sabato 11 aprile 2020

Il Covid-19 ha fatto emergere l’umanità

Angeli in camice bianco. I nostri eroi. Il popolo italiano mostra la sua grande solidarietà. Lettere d’amore private tra chi amandosi, non può incontrarsi. La spesa sospesa. Situazioni di resistenza e umanità che giornalmente compaiono alla televisione e sui giornali ci stanno inondando le esistenze. 
Gli striscioni “andrà tutto bene” sono appesi ovunque sui balconi, per le strade, oggi ne hanno fatto anche una canzone.
Ho pianto più volte (e chissà quanti come me) e mi sono emozionata sul racconto dei gesti altruistici di gente comune. Di persone povere che si sono e si stanno prendendo cura di altri poveri. Di popoli stranieri poveri pronti a soccorrere con le loro donne e i loro uomini il popolo italiano rendendomi estremamente felice; tutto ciò mi ha colpito il cuore, ed è sempre stato così: chi meno ha, più dà.
Sì, è vero c’è bisogno di tirare su il morale alle persone; c’è bisogno di alimentare il sentimento di solidarietà; c’è bisogno di sentirci vicini nonostante la lontananza. C’è bisogno di respirare un’aria nuova a fronte di quella viziata degli appartamenti diventati claustrofobici per tutti, anche per chi ne ha uno abbastanza grande da poter destinare una stanza per ogni attività e per ogni componente della famiglia.
E allora accendiamo più del solito la televisione e permettiamo a tutte le trasmissioni di parlarci del grande amore che ha riscoperto il popolo italiano verso il popolo italiano e non solo, della solidarietà che tutti dimostrano verso tutti. Ogni trasmissione parla di come il Covid-19 ci stia cambiando, di come ci permetta di riscoprire i valori umani, di riappropriarci della nostra vita familiare, di riscoprire il dialogo e la relazione. In ogni trasmissione c’è un vissuto ideale di come tutti noi sogniamo che possa diventare l’umanità dopo il Coronavirus. Quello che ci fanno vedere però, non è la realtà.

Certo è vero, quei medici e infermieri che intervistano sono reali. Quelle mascherine stampate sulla faccia degli angeli, la fatica, la gentilezza di tenere la mano al malato terminale nei suoi ultimi istanti di vita sono reali. Quei racconti di solidarietà tra cittadini (la spesa sospesa, chi ha dà chi non può prenda ecc.) sono fortemente concreti, ma sono una parte talmente piccola della nostra storia che sbandierata a quel modo nelle trasmissioni televisive diventa enorme, e ci solleva ipocritamente dalla vera situazione che il nostro Paese sta vivendo.
Ma parlare enfatizzando certi argomenti e spostando così intenzionalmente l’attenzione, è il solito gioco politico: punto l’obiettivo su un argomento, per nasconderne un altro. Quale? Quello che avete sotto gli occhi e per cui tutti noi facciamo finta di illuderci che non esista.
Partiamo dalla vita di tutti i giorni, dalla vita da reclusi per cui ci ritagliamo (io personalmente una volta ogni 15 giorni) la possibilità di andare a fare la spesa o arrivare in farmacia, e analizziamo la situazione.

I miei vicini di casa, che mi conoscono da quasi 30 anni, pur sapendo che sono sola, non mi hanno mai fatto una telefonata, né hanno mai sentito l’esigenza di chiedermi se avessi bisogno di qualcosa o semplicemente di parlare, se mi incontrano per le scale a stento mi salutano: esattamente come accadeva prima dell’epidemia.
Da quando tutto si è fermato credo di essere andata a fare la spesa tre volte e, ogni volta, ho assistito a scene di egoismi: come ignorare chi chiede l’elemosina, litigare per una postazione in fila, trattare male i nomadi, come se loro non avessero diritto a mangiare, di fare la spesa, di vivere. Come se sinti e rom avessero più opportunità di noi di trovare quei soldi che prima in qualche modo racimolavano facendo piccoli mercatini o chiedendo l’elemosina o lavando i vetri delle auto. Anche loro per vivere hanno bisogno di mangiare. Due volte ho visto impedire loro di entrare nei supermercati. 
Siamo alla vigilia di Pasqua, gli scaffali sono stracolmi di uova di cioccolata e colombe, sono a prezzi esorbitanti mentre la gente patisce più che mai la fame, le famiglie non sanno cosa dare da mangiare ai loro figli: un uovo di cioccolata non si dovrebbe poter negare a nessun bambino! Dopo Pasqua tutte quelle uova e colombe invendute andranno al macero, nella più totale indifferenza di chi patisce la fame. Mentre i supermercati sono tra gli esercenti che hanno fatto guadagni stratosferici proprio perché le persone hanno cucinato di più, molto di più.
Vogliamo parlare dei lombardi? Ma solo perché ho sentito le ultime statistiche, non perché siano diversi gli abitanti delle altre regioni. Nonostante la situazione terribile di emergenza in cui versa la loro Sanità, il 40% degli abitanti della Lombardia nella giornata del 7 aprile era tranquillamente a spasso alle 20 della sera e lo era ancora alle 23 (Luinotizie, Quotidiano dell’Alto Varesotto, 8 aprile 2020). Un puro atto di menefreghismo assoluto verso la popolazione più fragile. Cari concittadini, stiamo parlando di quasi la metà della popolazione lombarda. Non è umanità questa: piuttosto si chiama indifferenza, anaffettività, freddezza nei confronti dell’altro essere umano. 

