La motivazione è fondamentale per
andare bene a scuola.
La motivazione ci spinge a dare
il meglio di noi per raggiungere i risultati: sì lei, proprio lei, la
motivazione. Ma quale?
Un giorno di un po’ di anni fa,
mi chiesero se per me fosse importante la motivazione negli studenti. Ero a un
colloquio di lavoro per entrare a insegnare in una scuola di recupero anni. La
persona con la quale stavo facendo il colloquio, dopo avermi fatto questa
domanda, mi raccontò che l’anno precedente si era iscritto in quella scuola un
signore di cinquant’anni che voleva prendersi il diploma per un avanzamento di
carriera e che riuscì a fare ben cinque anni in uno. Mi dissero che era molto
motivato. Certo, pensai, la motivazione la doveva sicuramente avere un uomo di
cinquant’anni, altrimenti dubito che si sarebbe iscritto in una scuola per
prendersi il diploma, e pensai che l’avanzamento di carriera fosse un’ottima
motivazione.
Dopo avermi raccontato questo
aneddoto, il selezionatore mi chiese ancora se per me fosse fondamentale la
motivazione. In un primo momento associai la parola motivazione a quell’uomo
grande di età che era tornato a scuola, pensando che fosse assolutamente
indispensabile per lui avere una motivazione forte, altrimenti perché fare
quella fatica a quell’età? Risposi che sicuramente era importante per un adulto
così avanti nell’età, ma che non lo era altrettanto per un adolescente. Dissi
questo e poi rimasi però perplessa di quella mia risposta, che arrivava più per
ciò che fino ad allora mi avevano trasmesso gli studenti, che per reale
convinzione.
Oggi vi racconto questo perché
sento che bisogna chiarire il concetto di motivazione. Non che quel
selezionatore avesse torto, semplicemente bisogna fare delle distinzioni. Secondo
me esistono due tipi di motivazione: una è quella legata a un obiettivo che già
si conosce, che si desidera fortemente e pertanto è una motivazione che parte
spontaneamente dalla persona senza la necessità di essere incentivata; l’altra
è una motivazione che necessita di essere stimolata: ovverosia, la persona non
ha un obbiettivo ben preciso o addirittura l’obbiettivo che vede non gli
interessa e questo, il più delle volte, è la situazione dello studente. Voglio
dire: molti studenti che non vanno bene a scuola o che arrivano ad abbandonarla
e poi a recuperare gli anni, il più delle volte è perché non hanno capito quale
stimolo potrebbe spingerli per andare a scuola, non hanno chiaro uno scopo, un
obiettivo e coloro che lo avevano, oggi forse, purtroppo, non ce l’hanno più.
Certo è che di questi tempi dare uno scopo alla scuola stimolando i ragazzi
come si faceva 30 anni fa, non funziona più. Un tempo ci dicevano studia, così
avrai un buon lavoro. Oggi anche chi ha studiato, il più delle volte non trova
il “buon lavoro”, inoltre l’informazione dei media spesso ambigua, fa il resto,
creando nello studente demotivazione allo studio. Lo stato attuale delle cose
dice che il diploma non ti garantisce, come un tempo, di trovare lavoro, né
tantomeno lo permette una laurea.
Ma la cosa più grave è che non si fa in
nessun modo una propaganda di stimolo allo studio spiegando l’importanza della
cultura al ragazzo. Si parla sempre e solo di lavoro, come se lo studio avesse
come unica motivazione il futuro lavorativo; ma non c’è niente che spieghi o incentivi
lo studente allo studio per una formazione alla vita, alla libertà, perché la
conoscenza è libertà, che a mio avviso è una fondamentale importanza
motivazionale.
Ecco quindi che torniamo alla mia
risposta a quel datore di lavoro: sì, la motivazione è essenziale per qualunque
cosa costi fatica e si debba fare, compreso lo studio, ma se l’obiettivo che ci
siamo posti per mandare i nostri figli a scuola è sbagliato, non è coerente con
i tempi, non è veritiero con gli scopi, eccolo lì che la motivazione non
funziona.
È anche per questo che il lavoro
dei genitori e dei docenti è diventato più arduo. Entrambi devono poter vedere
scopi, obiettivi, risultati, il futuro, prima ancora che li possano percepire i
loro figli e studenti. È compito di un genitore o un insegnante sapere e potere
comprendere queste difficoltà dei loro figli-studenti e arginarle trovando il
giusto modo per motivare i ragazzi. Bisogna trovare una strada giusta, adatta
alle potenzialità di ogni bambino e adolescente e poi, quando si è trovata la
strada, perseguirla insieme a loro…
RICORDA: non aspettare che tuo
figlio trovi da solo la giusta motivazione, parla con lui e stabilisci un
obiettivo, quando lo avrai trovato fai
di tutto affinché si raggiunga.