In questo modo ci ritroviamo a fare una didattica impositiva dove dobbiamo dire loro come scrivere, quale penna usare, come colorare e cosa disegnare, ma soprattutto che è vietato sbagliare. Poi, dopo aver indottrinato, abbiamo necessità di correggere tutto puntigliosamente.
Ma noi invece dobbiamo correggere perché dobbiamo… forgiare… plasmare… modellare… questo è quello che sento spesso dire in modo orrendamente vecchio.
Sono invece fermamente convinta che non ci sia bisogno di tutto questo. Anzi sono fermamente convinta che tutto questo pensiero arcaico sull'educazione sia fortemente deleterio dell’apprendimento.
Dimostro ogni giorno che i bambini imparano nella libertà didattica: la scelta della penna, dei colori da usare, delle immagini da disegnare, nelle espressioni da utilizzare.
I miei bambini hanno imparato che sbagliare è loro consentito; che il quaderno non è un cimelio, che si usa per fare esercizio e imparare, e non per farne un vanto ad amici e parenti.
Nella libertà espressiva della creatività tipica di ogni bambino si impara, si costruiscono saperi rispettando creatività e soggettività di ognuno. Nell'imposizione e nell'indottrinamento si costruiscono robottini privi di creatività ma estremamente comodi all'attività produttiva. Io però mi rifiuto: nella mia classe non ci sono prodotti per il mercato. Non ci sono bambini standard. Non c'è e non ci sarà mai omologazione.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
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*Psichiatra, colui che ha scoperto la “Teoria della nascita”
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