Ecco perché pensiamo solo a noi stessi e non ai nostri
figli! …E diamo agli insegnanti le giustificazioni che non meritano!
Se siete permalosi vi consiglio di non leggerlo!
In conseguenza alle numerose risposte sul profilo Facebook al
mio articolo Ecco perché a Natale le istituzioni scolastiche opprimono famiglie e studenti, ho sentito
l’esigenza di rispondere in modo ancora più esaustivo a tante voci discordanti e favorevoli in riferimento a
quanto affermo.
Ho potuto leggere di voci a favore e di quelle contrarie di genitori, insegnanti, ma anche di ex studenti che non sono
né insegnanti e né genitori. Chi dice che i compiti servono, chi no, chi sostiene che gli
insegnanti ne danno pochi, chi troppi, chi ribadisce che dobbiamo
responsabilizzare gli studenti facendogli fare i compiti, chi sostiene che è
giusto farli giocare liberamente.
Non sento di voler contrastare nessuna di queste voci, anche
se il mio parere lo avete già sentito. Perché?
Perché ognuna di loro ha un vissuto diverso da quello di un altro, ha un’esperienza diversa e soprattutto bisogni diversi. Degli esempi? Chi è favorevole ai compiti spesso racconta di un passato positivo tra compiti ed esercitazioni, al contrario chi ne ha subito il peso dirà che sono inutili e dannosi e via dicendo. Il più delle volte chi ha il passato positivo s’intende anche una famiglia economicamente agiata che può permettersi tutti gli svaghi, i divertimenti, facendo diventare anche la scuola molto più serena e facile, soprattutto stando a tutti gli stereotipi che ancora appartengono agli insegnanti e causano il cosiddetto effetto Pigmalione, ovvero: quando un insegnante si convince che uno studente, figlio di persone colte e facoltose, può riuscire bene nella scuola, farà di tutto affinché quello studente riesca bene nella scuola. Al contrario se un docente si convince, con gli stessi stereotipi, che quello studente non ce la può fare, lo studente viene lasciato solo e non ce la farà. Di questo argomento se ne parla ampiamente fin dalla fine degli anni Settanta. Oggi però sono cambiate le tematiche: se prima era la povertà a fare la differenza, adesso si parla di bambini che non conoscono la lingua, bambini con deficit dell’attenzione, con problemi di DSA (Ecco come distruggiamo la mente dei nostri bambini), e da qualche anno si ricomincia anche a parlare di povertà ecc. Pare però che gli insegnanti, molti insegnanti, non abbiano ancora compreso quale sia l’effetto Pigmalione (forse non lo hanno studiato, ed è gravissimo!) e di quanto questo atteggiamento sia una caratteristica individuale degli insegnanti stessi.
Perché ognuna di loro ha un vissuto diverso da quello di un altro, ha un’esperienza diversa e soprattutto bisogni diversi. Degli esempi? Chi è favorevole ai compiti spesso racconta di un passato positivo tra compiti ed esercitazioni, al contrario chi ne ha subito il peso dirà che sono inutili e dannosi e via dicendo. Il più delle volte chi ha il passato positivo s’intende anche una famiglia economicamente agiata che può permettersi tutti gli svaghi, i divertimenti, facendo diventare anche la scuola molto più serena e facile, soprattutto stando a tutti gli stereotipi che ancora appartengono agli insegnanti e causano il cosiddetto effetto Pigmalione, ovvero: quando un insegnante si convince che uno studente, figlio di persone colte e facoltose, può riuscire bene nella scuola, farà di tutto affinché quello studente riesca bene nella scuola. Al contrario se un docente si convince, con gli stessi stereotipi, che quello studente non ce la può fare, lo studente viene lasciato solo e non ce la farà. Di questo argomento se ne parla ampiamente fin dalla fine degli anni Settanta. Oggi però sono cambiate le tematiche: se prima era la povertà a fare la differenza, adesso si parla di bambini che non conoscono la lingua, bambini con deficit dell’attenzione, con problemi di DSA (Ecco come distruggiamo la mente dei nostri bambini), e da qualche anno si ricomincia anche a parlare di povertà ecc. Pare però che gli insegnanti, molti insegnanti, non abbiano ancora compreso quale sia l’effetto Pigmalione (forse non lo hanno studiato, ed è gravissimo!) e di quanto questo atteggiamento sia una caratteristica individuale degli insegnanti stessi.
Poi ci sono le voci che sostengono l’esclusività di ottime
scuole che si organizzano con metodi specifici, che danno ottimi risultati e
anche tempo libero agli studenti, ma che sono alla portata di pochi. C’è chi
sostiene che figli di genitori non capaci di seguire i propri bambini nei
compiti siano portati a contrastarli. Poi ci sono le mamme libere da impegni di
lavoro che hanno molto tempo per seguire i propri figli a scuola e sono
assolutamente favorevoli ai compiti perché si sentono realizzate nel farli con loro e costa molta meno fatica che giocarci insieme. Oppure ci sono
quei genitori che pur di “liberarsi” dai loro pargoli chiedono più compiti
affinché li possano tenere impegnati per tutta la giornata.
