mercoledì 7 agosto 2019

Come ti manipolo la mente di un bambino


Come ti manipolo la mente di un bambino… tutti i giorni e in moltissimi contesti!

Siamo tutti diversi. Abbiamo sensibilità diverse in base al nostro vissuto, alla nostra educazione, alla nostra personale soggettività. Allora di ciò che guardiamo in televisione abbiamo percezioni e reazioni diverse a seconda del fatto di cronaca o di politica o di economia.
Io personalmente mi sono ritrovata a soffermarmi più volte sui fatti di Bibbiano perché mi colpiscono come donna e come professionista. Allora leggo i giornali, vedo i Tg, ascolto le interviste che possano chiarirmi come sia possibile tanta violenza, indifferenza e anaffettività nei confronti dei bambini. Ma la cosa che più mi colpisce è l’anaffettività verso quei bambini e le loro famiglie per l’utilizzo indiscriminato e opportunistico che se ne fa da parte di ogni schieramento politico che interviene in proposito: non riesco a trovare parole in nessun politico, sia di destra che di sinistra, che non abbiano interesse propagandistico o accusatorio per l’altro schieramento, come se il problema si chiamasse PD o Movimento 5 Stelle o Lega, anziché con i nomi e i cognomi di chi ha commesso il fatto. 

Poi mi dico, ok è un fatto di cronaca che i politici come sempre cavalcano per i loro scopi, fino al prossimo fatto di cronaca; ma a guardar bene ciò che accade ogni giorno, di violenza e indifferenza nei confronti dei bambini ce ne sta tantissima e non sono oggetto di fatti di cronaca. 
Personalmente e per il tipo di lavoro che svolgo, mi ritrovo spesso, molto spesso purtroppo, ad avere a che fare con persone, le cui parole o atti, mi fanno accapponare la pelle, eppure non sono oggetto di cronaca televisiva. Questo perché un po’ ci siamo abituati, direi in maniera orrenda ci siamo assuefatti; un po’ perché non c’è coscienza di ciò che accade, perché per quanto se ne dica, siamo un popolo abbastanza ignorante — così vuole la politica e così accade —; un po’ perché c’è tanta poca voglia di lavorare, c’è tanta poca voglia di far bene, c’è tanto menefreghismo e tanta indifferenza verso gli altri. 

Purtroppo è un dato di fatto. Sfido chiunque a contestare ciò che dico: tutti noi facciamo giornalmente esperienza di qualche lavoratore (dal barista, al farmacista, all’avvocato, all’ingegnere, al medico, all’insegnante, al carpentiere, al negoziante ecc.) che in qualche modo cercano di truffarci, sbagliano a fare il loro lavoro, lo fanno male, lo fanno svogliatamente, in modo strafottente, evadendo il fisco in modo ora subdolo come non mai. (Avete visto quale è la nuova tecnica? Ti chiedono se va bene per te la fattura elettronica. La prima volta che me l’hanno chiesto ho risposto ingenuamente “mi sembra obbligatoria, perché mi chiede se dovrebbe andarmi bene”, poi ho capito che si aspettava dicessi “non si preoccupi, non ne ho bisogno”; o chi dimentica di fartela, la fattura, e lo devi sollecitare per e-mail più volte). Lo trovo scandaloso, ma di fatto non scandalizza più nessuno perché è all’ordine del giorno e non diventerà mai un fatto di cronaca.

Forse tutto questo vi sembrerà banale, ma non lo è perché ci parla di chi abbiamo davanti. La persona che truffa, lo fa perché è stato “educato” a questo, ovvero al non rispetto del prossimo; il barista scortese si meriterebbe che nessuno facesse più la colazione al suo bar; l’idraulico che non rilascia la fattura, meriterebbe di essere denunciato, ma il più delle volte non si fa; e così via. Però tutto questo non fa più scalpore, è la normalità o la norma se preferite, purtroppo. 
Cos’è che fa scalpore allora quando qualcuno per “soldi” (ovvero quasi per normalità) porta via i figli ai suoi genitori per darli ad altri? Forse il fatto che ci sia qualcosa di più di un oggetto materiale come il denaro; forse perché si tocca qualcosa che, comprare e vendere, troviamo inaccettabile culturalmente, ovvero l’essere umano; forse perché quel qualcosa ci appartiene a tutti: siamo stati tutti figli, siamo quasi tutti genitori, abbiamo avuto tutti o quasi, un padre e una madre. Tutti ne conosciamo il senso umano, il dolore umano per la perdita di uno o dell’altro, per la sofferenza di uno o dell’altro o di entrambi, tutti lo abbiamo provato sulla nostra pelle almeno una volta nella vita. Ma vi dirò di più. In realtà noi sappiamo più di quanto vogliamo far credere, e tacciamo: l’assistente sociale che fanno rientrare in servizio perché confessa, è indice di quel “conoscere qualcosa” che però non scandalizza più e permette che lei, nonostante la gravità del suo atto, riprenda il sevizio come se nulla fosse. 

