lunedì 14 agosto 2023

A tutte le donne


Lo scritto che segue è un vero inno alla donna. 

Riporto un brano della magnifica Michela Murgia tratto da Stai zitta; lo faccio perché la voglio ricordare, perché mia coetanea —fatto questo che mi resta dentro con rabbia, quando penso che io sono ancora qui e Lei no—; perché unica nella sua militanza per tutti i diritti civili e per avermi più volte ribadito che il diritto a vivere pienamente senza doversi sentire inferiori a qualcuno è un diritto di tutti. Alla donna che Lei è stata e al patrimonio che Lei ha regalato a tutte noi. La voglio ringraziare personalmente lasciando traccia di una Sua forte impronta sul mio blog; e le voglio esprimere riconoscenza soprattutto perché più volte le Sue parole mi hanno fatto sentire parte di questo mondo e non un’aliena in quanto donna e perché dissento e dico ciò che alla società non piace. 


«Così un uomo che dissente è una voce coraggiosa che non le manda a dire, mentre una donna che dissente è una rompipalle che ha sempre da ridire su tutto. Lo spettro dell'impopolarità ammutolisce preventivamente la voce pubblica delle donne. Come tutti i sistemi di potere coercitivi, il patriarcato non tollera il dissenso e ha metodi violenti per combatterlo. Se scegliete di militare nel femminismo ed evidenziare cose come l'ingiustizia salariale, i dati della violenza di genere, l'ipertrofia maschile nei ruoli di comando e i vizi e le conseguenze del linguaggio sessista, occorre che mettiate in preventivo il fatto che il sistema patriarcale reagirà indicandovi come un problema. Questo però vale anche se vi occupate di migranti, di affollamenti sulle piste da sci in tempi di Covid, di politica in qualunque accezione e in generale di tutti quei temi pubblici che in quanto tali sono considerati di pertinenza maschile. Qualunque posizione prendiate, sarete additate come stronze, streghe, insoddisfatte sessualmente, con il ciclo in atto e/o il climaterio in arrivo, antipatiche, senza senso dello humour, sempre a lamentarvi, misantropi e frustrate. Se lo fate online, le cosiddette shit-storms, le tempeste di insulti, saranno un evento di frequenza e portata direttamente proporzionale alla vostra visibilità ed efficacia.

Si può avere una vita più facile, naturalmente. La brava bambina che dice sorridendo il suo addomesticato avrà sempre un posto d'onore nel sistema patriarcale. Rinunciare a quel posto d'onore dicendo questo non mi va bene è un passaggio faticoso, ma più di una, in passato, lo ha fatto per noi ed è per questo che oggi possiamo divorziare, scegliere se diventare madri o no, fare le magistrate, non essere costrette a sposare l'uomo che ci ha stuprate e avere altri non piccoli diritti. Nessuna delle nostre bisnonne, nonne e madri ha domandato queste cose gentilmente, preoccupandosi di non spaventare. Sapevano, come dobbiamo sapere noi, che il patriarcato è un sistema muscolare e rispetta solo ciò che teme. Per questo, per raggiungere quelli che oggi chiamiamo traguardi, migliaia di donne hanno pagato con il disprezzo della loro famiglia, hanno perso il rispetto borghese delle loro comunità, la possibilità di vivere vite tranquille e, in alcuni casi, perfino la vita. Dobbiamo essere loro grate e il modo migliore per farlo è non dimenticare che quei diritti esistono solo finché restiamo pronte a tirare fuori le unghie per difenderli. Se ci dispiace dispiacere, l'ancella in cui vorrebbero trasformarci ha già vinto, perché l'unico potere che il patriarcato riconosce come legittimo è quello che ti concede, mai quello che ti prendi da sola». 


Grazie Michela.