martedì 27 maggio 2014

Tiziana... ti scrivo 3

Cara Tiziana, mi chiamo Sonia e ho 26 anni.
Ho letto le prime due puntate di Invidia e solitudine che però devo dire non mi hanno lasciato molto. Lo so, sono solo le prime due, ma pensavo che mi avrebbero dato di più, spero che in seguito il romanzo diventerà più interessante.
Non so nemmeno perché ti scrivo. Forse è solo per un attimo di notorietà sperando che tu pubblichi questa mia lettera… o forse è perché mi sento così sola che spero tu mi risponda per provare un pizzico di compiacimento che non avrei altrimenti.
Quando ho visto la pubblicità della pubblicazione di questo romanzo, Invidia e solitudine, ho pensato che fosse stato scritto apposta per me, ma non per una questione d’invidia, ma piuttosto perché mi rivedevo nella solitudine, anche se poi non so bene cosa racconterai. Diciamo che mi sono rivista nel concetto di solitudine e ho sperato che potessi ritrovarmi in quelle righe, per questo continuerò a seguirti. A volte la vita è triste e la solitudine è tremenda se ti prende come sta facendo con me che a volte mi sento divorare senza avere la forza di reagire al silenzio che mi circonda, ma non credo di essere l’unica…
Ora ti lascio, ti prego di non pubblicare il mio cognome, non ho voglia che chi mi conosce sappia…
Mi piacciono i tuoi articoli…
- Sonia G., Roma –

Cara Sonia,
è difficile rispondere a tanta solitudine e forse non basta dire che conosco quel sentire.
Penso che nella vita ci siano due grandi tipi di solitudine: una è quella negativa in cui si cerca l’altro e non si trova; la seconda è quella positiva in cui si cerca la solitudine per avvicinarsi di più all’altro, ossia una solitudine che fa stare bene, che non disturba, anzi che ci dà forza. Questa è la solitudine che racconterò nel romanzo. Una solitudine che ti permette di guardarti dentro e capire quanto si è unici e irripetibili, nonostante gli altri siano ciechi e sordi. So che spesso quando si parla di solitudine è per definire uno stato delle cose che ci rende tristi, che ci allontana dalle persone, anche se il più delle volte sono gli altri ad allontanarsi da noi, ma non è sempre così. Anzi, posso anticiparti che molto spesso coloro che fuggono da noi perdono e noi invece, che restiamo soli, ci guadagnamo: bisogna solo capire come fare per sentire la solitudine positiva …e imparare a farlo. Ma si può e si deve poter stare soli, perché è un punto fondamentale del nostro benessere psichico.
T’invito comunque, ogni volta che ti senti (come dici tu), divorare da questa solitudine, a scrivermi, io ti risponderò; anche questo è un modo per superare la solitudine negativa; ma penso che tu ci sia già arrivata da sola: questo scritto fallo tuo ogni volta che ne senti la necessità.
A presto

Dr. Tiziana Cristofari