Molti dei bambini che venivano al mio studio, oggi che è arrivato il Covid-19, sono rimasti insieme a me con un collegamento internet. Inizialmente avevo pensato che avrei perso un po’ dei risultati ottenuti con loro, perché, mi dicevo “la relazione in presenza è il cardine di tutto”. E invece ho dovuto ricredermi. Hanno saputo mantenere il ricordo di quella relazione che gli ha permesso di avere una costante e determinata volontà per andare avanti, dandomi grandi soddisfazioni di riuscita e di cambiamento, anche se il lavoro si è svolto solo attraverso uno schermo. Questo atteggiamento che hanno saputo coltivare e tenere vivo anche a distanza si chiama speranza. Una realtà interna dei bambini che non dovremmo mai permettere venga alterata, distrutta, annientata, come spesso purtroppo accade…
Chi invece sta in qualche modo perdendo la calma, sono proprio i genitori. Mi ripetono spesso che sono delusi dalla situazione perché pensano che i loro figli perderanno parte del programma scolastico e che forse non lo recupereranno più, che rimarranno indietro.
Questo perché molti di loro percepiscono la scuola come una fucina di soli saperi sterili e/o una competizione ai voti, anziché come una fonte di costruzione di relazioni, un modo per comprendere, attraverso quei saperi imparati o ancora da imparare, il senso delle vicende umane, o affinché le stesse possano essere una modalità per dare risposte alla loro crescita.
Ecco che i miei alunni, nonostante la separazione fisica, nonostante la difficoltà di una lezione online, sono riusciti a guardare oltre e a trovare, forse a cercare, nella relazione umana con me, un qualcosa che andasse più in là del contenuto semplicemente nozionistico e gli permettesse di costruire oltre alla competenza richiesta, una speranza di vita futura capace di fornirgli quella voglia e quell’interesse verso la relazione e il compito ancora da imparare.
Vorrei dire ancora una volta a tutti i genitori che le nozioni saranno un facile esercizio di assimilazione futura, nessuno perderà niente e ciò che non è avvenuto quest’anno sarà recuperato nel momento in cui vostr@ figli@ avrà la curiosità di farlo.
Quello che manca oggi spesso ai bambini è la relazione umana capace di dare speranza, voglia di fare ed interesse per l’avvenire; quella speranza che oggi molto più di eri deve poter essere alimentata con la relazione sana. Pertanto vi suggerisco di continuare a mantenere e a far mantenere ai vostri figli le comunicazioni (ovvero un rapporto) in modo virtuale con amici e parenti. Dovrà essere un’abitudine per permettere loro di resistere.
E difatti la parola d’ordine è: resistenza. E la resistenza si ottiene facendo sentire l’altro vicino psichicamente. La presenza fisica a volte può farci sentire estremamente soli. Ciò di cui tutti (grandi e piccoli) abbiamo bisogno, è una presenza psichica che si ottiene mostrando interesse e affettività per l’altro: la distanza fisica non deve diventare un isolamento psichico, perché la solitudine è tale solo se faccio sparire gli altri dentro di me.
Nel momento in cui scrivo è il giorno di Pasqua. Festeggiare in famiglia non vi esime dal ricordarvi che c’è chi è solo (un vicino di casa, un amico lontano, un nonno, una cugina, uno zio). Interesse per l’altro significa che anche l’altro, seppur lontano, entra nei vostri pensieri; significa trovare quel tempo che oggi sembra abbondante per fare una telefonata di rapporto. Non dimenticatevi di lei…lui…
Buona resistenza a tutti.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
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