Ma ancora. Il mio gestore del gas, quando a marzo il Governo pensava di sospendere tutte le bollette e poi non lo ha fatto, dalla paura che ciò avvenisse, ha deciso che gli utenti con domiciliazione bancaria avessero potuto attutire le imminenti mancate entrate facendo un prelievo forzato dai conti correnti anticipatamente. E così, se anche la mia bolletta scadeva il 6 aprile, ha pensato bene il 25 marzo (ingannando la fiducia che gli era stata concessa con la domiciliazione) di mettere le mani nel mio conto corrente e prendersi i soldi ben 10 giorni prima della scadenza. Alla faccia dell’altruismo! Ha preso indebitamente non solo i soldi 10 giorni prima, ma soprattutto ha rubato per sempre la mia fiducia.
È disgustoso.
E sapete perché tutto questo esiste? Perché il pensiero umano, contrariamente a ciò che si sbandiera in questo periodo, non è cambiato con il Covid-19, è sempre lo stesso: e chi prima faceva volontariato, assistenza, si preoccupava disinteressatamente agli altri, o semplicemente faceva bene il proprio lavoro, ha continuato a farlo anche oggi: sono loro a stare in televisione, sono loro a essere intervistati, non certo quelli che il Covid-19 avrebbe cambiato con la sua presenza. La differenza però è che prima non interessava a nessuno di mette in piazza il bene che queste persone sapevano fare. Oggi invece interessa moltissimo, oggi è il piatto succulento delle trasmissioni televisive, quelle che pur di mandare in onda la pubblicità interrompono il medico di turno che sta parlando e che ha tempo limitato da dedicarci (o il discorso di Conte alla Nazione); ma si sa, quando la pubblicità chiama, quando l’economia domina, è sacra più della vita umana. 

Quel bene che la gente fa, è oggi usato strategicamente per rabbonire il popolo, per calmarlo, per indorargli la pillola di una Sanità distrutta dalla politica fatta da uomini, quegli stessi uomini, che hanno sempre puntato alla privatizzazione per massimizzare i guadagni e che adesso si sciacquano la bocca parlando di eccellenze, parlando dei “loro angeli in camice bianco”, gli stessi angeli che loro hanno mandato al fronte senza alcuna protezione, ovvero li hanno mandati a morire.
E così forse ci è sfuggito che le eccellenze sono servite a pochi di noi comuni fortunati cittadini e ad alcuni in particolare: ad esempio a mettere Bertolaso subito in ospedale al primo cenno di febbre, seppur senza effettiva necessità (mentre si rimandavano a casa a morire gli altri comuni cittadini) o a fare i tamponi subito alle mogli dei calciatori, perché scusate, il campionato di miliardi di euro deve ripartire al più presto e i calciatori “meritano” a differenza delle altre persone di vivere. Quelle rare eccellenze per la maggioranza delle persone comuni, moltissimi anziani e qualche giovane, che si sono e si stanno ammalando, e avrebbero bisogno di ricovero, o di un tampone, o di una visita, probabilmente non le avranno mai; e solo dopo i parenti, denunciando, faranno emergere il problema per una giustizia che non verrà mai compiuta, perché in fondo eravamo in emergenza. 

