domenica 21 gennaio 2024

Scoperto il business dei disturbi specifici dell’apprendimento

 


Un business vincente (dicono i migliori libri sul business), è quello che non punta ai soldi ma ha a cuore il benessere degli altri. Ogni professione che si rispetti è un business, anche se si occupa di esseri umani. Mi chiedo però perché se i migliori business che si occupano di alimenti, cose, oggetti ecc., hanno a cuore le persone (mi viene in mente Ferrero e l’attenzione che ha sempre messo nella qualità del prodotto e nel benessere dei suoi dipendenti) ecco, dicevo, perché non è una prerogativa di tutti. Perché l’essere umano non è sempre al centro dell’interesse di un qualunque business.

La domanda più insidiosa però è: perché se un’azienda alimentare può pensare alle persone per fare il suo business, i professionisti che si occupano di persone invece non lo fanno?

Nel business dell’infanzia difatti, certificati fasulli continuano a minacciare la serenità dei genitori e il futuro dei propri figli. Il business* dei disturbi dell’apprendimento è feroce, non guarda in faccia nessuno, ma è distruttivo. Difatti: bambini senza alcun problema didattico, certificati. Bambini con piccole difficoltà didattiche, certificati. Bambini lenti, certificati. Bambini spaventati dagli insegnanti, certificati. Bambini tristi, certificati. Bambini angosciati dalla vita e dalla famiglia, certificati. Bambini poveri, certificati. Bambini stranieri, certificati. Bambini che vogliono disegnare tutto con il blu, certificati. Bambini che guardano spesso fuori dalla finestra, certificati. Bambini che scrivono male, certificati. Bambini che si alzano per temperare la matita più volte al giorno, certificati. Bambini che non hanno capito le moltiplicazioni, certificati. Bambini che non hanno voglia di leggere e pertanto leggono male, certificati. Bambini vivaci, certificati. E ce ne sarebbero tante altre da raccontare.

Li vedo tutti i giorni. Vedo tutti i giorni la disperazione nei volti dei genitori perché il medico ha dichiarato che il proprio figlio non è come gli altri. Vedo tutti i giorni un’ingiustizia legalizzata, falsa, ipocrita, esibizionista imposta sulla pelle delle nuove generazioni e del loro futuro, se non quello di tutti noi.


Ma anche l’ipocrisia nel negare che esiste il problema, sostenendo che i disturbi dell’apprendimento sono parte integrante della persona e che dobbiamo accettare quella persona così com’è, è un’abominio.

I cosiddetti disturbi dell’apprendimento, quelli didattici (disgrafia, disortografia, dislessia, discalculia), ma anche l’ADHD, non sono parte integrante del bambino. Non sono una realtà da accettare come fosse normalità. Non è nato con quelle difficoltà. Sono ostacoli didattici e/o comportamentali che si possono e si devono superare, non certo raggirare. Non sono difficoltà da dover dispensare o compensare come se tutto fosse un’anomalia insita nel proprio destino, togliendo opportunità di formazione ai bambini. Sono, al contrario, causati dall’ambiente in cui i bambini e anche gli adolescenti vivono, e pertanto si possono eliminare. 


Si chiamano difficoltà evolutive, perché con le dovute accortezze di una specifica didattica e con una specifica educazione pedagogica e relazionale, evolvono; ma non accadrà tutto questo certamente con un professionista della branca medica (logopedista) che si occupa di cura. E non c’è cura per la didattica, perché non c’è malattia nella didattica. Al più c’è un’alterazione relazionale nell’ambiante in cui vive il bambino.


Lo so perché sono più di 20 anni che mi occupo di questo; sono più di vent’anni che i genitori dei miei bambini possono stracciare le certificazioni ignobili e false che gli sono state attribuite. Lo so, perché conosco il potere della relazione pedagogica, della didattica e del metodo educativo. Lo so perché non ho voluto chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie, davanti alle ipocrisie di medici e purtroppo di molti insegnanti, e davanti al business spietato che ne consegue.

Mi rasserena solo il fatto che i business non sono tutti così; che molti, onestamente, sanno pensare ancora alle persone…


Dr.ssa Tiziana Cristofari

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*Un grafico che mostra il business delle certificazioni dal 2010 al 2021, rilasciato dell'Ufficio di Statistica nel luglio 2022. Una vera epidemia che cresce anno per anno! Non vi sembra un po' strano?





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