lunedì 30 agosto 2021

Passione e desiderio… e poi sì, la mia scuola è meravigliosa come i miei bambini!

Passione e desiderio
Qualche giorno fa nel tentativo di mettere ordine in un armadio mi sono ritrovata a sfogliare l’album delle fotografie di quando ero piccola e andavo a scuola: grembiule, cartella e un ricordo lontano di emozioni positive per i primi giorni di scuola in quelle che allora si chiamavano elementari. Ricordo quegli oggetti nuovi, i quaderni, l’astuccio con le matite colorate, ricordo il batticuore. Tutte sensazioni legate ai primi incontri in classe con la maestra e i compagni; poi durante l’anno subentrava la paura e quelle emozioni svanivano per ripresentarsi però l’anno successivo al nuovo inizio. Chissà forse la paura vissuta si dimentica, o forse si spera che il nuovo anno possa essere diverso, o forse siamo diversi noi perché cresciute. Tant’è che qualunque sia la motivazione, ricordo quei primi giorni di scuola felicemente emozionata, a dispetto di quello che poi durante l’anno avrei sopportato come studentessa poco accettata dalla docente perché affatto brillante.

Oggi mi chiedo se quelle sensazioni ancestrali dei primi giorni di scuola possano essere le stesse o molto simili a quelle che provo oggi. Certo, la situazione è diversa. Sono adulta e sono dalla parte di chi insegna; ma quelle prime giornate mi lasciano ancora un’immensa emozione positiva. A dire la verità provo emozioni forti tutto l’anno: con i miei bambini ridiamo, lavoriamo, scherziamo, stiamo bene insieme, ma i primi giorni restano speciali.


Il solo pensare ai nuovi bambini mi mette i brividi di piacere, un desiderio di essere già lì, di guardarli e dialogare con loro, di conoscerli; mi emoziona pensare a come instaurare il nostro primo rapporto insegnante-discente, quello fondamentale, quello che non fa paura né in quei giorni, né dopo; quello che incoraggia, ma che è anche il più difficile perché se sbagli poi è più complicato recuperare, farsi seguire, catturare la loro attenzione e soprattutto far nascere in loro la passione, il desiderio per lo studio, che devono poter coltivare giorno per giorno attraverso la relazione valida e le attività didattiche. 


Sì la passione, il desiderio, quei sentimenti spesso ignorati e che l’insegnare dovrebbe possedere, e che, se trasmessi agli alunni, soli ti portano lontano, ti permettono di non mollare anche quando tutto sembra più difficile. Sentimenti positivi che poi ti permetteranno di dire che sì, la tua scuola è meravigliosa esattamente come i tuoi bambini. 


Tutti gli anni all’inizio e ogni volta che un bambino viene al mio studio provo questo: una forte emozione positiva alla delicata relazione che dovrò saper instaurare con ognuno di loro. Mi auguro che sempre più insegnanti provino ciò che sento io, ne va dello sviluppo cognitivo adeguato di ogni studente.


PS: Dimenticavo, quella bimba in foto strabica sono io il primo giorno della prima elementare.


Dr.ssa Tiziana Cristofari

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Un titolo e un contenuto sicuramente contro tendenza, dato che libri e manuali sull’argomento parlano solo di come riconoscere i disturbi dell'apprendimento e quali sono gli strumenti dispensativi e/o compensativi per sostenere una realtà che, secondo la maggioranza della comunità scientifica, non ha soluzione in quanto i disturbi sarebbero causati da fattori genetici o neurobiologici.
Nel mio libro affronto scientificamente tutti questi argomenti e li smonto uno per uno dimostrando come sia improbabile quanto viene affermato. Ma soprattutto spiegando perché la comunità scientifica non ha ancora compreso o voluto comprendere, che questi “disturbi” mettono radici lì dove la scuola e la famiglia crescono figli e studenti senza una pedagogia adeguata.