mercoledì 25 dicembre 2019

Le mamme che sbagliano fanno così!


Le mamme che sbagliano fanno così

Perché le mamme o i papà sbagliano con i propri figli quando quest’ultimi hanno difficoltà nello studio?

Perché trovano giustificazioni personali o solleciti ingiustificati dei docenti in una teoria, quella neurobiologica-genetica, che pretende di diagnosticare tutti i bambini con alterazioni cognitive per ogni difficoltà scolastica, anche se la stessa ha profonde radici nella didattica e nella pedagogica.

Nelle indagini mediche cui sottoponiamo i bambini con difficoltà scolastiche nessuna analisi viene fatta sul metodo e le capacità del docente. Nessuna analisi sulla relazione che il docente instaura o non instaura con il bambino. Nessuna analisi per comprendere la realtà familiare del piccolo che influisce enormemente sulle sue potenzialità per lo sviluppo cognitivo. 

Eppure la possibilità cognitiva del bambino si forma proprio grazie alla modalità in cui l’adulto sta in relazione con lui. La connettività sinaptica-molecolare (il cosiddetto connettoma, ovvero la modalità con cui i neuroni si connettono l’un l’altro passando le informazioni) si sviluppa adeguatamente se, in modo appropriato, l’adulto crea legami di intesa, interesse e relazione con lo studente o la studentessa.

Pertanto recuperare le carenze scolastiche è possibile con insegnanti esperti e competenti non solo nella didattica, ma soprattutto nella relazione educativa, cosa che purtroppo è molto carente tra i nostri insegnanti e motivo per cui moltissimi bambini hanno difficoltà nell’imparare a leggere o a scrivere o a contare. 

Pensate davvero che siamo in un’era in cui un’epidemia ha invaso i banchi di scuola di bambini dislessici o discalculici o disortografici? Recuperare è possibile senza dover essere segnalati a vita con questi “epitaffi”, o addirittura etichettati disgrafici (come fosse una patologia dannosissima) solo perché si ha una pessima scrittura. Vi posso garantire che i bambini venuti al mio studio con problemi di disgrafia, con penna stilografica e “calligrafia”, hanno migliorato la loro scrittura senza essere “certificati” come diversi.

Inoltre queste diagnosi sono le motivazioni per cui avviene (considerando il cosiddetto Effetto Pigmalione), un rallentamento certo e ulteriore della prestazione didattica, che va a confermare la diagnosi stessa.

E se vi dicessi che la scrittura è la capacità di rappresentare mentalmente la linea che può venire alterata (disgrafia) da rapporti che incutono paura e che pertanto modificano negativamente il pensiero? 

Voi siete sicuri che vostra figlia o studente non ha sentimenti di paura nei vostri confronti per il vostro modo di porvi o per il vostro modo di insegnare urlando o sgridando o pretendendo che capisca in un sol colpo? Siete sicuri di averla messa a suo agio nella comprensione della didattica e nella relazione per permetterle di non inibire la connettività sinaptica necessaria per apprendere senza problemi?

Siete sicuri voi genitori, di non aver paura di ammettere che a creare il problema potreste essere proprio voi (o il docente) e non un gene capriccioso in vostro figlio e che pertanto questa paura vi spinge a trovare la giustificazione nella sua mente (con la compiacenza e l’inadeguatezza di un sistema mercificatorio della salute), anziché andare alla ricerca della soluzione con metodo e didattica?

Siete sicuri di non aver paura che vostra figlia o il vostro studente possa dimostrarvi che con lezioni pedagogiche e didattica adeguata è possibile recuperare quello che pensate non possibile per lei?

Fossi in voi me lo domanderei e poi lascerei che mio figlio o mia figlia, con il giusto intervento pedagogico e didattico, arrivasse dove arrivano tutti gli altri…

dott.ssa Tiziana Cristofari
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