appoggiare la famiglia rom, contro tutto il quartiere incapace di vedere e sentire il disagio umano.
Allo stesso modo però in cui vedo tutto questo, vedo anche tanto lassismo nel popolo dei lavoratori. Mi corregga se sbaglio, ma credo di aver sentito di un enorme numero di dipendenti AMA in malattia proprio in questo periodo estivo e mi auguro che Lei possa fare qualcosa. 
Forse chissà, tutto questo è solo (si fa per dire) una cattiva gestione di chi dovendo spazzare Via della Magliana si ferma al supermercato LIDL e ignora tutto il restante marciapiede fino alla fine della strada dove c’è il nostro palazzo, l’accampamento nomadi e la Protezione Civile, che sono circa 5/600 metri dopo le attività commerciali. Ecco qui, c’è l’anarchia più totale dei lavoratori addetti allo spazzamento della strada, e per mesi nessuno passa fino a quando qualcuno di noi non solleva un reclamo. Ben tre cestini posti lungo la strada sono stati tolti e non più rimessi, nemmeno dopo che è stata rifatta la fermata dell’autobus che rimane sfornita. Forse si faceva troppa fatica a svuotarli? La motivazione forse è che non ci sono i controlli? La motivazione forse è che non ci sono i negozi? La motivazione forse è che quell’improvvisato campo rom dà fastidio a chi spazza la strada? Non lo so, lo chiedo a Lei, anche se mi rendo conto che Lei dovrà chiederla, quella risposta.
Gentile Sindaca Raggi, sicuramente Lei sta facendo qualcosa che prima del Suo arrivo nessuno ha fatto: sta rimettendo a posto legalmente una città piena di illegalità, ma l’illegalità parte anche dal basso, da chi dovrebbe fare il suo lavoro e non lo fa, da chi è oggi fortunato, percepisce uno stipendio ma si sente tutelato dalla malattia facilmente riconosciuta da una classe medica altrettanto corrotta (visti i continui fatti di cronaca); da chi non fa i controlli per vedere in quali condizioni i quartieri si trovino; e anche per tutto questo io personalmente, spero in un Suo intervento.
Il reddito di cittadinanza potrebbe essere molto utile anche per questo: si pagano i cittadini privi di lavoro €780,00 e si potrebbero mettere a pulire la città almeno per un part-time, le persone sarebbero più contente (forse si sentirebbero più degne di percepire quei soldi) e il reddito di cittadinanza avrebbe un senso, sia per chi il lavoro non ce l’ha, sia per chi lavora, ma non arriva a guadagnare quella cifra, e pensa che dare i soldi ai cittadini per non fare nulla sia davvero scandaloso.
Io non mi occupo di politica; sicuramente ci saranno delle motivazioni perché quello che ho appena detto non sia stato preso in considerazione: non credo certo di essere la prima a pensarlo! Ma ci saranno sicuramente delle motivazioni che possono essere considerate e risolte, per cui uno dei tratti di strada più importanti della città sia lasciato in modo scandaloso al degrado; ci saranno delle motivazioni per cui tollerate un accampamento sul marciapiede che fa anche da bagni pubblici incrementando topi, gabbiani, cornacchie, malattie di ogni genere, oltre che atti osceni come la masturbazione. Ho denunciato questo fatto ai carabinieri di passaggio con una volante e mi hanno risposto che avrei dovuto chiamarli nel momento del fatto. Ora, forse loro hanno pensato che fossi una povera oca, che abitando lì potessi chiamare i carabinieri additare il masturbatore e sentirmi poi sicura e felice in casa mia. Sì certo, l’atteggiamento di quella pattuglia è stato scontato e ripetitivo di quello che vive spesso anche Lei: non si sono minimamente immedesimati nei miei panni! E di questo me ne dispiaccio!
Intendiamoci, non ho problemi a vivere vicino a queste donne, questi uomini e questi bambini, ritengo siano esseri umani come me. Però, che l’amministrazione Capitolina non intervenga ad esempio posizionando bagni chimici (se ha deciso che lì possono rimanere) per donare loro la giusta privacy e a noi un’adeguata igiene sul nostro marciapiede, questo no, proprio non lo capisco e non lo accetto.
Chiudo dicendo che abbiamo dato mandato al nostro amministratore di condominio di fare richiesta per poter togliere i cassonetti esterni e metterli nel nostro comprensorio, migliorando così la gestione della differenziata e, si spera, evitando lo scandaloso insulto dell’immondizia in ogni dove davanti ai nostri cancelli e sul nostro marciapiede. Spero che la richiesta venga accolta da Voi (da AMA) in tempi brevi e che la strada possa tornare vivibile anche in presenza di “campi rom”.
Detto questo, Le rinnovo la mia stima e Le auguro che riesca a fare tutto quello che era nel Suo programma politico per la nostra città.
Cordiali saluti

Tiziana Cristofari