Vedere e negare che sia mai successo, mi ricorda qualcosa, a voi no? Forse è troppo togliere il lavoro a chi ha commesso atti gravissimi sui bambini? A chi ha visto, accettato una situazione e si è resa complice? Però complice, a mio avviso, è anche chi le permette ancora di stare in servizio. Abituatevi, ci dicono. Qui in Italia non si punisce, pertanto non c’è certezza della pena. Quale credete che diventerà la vostra posizione e il vostro pensiero nel futuro se già no lo è diventato? Semplice. L’indifferenza, la negazione di ciò che accade, il chiudere gli occhi sempre di più, in modo tale che sempre di più si possa commercializzare su questi bambini, su chi è più debole e indifeso. D’altronde il commercio dei bambini è sempre esistito! E tutti lo sappiamo!
Noi abbiamo sotto i nostri occhi giornalmente violenze a cui spesso siamo impotenti o pensiamo di esserlo per non intervenire; spesso ci giriamo volutamente dall’altra (indifferenza); spesso lo accettiamo come parte del sistema, e lasciatemelo dire, questo è inaccettabile.

Tutti noi sappiamo vedere la violenza sui minori se hanno cicatrici sulla pelle, ma ignoriamo letteralmente la violenza psichica nonostante la cultura psicologica dei nostri giorni, nonostante il web, nonostante i libri, nonostante le riviste specialistiche e scandalistiche.
Allora quando ci sbattono in faccia certe verità ci mostriamo sorpresi, si urla allo scandalo, ci si insulta accusando uno schieramento politico piuttosto che un altro, tanto per mandare fumo negli occhi di chi ancora fa finta di scandalizzarsi, e poi tutto lentamente scema fino al prossimo scandalo sui minori. 

Certo il DDL Pillon in discussione è abominevole per quanto annulla la realtà psichica dei bambini e delle donne, ed è una riprova di quanto fino ad ora ho affermato. Tutto è sotto i nostri occhi; anzi, ci muoviamo affinché certe cose perdurino o addirittura mostruosamente si avvantaggino nell’ignoranza di chi fa certe proposte di legge senza una minima competenza e nell’ignoranza di chi le accetta come fosse la panacea di tutti i mali, solo perché così ce la sbandierano… e poi però, a certi fatti di cronaca, urliamo allo scandalo; in modo scandaloso direi! Senza la minima affettività per quei bambini o quei genitori torturati (perché è di tortura psichica che stiamo parlando), ogni volta che si prende l’argomento per farne propaganda a favore o sfavore. Mettetevi in testa che questa è violenza!

Come ti manipolo la mente di un bambino? È stato sempre fatto. Forse oggi se ne parla solo di più. E uno Stato di diritto e una Società democratica oltre che scientifica come quella di oggi, sa perfettamente come si manipola la mente di un bambino. E quella di un adulto… lo sanno gli psichiatri che hanno studiato la psiche, lo sanno quelli che arbitrariamente lo fanno per un tornaconto personale (politici), lo fanno anche tante persone comuni.
Ci sono però delle categorie di persone (giudici, medici, assistenti sociali, psicologi, insegnanti, infermieri, educatori, titolari di case famiglia ecc.) che non hanno diritto e dignità di esercitare la loro professione se attuano in qualche modo consapevole o inconsapevole la manipolazione mentale di un bambino, e pertanto è inaccettabile che possano continuare a ricoprire lo stesso ruolo esercitando la professione. Eppure, ce ne sono tantissimi a ricoprire incarichi delicati come i giudici o gli insegnanti o gli infermieri ecc. che pure lo hanno fatto, lo fanno e lo faranno senza mai salire alle cronache, essere imputati e giudicati, senza mai essere licenziati dalla loro posizione di forza rispetto al minore o alla parte lesa. E tutto questo solo perché c’è un’omertà mostruosa da parte di chi dovrebbe tutelare i minori (famiglia, scuola, contesti educativi e ricreativi, sanità ecc.), e motivo per cui io, lo dico esplicitamente, ho lasciato la scuola…