Come potete vedere ognuno attinge acqua al suo mulino…
E allora? La vera motivazione del sì ai compiti o no ai
compiti è per noi adulti e i nostri interessi personali, o possiamo, anzi
dobbiamo, pensare all’interesse dei nostri figli e studenti?
Bisognerebbe avere il coraggio di uscire fuori dai propri BISOGNI
personali e guardare alla scuola fine a se stessa e alla crescita psichica SANA
dei nostri figli. Solo così si può creare una scuola utile a tutti e con un
unico obiettivo: formare persone capaci di pensare con la propria testa. Cosa
che sappiamo benissimo infastidisce ancora molto le nostre istituzioni. Perché?
Perché se si forma una società capace di pensare, i signori che stanno al
potere avrebbero molto da fare per “tenere a bada”, come cagnolini mansueti, i
cittadini.
Quindi? Come se ne esce? Qual è la grande riforma fattibile
da subito, che dovrebbe entrare nelle scuole e rivoluzionare l’educazione e la
cultura dei nostri studenti?
Partiamo da un presupposto preciso pensando a tutti gli
studenti come fossero piccoli esseri umani uguali tra di loro e con gli stessi
diritti.
Le scuole pubbliche dovrebbero servire proprio a questo: a considerare con eguali diritti tutti i bambini. E invece, chissà perché, si può richiedere quella specifica scuola pubblica perché è migliore dell’altra, perché ha l’insegnante più qualificato, perché il dirigente scolastico è una tipa in gamba ecc. ecc. …e l’uguaglianza? Ma certo, in tutti i settori è così: c’è il bravo e il meno bravo, vale per il medico, l’avvocato, l’ingegnere, l’idraulico ecc. Ma allora?
Le scuole pubbliche dovrebbero servire proprio a questo: a considerare con eguali diritti tutti i bambini. E invece, chissà perché, si può richiedere quella specifica scuola pubblica perché è migliore dell’altra, perché ha l’insegnante più qualificato, perché il dirigente scolastico è una tipa in gamba ecc. ecc. …e l’uguaglianza? Ma certo, in tutti i settori è così: c’è il bravo e il meno bravo, vale per il medico, l’avvocato, l’ingegnere, l’idraulico ecc. Ma allora?
Allora forse lo Stato se ne frega dei piccoli esseri umani
che per lui dovrebbero essere tutti uguali, tanto per chi conta c’è sempre l’amico dell’amico
che farà entrare il proprio figlio nella
scuola giusta, con il dirigente scolastico che ha una scuola all’avanguardia,
con i migliori insegnanti ecc. Bene! È così, lo sanno tutti, però non se ne
esce!
Ricominciamo d’accapo. Mi sembra di capire che la
maggioranza sia figlia di cittadini comuni, che il più delle volte non hanno
nessuna raccomandazione e nessuna possibilità di mandare i bambini o gli
adolescenti in scuole private all’avanguardia.
Certo sarebbe fantastico che tutti i nostri figli andassero
in scuole dove c’è sempre la carta igienica, dove non ci piove dentro, dove le
lavagne sono digitali, i computer ce ne sono a sufficienza ecc. ecc. Questi
sono i problemi! Beh certo, la carta igienica è necessaria… e anche il fatto
che non ci piova dentro… Siamo un paese veramente infame! Nel terzo millennio! Vergognamoci!
Eravamo, e sottolineo eravamo, economicamente un paese… potente (?)… faccio
anche fatica a dirlo! E noi stiamo a parlare di compiti? Che persone ingrate che
siamo!
Ebbene sì, dobbiamo parlare di compiti perché è solo una
punta di un iceberg che potrebbe venir fuori e che invece ci ostiniamo a
nascondere sotto il cuscino sperando che poi la mattina seguente venga il
topolino a prenderci il dentino appena caduto e a portarci i soldini! Cavolo
non è così! …e mi sono trattenuta da un’espressione più colorita!
È chiaro che dobbiamo tanti soldi alla scuola pubblica
perché possa rinascere e affinché non ce ne dobbiamo vergognare al cospetto
dei nostri figli e non dell’Europa!
Ma noi oggi abbiamo un patrimonio umano (il corpo
insegnanti) che viene pagato (anche se poco, sic!), ma di quel patrimonio umano
l’80% non ha nessuna cultura a livello pedagogico, antropologico, psicologico,
filosofico, per far crescere e stimolare esseri umani che crescono. Abbiamo un
80% del corpo docente che sarà anche preparato nella propria materia, ma non ha
nessuna preparazione in metodologia pedagogica, nessuna preparazione nella
comprensione dei processi psichici degli studenti, nell’approccio con loro, nel
saperli stimolare, coinvolgere, trascinare nelle lezioni. Lezioni che devono
poter essere frontali, partecipative, prima ancora che nei contenuti, nel
rapporto relazionale. Invece in cattedra ci sono insegnanti che spiegano
dicendo di tacere fino alla fine della spiegazione. Docenti che sbuffano
all’ennesimo “non ho capito”. Docenti che umiliano, offendono e denigrano i
meno prestanti.
