Ultimamente è facile sentire televisioni, radio, giornali parlare di insegnanti bullizzati o che hanno perso ruolo e faccia davanti alle famiglie e davanti agli studenti.
Si giustifica questo atteggiamento parlando di stipendi bassi, di una scuola sempre meno considerata politicamente e socialmente e che pertanto ha portato a genitori aggressivi nei loro confronti e privi di fiducia nella categoria docente.
Prima la scuola aveva ruolo e valore educativo, ora tutto questo non c’è più. Così dicono…
Mi diverte ascoltare le fantasiose spiegazioni che docenti, psicologi, genitori, gente comune dà a questa perdita di ruolo degli insegnanti, che, certo, possono sicuramente contribuire ad essere un motivo per questo atteggiamento, ma non sicuramente la causa principale che viene sistematicamente ignorata e soprattutto negata.
Oggi a scuola si parla di nozioni, di capacità di apprendere tali nozioni e di malattia. Si parla di dirigente sceriffo, di scuole pollaio (perché il prestigio lo fa la quantità di alunni presenti) e di scuole-aziende (perché le scuole come sono pensate oggi puntano solo a sfornare i futuri lavoratori molto robotizzati e poco capaci di pensare autonomamente, oltre che, per tale finalità, essere gestite esattamente come fossero delle aziende). Questa è la nostra scuola oggi. Un progetto sterile, razionale e finalizzato a creare piccoli giovani burattini.
Un processo questo cominciato quando nelle aule si è pensato bene di escludere, annullare, cancellare dalla vita scolastica la pedagogia. Debolmente riammessa quest’anno, debolmente concessa dalla politica — quasi a farne un contentino per noi professionisti con l’ultima finanziaria del dicembre 2017—. E tutto ciò perché è fondamentale che non entri in classe questa meravigliosa, utile, esclusiva e importantissima disciplina. Sempre ovviamente per chi conosce la pedagogia.
La generazione di nuovi genitori devastata dalle difficoltà di vita o troppo incentrata su se stessa, privi conseguentemente di ogni azione educativa a causa dell'aver avuto insegnanti a loro volta privi di ogni formazione pedagogica, porta alla conseguenza che oggi è sotto gli occhi di tutti: il discredito della classe insegnante!
E difatti si parla di come siano bullizzati gli insegnanti, quindi di come l’adulto (cresciuto nella più totale razionalità, incultura e ineducazione) attui tale comportamento con altri adulti. E cosa pensate che porti questo comportamento dell’adulto se non a figli con lo stesso comportamento? E quindi a nuove generazioni sempre più soggette ad atteggiamenti violenti?
Sotto processo non dovrebbero esserci i genitori, né tantomeno i bambini o adolescenti, né probabilmente gli insegnanti. Vogliamo andare veramente alla fonte del problema? Vogliamo evitare di prenderci in giro e di scaricarci la colpa l’un l’altro tra genitori, insegnanti, bambini, adolescenti, per far sì che nulla cambi e che si crei tra loro ancora più odio, distanza e prevaricazione? Vogliamo avere il coraggio di guardare le cose come stanno, andare alla base del problema per poterlo risolvere?
Se lo vogliamo fare, il vero problema è la classe politica assolutamente inadeguata. Una classe politica che negli ultimi 30 anni ha contribuito enormemente ad arrivare a questa situazione, e difficilmente mi sembra che quella nuova abbia voglia di modificarne l’impianto.
Questa classe politica dovrebbe fare — come la stampa del resto dovrebbe parlare —, approfondendo alcuni argomenti, non ignorandoli o peggio ancora annullandoli. Altrimenti si finisce con il fare lo scarica barile da una categoria sociale all’altra, da un governo all’altro, puntando su ciò che fa più comodo e che è di più facile soluzione: il business a vari livelli e per diverse realtà, tutte legate al mondo della scuola.
Cos’è che fa e che ha fatto l’evoluzione della nostra specie se non la cultura o la scienza in tutte le sue forme? Come pretendiamo di crescere persone civili se non permettiamo loro di crescere nella cultura della civiltà? E come si cresce in un contesto civile se non con una corretta, adeguata e capace educazione, che solo la scienza dell’educazione innalza, che solo la scienza pedagogica nello studio e nella ricerca approfondita della disciplina porta a conseguenti risultati?
Ma no, la politica preferisce chiudere gli occhi, parlare di persone aggressive, come se l’aggressività fosse innata nell’essere umano… Come se non fosse possibile “crescere” il bambino senza una ragione fredda, asettica e comportamentista che permette solo certi risultati tipici di una mente fredda, senza pensiero umano*…
Certo l'aggressività innata è stato un pensiero profondo di Sigmun Freud (ma anche di tanti altri autori oggi ancora viventi) e di conseguenza lo è per molti “ignoranti di ritorno” come i politici di ieri e di oggi — che dopo Freud non si sono accorti di una ricerca psichiatrica enorme; che non si sono accorti di una ricerca pedagogica altrettanto enorme dopo la Montessori —, considerando così "l'aggressività innata" ancora l'apice del problema. Dopo Freud e la Montessori, il vuoto.