Ora vi spiego come è possibile e facile manipolare la mente di un bambino che per sua natura è particolarmente plastica e sensibile alle parole dell’adulto, e solo per questo, facilmente manipolabile.
Nella mia esperienza come pedagogista e docente ho vissuto varie situazioni scolastiche che mi hanno favorita affinché potessi farmi un’idea di come un docente si muove in classe e pertanto di come, eventualmente, possa arrivare a manipolare più teste di una stessa classe.
Mi è capitato spesso di vedere classi meravigliose, bambini armonici tra di loro, cooperativi, capaci di aiutarsi l’un l’altro. Altrettanto vero però che mi sono capitate classi spaventose dove si respirava odio tra i piccoli, rivalità, invidia e spesso cattiverie da farmi chiedere come fosse possibile che accadesse tra i bambini. 
Me lo sono chiesta perché nella mia esperienza professionale e culturale posso assicurarvi che i bambini, per natura, non sono cattivi, non sono invidiosi, non sono rancorosi. Piuttosto il contrario. So che qualcuno di voi mi dirà che non è vero, che mi potrebbe portare tanti esempi di bambini in un certo modo poco piacevoli. Eppure insisto nel dire che i bambini non hanno dentro di loro quell’atteggiamento che tutti ci auspichiamo non abbiano mai; vi spiego il perché.
Nei miei libri, in particolare in Bambini senza DSA: una realtà possibile! ho spiegato come la mente del bambino arrivi a fare o non fare certe cose, ad essere o non essere in un certo modo (cosa che ovviamente in questa sede non è possibile riproporre). Però vi voglio spiegare brevemente con la mia esperienza sul campo quale docente a scuola prima, e quale docente/pedagogista poi, come è possibile avere classi in un certo modo, piuttosto che in un altro e pertanto come è possibile manipolare abbastanza banalmente la mente di un bambino (figuriamoci come è possibile farlo se ci si mette a tavolino!).

Studi scientifici* dimostrano come un bambino nasca attratto dall’umanità dell’altro, dal suo sentire psichico e come conseguentemente risponda al pensiero dell’adulto significativo con un suo modo di essere; ovvero, se dall’adulto significativo ha una corrispondenza psichica affettiva valida, sana, calma** il bambino diventerà non violento, non cattivo, non invidioso, non agitato ecc.

Quando i bambini si trovano alle scuole primarie, periodo in cui cominciano ad avere molta autonomia fisica e psichica (ovvero di pensiero), cominciano a essere (a parole e/o con i fatti) in un certo modo. Nella stessa prima classe (ma potremmo parlare anche della seconda o della terza, parlo della prima semplicemente per comodità), possiamo trovare bambini tranquilli, irrequieti, cooperativi, asociali, competitivi, dolci, aggressivi ecc. I bambini vengono da realtà diverse, con insegnanti diverse, da genitori ovviamente diversi. Poi però succede che alcune classi, come dicevamo prima, diventano bellissime ed altre difficili. Perché? La risposta, anche se può dar fastidio, è una sola. Diventano lo specchio psichico del loro docente!

Una delle caratteristiche più belle del mio lavoro è proprio l’osservazione, che di contro, è la caratteristica più odiata dagli insegnanti. Avrete sicuramente capito perché. Da una parte l’osservazione dovrebbe servire a comprendere le dinamiche di classe e quindi la modalità pedagogica utilizzata dall’insegnante, e dall’altra a indirizzare gli insegnanti verso strade nuove per loro, che puntano a modificare le relazioni in classe che non funzionano. 
Cosa esce fuori da queste osservazioni? Tutta la manipolazione delle menti dei bambini! Certo, detto così è terribile. Ma entriamo un po’ nel dettaglio.

