Lo vedo lì, in disparte, tutti i giorni. È intelligentissimo, sa più dei suoi compagni di classe, ma ha un unico difetto: compirà sei anni a luglio. Per questo non è regolarmente iscritto alla classe prima primaria. Lui non lo sa, non può sapere che le discriminazioni nei suoi confronti sono solo causa della sua età.
L'insegnante è una persona capace, intelligente, che ama il suo mestiere, ma non è adeguatamente formata e aggiornata.
E così il piccolo è sempre in disparte, disegna all'infinito anche se può fare come tutti gli altri, qualche volta scrive delle lettere, ma non gli si chiede di più. Alla docente hanno detto che il bambino dovrà rifare la prima primaria, pertanto perché chiedergli di più? Perché chiedergli di fare quello che fanno gli altri?
Sono certa che questa insegnante ci tiene al piccolo, sono certa che lo porterebbe alle medesime acquisizioni degli altri se fosse motivata a pensare che il bambino andrà in seconda, ma questo non avverrà (nonostante con un esame di fine anno si possa fare); ma la Direzione, opportunista e priva di affettività verso i suoi studenti, non è certa che il piccolo non gli servirà per formare, l'anno successivo, la nuova classe prima.
Quando mi hanno detto questo (alla mia proposta di fargli fare un esame di idoneità), il sangue mi si è gelato nel corpo. All'improvviso ero senza parole. Conosco l'indifferenza della gente, ma non sono mai pronta a viverla nuovamente. Ho sentito infrangersi una bella speranza che si poteva dare alla famiglia: il proseguimento scolastico del piccolo con i suoi compagni attuali di classe; ho provato dolore per loro e per il bambino.
Il Dio denaro è sempre più forte. Non guarda in faccia nessuno…
“Quando la cultura di una multinazionale, di un governo, di un'università, di una no-profit, di una chiesa, di una scuola o di una famiglia richiede che la protezione dei potenti valga più di quella dei dipendenti, dei cittadini, degli studenti, dei fedeli, la connivenza e la vergogna diventano parte della cultura stessa, e i soldi vincono sulla trasparenza. La paura diventa uno strumento di controllo e lascia una scia di frustrazione e dolore.” (tratto da Se fosse tuo figlio, N. Govoni)
Dott.ssa Tiziana Cristofari
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