Questo è per dire che le eccellenze di cui il Governo si bea di nominare si contano sulle dita delle mani di qualche politico italiano grazie ai tagli alla Sanità, grazie al numero chiuso nelle università e a tutto quello che conosciamo.
Ma c’è di più. Quelle eccellenze che ci mostrano nei telegiornali, intervistati bardati come fossero astronauti, sono una netta, nettissima minoranza dei nostri ospedali. Perché la norma vissuta nei nosocomi riferita a patologie o malattie no Covid-19, era ed è spesso per il comune cittadino l’indifferenza, un’assistenza superficiale, negligenza, inadeguatezza della cura, insufficienza di personale, reparti fatiscenti, cure insufficienti, per non dimenticare i maltrattamenti denunciati e non denunciati, ma all’ordine del giorno. La norma diventava spesso attenzione solo per l’amica dell’amico e/o parente di qualcuno o avente nome importante. La norma era diventata per molti spesso impossibilità di cura; tutti sapevano (sanno), ma tutti i politici che si sono succeduti hanno continuato a tagliare sulla Sanità; a pensare che noi comuni malati non avessimo pari dignità degli altri; ma d’altronde non c’era il Covid-19 a far emergere prepotentemente tutto questo. Oggi invece, si sono accorti che l’odiato Coronavirus riesce ad abbracciare spudoratamente anche i governanti, i ricchi e le celebrità; allora fa paura e ci rende solidali, ipocritamente solidali. O meglio, chi ci governa vorrebbe farci credere che tiene a noi, a tutti noi che fino a ieri eravamo numeri senza volto e senza nome. 
E allora le televisioni abbondano di solidarietà, di umanità e di dolore sia in positivo che in negativo. Abbondano di emozioni forti, sia positive che negative per l’audience.
Ma il Covid ha deciso anche che tutta questa farsa solidale ostentata, di cui prima nessuno o quasi ne parlava, ha messo (sta mettendo in evidenza), quel menefreghismo, quell’indifferenza dell’animo umano che c’era e che c’è tutt’oggi in molte persone: l’abbandono totale degli anziani sia nelle case di riposo che nelle case private; la superficialità con cui sono state prese iniziative di carattere sanitario; l’approfittarsi della situazione per agevolare gli interessi locali, piuttosto che nazionali; il cinismo di uomini senza scrupoli nell’idea di guadagnare speculando sulla vita e il benessere delle persone. In tutte queste circostanze si sono mossi male, perché il loro pensiero è brutto.

Continuiamo a parlare dell’animo umano, di come, anche fuori dall’Italia, Boris Johnson, Primo Ministro inglese, avesse inizialmente proclamato l’immunità di gregge dicendo ai propri concittadini che avrebbero dovuto essere pronti a molti morti (quelli degli altri naturalmente!), per poi fare un dietrofront sfacciato e disarmante appena il virus ha pensato bene che anche lui e la sua compagna fossero graditi habitat per proliferare. Atteggiamento questo assunto da Boris, che denota un’idea di onnipotenza, forse chissà sempre dovuta alla posizione economica e sociale… Ma il virus è fortunatamente democratico, tali interessi gli sono sconosciuti!

Ma torniamo in Italia, vogliamo parlare di come i nostri politici sia a destra che a sinistra pensino più alla loro posizione ideologica che ad una reale collaborazione e cooperazione di cui ci sarebbe estremo indispensabile bisogno per assicurare al popolo italiano un futuro migliore? E così ritroviamo Salvini e la Meloni a sparare a zero su tutto ciò che il Governo propone e mette in campo e dall’altra parte Conte, a colpire in modo diretto e fuori luogo con nome e cognome gli avversari per rendere più forte il suo operato (di cui probabilmente non ha piena convinzione) e di cui a mio giudizio, dopo ciò che ha detto nella conferenza del 10 aprile, non ne aveva neanche bisogno. Ricordiamoci concittadini che saranno comunque le classi medio-basse a pagare il prezzo più caro di quanto sta succedendo, non certo loro che sono al potere o i grandi industriali di cui temono ferocemente una patrimoniale «Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha donato un miliardo di dollari (poco meno di un terzo del suo patrimonio personale) per finanziare la lotta al COVID-19, per istituire un’idea di “reddito di base universale” e per sostenere l’istruzione femminile. Un miliardo di dollari è tanto, tantissimo, ma gliene rimangono in tasca più di due, ovvero molto più di quanto possano spendere intere generazioni di futuri Dorsey in centinaia di anni. Questo per rispondere a chi è terrorizzato dall’idea di una patrimoniale del 10% sui grandi capitali». (Emiliano Rubbi, Alganews, 09/04/2020).

