Forse perché il vero problema non è stato affrontato.
Continuo, dopo 25 anni di attività didattica, a essere fermamente convinta che il metodo giusto è sì parte della soluzione su come migliorare un rendimento scolastico, ma rendere nello studio ha necessità di impegno e costanza nel tempo; non può bastare uno strumento meccanico, proprio perché la persona non è un computer, non è un oggetto al quale inserire un input, un comando. E lo dimostra anche il fatto che in tanti hanno provato a dare una risposta, ma è sempre meccanica, non umana e pertanto non funziona. Lo studente ha necessità di una cosa che nessuno strumento informatico o nessun metodo pratico didattico gli può dare: la relazione.
E la volontà, l'impegno, la forza di rimanere a studiare concentrati sul libro la si trova solo se intorno allo studente ci sono relazioni positive. Quelle familiari sicuramente le più importanti, ma anche e soprattutto la relazione con i docenti o con un docente, qualcuno che sappia creare un'empatia sufficiente a far sentire lo studente vivo e motivato da quella fatica.
Quando il bambino o la bambina arriva da me il più delle volte sono completamente sfiduciati nella relazione con il docente, sono demoralizzati e privi di autostima; motivo per cui la difficoltà più grande che devo affrontare per dargli una motivazione allo studio, è fargli vedere che io sono diversa dagli altri docenti, che con me può costruire una relazione che gli permetterà di avvicinarsi allo studio senza il fardello della paura, dell’ansia, dell’angoscia, dell’indifferenza e dell’anaffettività che i nostri studenti vivono, purtroppo molto spesso, nella relazione con gli insegnanti; devo permettergli di ritrovare l’autostima, senza la quale studiare cose nuove e a volte difficili, lo sentono impossibile.
È banale e fuorviante far ricadere le problematiche dello scolaro sul cellulare disponibile a tutte le ore (come spesso si sente dire), sulle applicazioni distraenti o, per i più grandi, sulle cattive amicizie. Questo è solo un modo per trovare una giustificazione e una assoluzione a una cattiva relazione che non vogliamo considerare o per cui ci accorgiamo di non avere il controllo. Ci giustifichiamo perché è più facile incolpare un cellulare, che trovare la causa in una modalità errata di rapporto dove siamo noi a dover cambiare, a metterci in discussione.
Detto in parole più povere, il miglioramento del rendimento scolastico è proporzionale al benessere psicologico-affettivo-emotivo e quindi relazionale dei nostri studenti. Tutto il resto sono solo chiacchiere.
Dott.ssa Tiziana Cristofari
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