Docenti
che passano ore intere a fare noiosissime interrogazioni dove il 99% della
classe resta in silenzio ad ascoltare, quando ci riesce! Insegnanti che passano
altro tempo a spettegolare con i colleghi o rispondere e chiacchierare al
cellulare (dovrebbero schermare, isolare dal collegamento i cellulari di tutte
le scuole e se c’è bisogno della chiamata urgente esiste sempre il telefono
della scuola, come nei tempi passati!).
Quello che voglio dire con questo articolo è che abbiamo già
le risorse in casa (ossia nelle strutture scolastiche), che possono fare la
differenza con quanto sta accadendo oggi. Ma queste risorse umane vanno
urgentemente e seriamente formate con corsi intensivi validi (e non su
corsicini di 3 ore all’anno dove mettono la firma di presenza e se ne vanno).
Proporrei a rotazione per i vecchi docenti con formazione inadeguata, un corso
di almeno un anno su tutte le discipline umanistiche fondamentali (psicologia,
pedagogia, antropologia e filosofia), lavorerebbero così anche i supplenti e si potrebbe formare un'ottimo corpo docenti. Insegnanti che vanno aggiornati con i metodi
d’insegnamento validi, di cui abbiamo le nozioni da pedagogisti eccellenti già
da più di 100 anni (es. metodo Montessori), e di cui non ne abbiamo ancora mai usufruito (se non in
casi del tutto eccezionali e in scuole private), e contrariamente a quanto fanno
altri paesi europei e non solo!
Due sono i punti fondamentali della scuola e della famiglia,
che vanno assolutamente rivisti con priorità e che possono essere attuati da
subito:
1. I
genitori sono un’istituzione familiare e non scolastica. Pertanto quando i/le
bambini/e sono a casa devono fare ciò che si fa a casa: stare con i propri
genitori, aiutarli nelle faccende domestiche (maschi e femmine che siano),
parlare con loro, cucinare con loro, giocare con loro, uscire a fare una passeggiata, svagarsi con tutto ciò
che è diverso da quello che si propone a scuola.
2. Gli
insegnanti invece fanno parte dell’istituzione scolastica, e pertanto devono
avere la giusta preparazione e conoscenza delle discipline umanistiche che
servono a costruire rapporti adeguati con tutti gli studenti, senza nessuna
discriminazione di genere, pelle, cultura, posizione sociale, nazionalità,
senza stereotipi di nessuna natura ecc. Devono saper far vivere gli argomenti
scolastici in maniera frontale, dinamica, costruttiva, partecipativa e continua,
per tutta la classe e per tutte le ore a loro disposizione senza interruzioni
estranee alla dinamica formativa. In questo modo NON CI SARA’ PIU’ LA
NECESSITA’ D’ASSEGNARE I COMPITI A CASA.
Certo, il top sarebbe poi che la politica riuscisse a dare
il giusto contributo economico alla scuola affinché con dignità, i nostri
figli, tutti, possano vivere in
ambienti sani e dignitosi. Ma questa sembra proprio essere un’utopia!
PS: Insegnanti con coscienza si formano anche senza il
contributo dello Stato. I libri di ogni disciplina citata, sono trovabili in
tutte le biblioteche, accessibili a chiunque e completamente gratuiti. Ogni
giustificazione non ha fondamenta, se non nel fatto che non si è degni di stare
in cattedra.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
©Tutti i diritti riservati
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I miei articoli sono liberi e gratuiti, di supporto a famiglie e insegnanti che vogliono conoscere il mio punto di vista e sono tutti forniti di pubblicità alle mie opere.
Lavoro per vivere e non sono finanziata da strutture pubbliche.
Lavoro per vivere e non sono finanziata da strutture pubbliche.
Invito quei pochi pertanto, a non commentare in maniera dispregiativa quanto produco e pubblicizzo in modo serio e competente sotto i miei articoli.
GrazieEcco come aiutarvi ad avere migliori rapporti con i vostri figli.
Ore di straordinaria follia di Tiziana Cristofari lo trovate in tutte le librerie oppure autografato dall'autrice cliccando qui
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La maestra a casa
È una maestra vera e propria che entra nelle vostre case con discrezione e racconta nuovamente ai vostri piccoli studenti tutto quello che l'insegnate ha spiegato in classe.
Tutto il programma di STORIA della scuola primaria in DVD.
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Dalla nascita del mondo
alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente.
E non esercizietti in più rispetto a quanto già lo studente deve fare, ma una vera e propria insegnante che sostituisce la/il docente di vostr@ figli@.
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