martedì 11 giugno 2024

Ecco casa provano i bambini certificati con DSA


Una mamma va a prendere il proprio figlio di 9 anni a scuola:

“Ciao Simone, come è andata oggi?”

“Al solito… Mi dicono che se non sono capace posso non farli gli esercizi…”

“Perché non sei capace?”

“Me lo hai detto tu e anche la maestra che sono dislessico… quindi non sono capace…”

Silenzio. Poi il bambino continua:

“Guardo la mia classe quando fanno gli esercizi e sembra che tutti sappiano cosa fare, mi sento un asino… Sono stupido mamma?”

“Ma cosa dici, anche se sei dislessico non vuol dire che sei stupido, vuol dire che fai le cose in modo diverso”

“Ma io le cose non le faccio proprio. Mi dicono che non posso farle, quindi non me le fanno fare, e me ne fanno fare altre, diverse. Poi, oltre a essere cose diverse, l’insegnante che mi aiuta, le fa per me, dice che è più veloce e mentre le fa ho la sensazione di saperle fare…”

“E tu perché non provi a farle?”

“Mi sento stupido, non mi va di provarci, tanto non sono capace…”

“Senti Simone, un po’ mi dici che ci vuoi provare, però poi mi dici che non sei capace, non lo sai nemmeno tu cosa vuoi! L’insegnante di sostegno sta lì per aiutarti…”

“Sì, ma ce l’ho solo io, quindi vuol dire che sono stupido, altrimenti aiuterebbe anche gli altri…”

Silenzio.

Passa un po’ di tempo. La mamma torna a prendere Simone come tutti i giorni alla fine della scuola:

“Ciao Simo, come è andata oggi?”

“Sai mamma è stata una giornata fantastica!”

“Davvero? E come Mai?”

“È cambiata la maestra… e non c’era quella di sostegno”

“Ah! E questa è più brava?”

“Sì.”

“Come hai fatto senza il sostegno, sei riuscito a seguire?”

Il bambino comincia a piangere. La mamma allarmata dice subito:

“Non ti preoccupare domani andrò a parlare con la Dirigente, non possono lasciarti senza il sostegno…” Ma il bambino continua a piangere… Poi dice:

“Per la prima volta la maestra mi ha chiesto di fare quello che facevano gli altri. Gli ho detto che non ero capace e lei mi ha semplicemente risposto di provarci. Sono rimasto a guardare il foglio, lei se ne è accorta e mi ha richiamato con fare deciso chiedendomi di provarci…”

La mamma ancora più allarmata afferma: “Domani vengo a parlare con la Dirigente!”

“No mamma, non hai capito. Io l’ho fatto. Piango perché l’ho fatto. Ho fatto quello che facevano tutti gli altri. La maestra mi ha detto che sapeva che io ci sarei riuscito e che pretendeva ci provassi. Mi ha detto “dai provaci, so che ce la puoi fare” e ce l’ho fatta! Mi sono sentito per la prima volta come tutti gli altri… Mamma, piango di gioia: sono capace come tutti gli altri, perché non mi volete vedere?



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