Pedagogisti del calibro di Piero Bartolini e Tina Tomasi (solo per citare due italiani recenti), psichiatri come Massimo Fagioli o psicologi come Jesper Juul, sono completamente assenti dai corsi accademici per la formazione dei docenti. No scusate, ho detto una fesseria. È la pedagogia in generale totalmente assente dai corsi accademici per i docenti di ogni fascia d’età o al limite viene insegnata come se fosse una disciplina di serie B. La pedagogista poi, che avrebbe il diritto per eccellenza di risiedere nelle scuole, non solo non c’è (c’è lo psicologo, sig!), ma il 90% della popolazione (docente e non) non sa neppure chi sia o cosa faccia il pedagogista. E solo questo dice tutto.
Pedagogisti del calibro di Piero Bartolini e Tina Tomasi (solo per citare due italiani recenti), psichiatri come Massimo Fagioli o psicologi come Jesper Juul, sono completamente assenti dai corsi accademici per la formazione dei docenti. No scusate, ho detto una fesseria. È la pedagogia in generale totalmente assente dai corsi accademici per i docenti di ogni fascia d’età o al limite viene insegnata come se fosse una disciplina di serie B. La pedagogista poi, che avrebbe il diritto per eccellenza di risiedere nelle scuole, non solo non c’è (c’è lo psicologo, sig!), ma il 90% della popolazione (docente e non) non sa neppure chi sia o cosa faccia il pedagogista. E solo questo dice tutto.
Come si può pretendere di avere adulti (genitori) che sappiano insegnare la tolleranza, il rispetto, il valore per la libertà e il pensiero altrui, il valore per la vita nostra e degli altri, l’uguaglianza nella differenza di genere, la non violenza, l’affettività e il sentire umano (cardini quest’ultimi di una moderna pedagogia) se nessuno mai, uomo o donna acculturati nella disciplina della formazione, glielo ha insegnato o lo ha in qualche modo studiato?
Dr.ssa Tiziana Cristofari
©Tutti i diritti riservati
* M. Fagioli, Istinto di morte e conoscenza.
Il libro è reperibile
Un titolo e un contenuto sicuramente contro tendenza, dato che libri e manuali sull’argomento parlano solo di come riconoscere i disturbi dell'apprendimento e quali sono gli strumenti dispensativi e/o compensativi per sostenere una realtà che, secondo la maggioranza della comunità scientifica, non ha soluzione in quanto i disturbi sarebbero causati da fattori genetici o neurobiologici.
Nel mio libro affronto scientificamente tutti questi argomenti e li smonto uno per uno dimostrando come sia improbabile quanto viene affermato. Ma soprattutto spiegando perché la comunità scientifica non ha ancora compreso o voluto comprendere, che questi “disturbi” mettono radici lì dove la scuola e la famiglia crescono figli e studenti senza una pedagogia adeguata.
Descrizione del libro
È intelligentissimo, ma il maestro mi dice che non ascolta. Legge stentatamente e la maestra mi ha detto che potrebbe essere dislessica. Non ricorda le tabelline e mi hanno detto che potrebbe essere discalculico. Mi hanno consigliato il logopedista. Mi hanno detto che dovrei portare mia figlia a fare una visita dalla neuropsichiatra infantile. Poi ho letto un suo articolo... Poi cercando su internet il significato di queste parole mi sono imbattuta nel suo sito…
È con le stesse parole che un papà arriva da una pedagogista che ha trovato la soluzione ai disturbi specifici dell’apprendimento. Inizialmente scettico, ma speranzoso — perché sua figlia, presunta dislessica, ha difficoltà relazionali con lui e un calo del rendimento scolastico —, s’imbatte in un’avventura scientifica, realistica e umana senza precedenti. Andrà alla scoperta del pensiero di medici e pedagogisti di fama mondiale che gli spiegheranno perché quello che comunemente si racconta sui disturbi dell’apprendimento non è realistico, trovandosi così involontariamente alla ricerca di una conoscenza genetica, neurobiologica, psicologica e soprattutto pedagogica di cui era profondamente allo scuro come del resto buona parte della comunità scientifica ed educativa.
Riuscirà in questo modo a capire come nascono, come si prevengono e come si superano i disturbi dell’apprendimento. Ma soprattutto imparerà come è possibile evitarli con l’applicazione di una scienza che nel tempo è stata annullata dalla politica e negata nella formazione dei nuovi docenti: la scienza pedagogica.
Oggi il 25% dei bambini di una classe viene diagnosticato con un disturbo dell’apprendimento. Dicono che il problema è genetico o neurobiologico e per questo non si può far nulla se non dispensare e/o compensare. E se così non fosse?
La dottoressa Tiziana Cristofari pedagogista e docente, con l’aiuto tratto da teorie e prassi di eminenti e riconosciuti studiosi in pedagogia, psicologia e psichiatria — tra i quali Giovanni Genovesi, Shinichi Suzuki, Howard Gardner, Lev Semënovič Vygotskij, Massimo Fagioli —, ha dimostrato come sia ampiamente improbabile che i disturbi specifici dell’apprendimento abbiano origine genetica o neurobiologica e come invece siano il frutto dell’assenza totale di pedagogia scolastica e familiare.
Codice ISBN: 9791220015424