Ho visto docenti pazienti, assertive, collaborative, cooperative con i loro studenti. Le ho viste parlare moltissimo con loro, non dire mai “lo facciamo dopo o chiedimelo dopo”; le ho viste interrompere la lezione e dare la parola a una discussione; le ho viste ripetere decine di volte lo stesso argomento; le ho viste dire ai genitori che i propri figli sono stati bravissimi anche se proprio quel giorno c’era stato un vero putiferio; le ho viste diventare complici dei bambini; le ho viste asciugare le lacrime e far partecipe tutta la classe del dolore di quel loro compagno; le ho viste chiedere ai compagni di riappacificarsi, di trovare compromessi, di trovare giustificazioni a pensieri e modi di fare diversi, a modi di essere diversi, alla loro profonda e unica diversità; le ho viste accettare e ammettere di aver sbagliato e chiedere scusa ai bambini. 
Queste insegnanti avevano classi meravigliose. Sono state fortunate le insegnanti ad avere quei bambini?

Ho visto di contro insegnanti dire agli alunni di fare la spia, facendoli mettere l’uno contro l’altro per qualunque cosa: una parola fuori posto, un lavoro fatto male, una merenda non mangiata, una cestinata, una parolaccia detta; le ho sentite urlare perché qualcuno si alzava per andare a temperare una matita; le ho sentite dire “questo me lo chiedi dopo, ora sto spiegando”; le ho sentite insultare i bambini con affermazioni “allora sei stupido! Non sei in grado di fare nulla! Non imparerai mai niente!”; le ho sentite rimproverare i bambini per tutto: un dito in un naso, uno sguardo fuori dalla finestra, la penna presa ad un compagno; un disegno colorato con un unico colore; ma soprattutto umiliare e denigrare i bambini davanti a tutta la classe, che sghignazzava compiaciuta, o impaurita ringraziava di non essere colui che veniva rimproverato. 
Queste docenti avevano classi terribili: bambini nevrotici, agitati, pettegoli, spioni, che rendevano molto meno di quello che avrebbero potuto. 

Se pensate che ciò che vi sto dicendo sia solo fantasia fate parte di quella schiera di persone che non si accorgeranno mai della violenza psicologica che vi sta intorno.

La motivazione scatenante per cui ho lasciato la scuola (un liceo classico) è stata l’accusa che mi rivolgeva il dirigente scolastico di accettare inopportunamente nella mia classe uno studente che non doveva seguire la mia materia, con l’intimidazione a mandarlo via, farlo uscire dall’aula e rimandarlo nella sua. Senza però minimamente chiedersi perché venisse da me durante l'ora di un'altra docente.
Ora, parliamo di adolescenti, parliamo di un’età fragilissima in cui tutto può succedere. Alcuni colleghi mi dissero in modo indegno che non ero un’assistente sociale e pertanto avrei dovuto mandare via quello studente dalla mia classe. Io penso invece che la mia professione richieda dignità e che la stessa si può avere solo se colui o colei che viene ad imparare qualcosa da te ha poi voglia e piacere di tornare ad ascoltarti. Diversamente non si ha dignità come insegnante perché si ha tradito la propria professione.

Quindi, concludendo. Se si è in un certo modo, i bambini e gli adolescenti reagiscono in un certo modo. E da qui una facilissima manipolazione verso una realtà positiva o una negativa. Dove, quando a scuola è positiva, vi è anche la costruzione di un pensiero libero e critico, quindi capace di vedere eventualmente la violenza altrui. Quando invece la manipolazione a scuola è verso una situazione negativa e sotto gli occhi di tutti coloro che rimangono indifferenti, allora nei bambini, che poi saranno i futuri adulti, non si svilupperà mai un senso critico alla violenza psichica, ma solo indifferenza, menefreghismo e malessere, di cui poi, alla prima occasione, rimarremo ebetamente stupiti.
Sta ad ognuno di voi capire e fare cosa è meglio per i nostri bambini e quelli degli altri, affinché la loro mente risponda all’essere umano in un certo modo.
Sta a ognuno di voi vedere la violenza che si nasconde intorno ai vostri figli o studenti, e contrastarla o accettarla girandovi dall’altra parte. Ma non meravigliatevi più se fatti di cronaca raccontano finalmente — perché qualcuno ha avuto il coraggio di vedere e denunciare —  cosa accade ogni giorno intorno a noi.


Dr.ssa Tiziana Cristofari             
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*Massimo Fagioli, Istinto di morte e conoscenza, L’asino d’oro edizioni
**Tiziana Cristofari, Bambini senza DSA: una realtà possibile! Figli Meravigliosi