Ma forse vogliamo parlare anche di quanta solidarietà alcuni Paesi dell’Unione Europea stanno esprimendo per la realtà italiana che gli permette di fare enormi capitali con le nostre aziende? In Olanda, con le loro agevolazioni fiscali e una tassazione nettamente inferiore alla nostra, hanno “spinto”(?) le nostre aziende (di cui i proprietari italiani lo ricordiamo sono persone umane, patriottiche e generose) a delocalizzare la sede, permettendo ai nostri concittadini (proprietari appunto di quelle aziende) di fare profitti a palate grazie a posizioni fiscali privilegiate, pur guadagnando in Italia, e permettendo così agli olandesi di fruttarci, ignorarci e massacrarci oggi, proprio perché tutti loro hanno ritrovato con il Coronavirus l’umanità che tanto si sbandiera. 
Oppure la Germania, che si è arricchita attraverso di noi e che adesso ci sta facendo scontare un’austerità pagata nel tempo che ci ha distrutto la Sanità e per la quale adesso ci fa l’elemosina prendendosi qualche nostro malato. Mi ricorda tanto quel modo di fare caritatevole di molte persone ricche, dove, da una parte vorrebbero passare per benefattori ma dall’altra costringerti a rimanere privo di risorse per poter continuare a farti la carità e aumentare il proprio potere: umiliandoti naturalmente fino alla fine. Mi viene in mente un nome: Berlusconi, quanti milioni di euro ha donato per l’ospedale organizzato da Bertolaso? Cavolo è stato un grande! Ma non è stato lui con il Titolo V a distruggere la Sanità? Non è stato forse lui a volerla privatizzare? E vogliamo parlare dei soldi che Zingaretti ha dato agli ospedali cattolici del Lazio togliendoli a quelli pubblici? Ma pensiamo veramente che tutti loro sono diversi da prima? Sono diventati oggi generosi? O che lo diventeranno? Ma lo sapete che ci sono benefattori che in televisione non ci vanno, non vogliono essere riconosciuti, non si fanno pubblicità: questa è vera beneficienza! Berlusconi fa solo propaganda elettorale. Prima ci toglie e poi ci fa la carità per mantenerci in miseria. 

Torniamo un attimo allo striscione “andrà tutto bene”.
Per chi andrà tutto bene? Per chi non è morto o per chi non lo piange un morto… o più morti. Per chi non ha perso il lavoro? Per chi non soffre la fame? Per chi non diventerà povero? Per chi alla fine di tutto questo non dovrà vendersi casa? Per chi non ha bisogno oggi di cure mediche? Per chi non “uscirà fuori di testa”, magari per patologie psichiche pregresse che questa situazione inevitabilmente farà emergere? Quanti saranno tutti loro? O meglio… tutti noi?
Diciamocelo: è ipocrita questo striscione. È per addolcire la vita dei reclusi, per mettergli in bocca parole che ci dovrebbero autoconvincere che stiamo bene, che non avremo problemi, ma soprattutto che non li avranno gli altri. È consolatorio. Paradossalmente tutto questo entusiasmo di “angeli”, benefattori e cooperazione è per non farci prendere atto della realtà fuori dal nostro claustrofobico appartamento. È per spianare la strada ad un futuro difficilissimo che ci aspetta e di cui oggi non abbiamo il minimo dell’idea.
Il Dopoguerra con la ricostruzione è durato anni: il nostro non sarà più veloce.
È chiaro che la speranza deve poter continuare a vivere in noi, è chiaro che tutto ciò che ci fa star bene, da una trasmissione televisiva a una frase di circostanza, deve poter essere fatta, detta, vissuta. Quello che con questo scritto vorrei dire è che il Covid-19 non cambierà l’incapacità delle persone di vedere l’essere umano prima ancora dell’interesse economico; e che se questo avviene, come per molti sta avvenendo, è tra le persone che fin da prima del Coronavirus, sapevano già vedere gli esseri umani mettendoli al primo posto. 

Quello che sto chiedendo a voi che avrete avuto voglia di arrivare fino in fondo a questo scritto, è di riuscire a mantenere la capacità critica su ciò che ci raccontano, perché se desideriamo che questa realtà attuale possa in qualche modo modificare l’orrore, indifferenza, la superficialità, l’egoismo che fino a ieri ha potuto permettere la mattanza di oggi, risiede proprio nella nostra capacità di reagire con interesse verso gli altri e con la creatività che è «tale quando non è astratta e totalizzante, quando non c’è scissione tra corpo e mente, quando il fare è conseguenza del vedere, sapere, rifiutare l’amorfo, l’inanimato, il ripetitivo, lo stupido, il violento» (Massimo Fagioli). 

Tiziana Cristofari