giovedì 27 novembre 2014

Ecco perché a Natale le istituzioni scolastiche opprimono famiglie e studenti

Ecco perché a Natale le istituzioni scolastiche opprimono famiglie e studenti

Eccoci anche quest’anno al dilemma: compiti sì o compiti no per le vacanze di Natale?
Facciamo delle riflessioni.
Pensando alla scuola spesso ci si dimentica che gioca un ruolo importante anche la famiglia. Siamo concentrati su gli studenti, sulla loro preparazione, sul loro comportamento, sulle difficoltà o meno che incontrano negli studi, sulle attività sportive che devono o possono fare anche a scuola, ma ci si dimentica dei loro genitori, di quanta fatica fanno nel seguire i figli nei loro tempi, nelle attività, nelle necessità culturali e soprattutto, non dimentichiamolo, nei compiti di scuola!!!
E sì, perché quando lo studente, soprattutto se piccolo, torna a casa, il più delle volte si aspetta che qualcuno della famiglia lo aiuti a fare i compiti. Ma non è solo lui a chiederlo, il più delle volte sono gli insegnanti a pretendere dalle famiglie di seguirli nei compiti; ma molte altre volte sono i genitori stessi che “pensano” che il loro figlio o figlia abbia bisogno dell'aiuto e restano lì, attaccati allo studente che si sente soffocare dagli adulti che dicono: “fai così, fai colà, scrivi bene, non andare di fretta, sii sveglio, ripeti la lezione, studia le tabelline, dimmi il presente del verbo essere”, ecc. ecc. ecc. Che noia!!!
Ma questa scuola deve essere proprio così opprimente?
E poi, questa scuola, è una fucina per far lavorare i genitori?
Ricominciamo d’accapo. Ad ognuno il suo compito. Quando gli studenti tornano a casa da scuola, se hanno da studiare, studiano possibilmente da soli, perché se hanno compiuto sei anni, hanno l’età sufficiente per imparare a studiare da soli; e poi non dimenticate, cari genitori, che a scuola, quando l’insegnante li fa esercitare (si spera!) l'esercitazione la fanno soli. Quindi perché a casa non dovrebbero poterlo fare? Gli insegnanti a loro volta devono lavorare con gli studenti il più possibile in classe, senza dover chiedere aiuto ai genitori. I genitori devono rispettare tempi e libertà dei propri figli nel fare i compiti, lasciandoli che si autogestiscano imparando a diventare autonomi e responsabili. Troppo spesso invece vedo mamme e papà che non vogliono far crescere i propri figli e li trattano come se fossero dei poveri incapaci, imboccandoli ahimè, fino all’adolescenza. Genitori ascoltatemi! Basta! fare i compiti ai vostri figli! Gli fate solo del male, rallentando il loro sviluppo cognitivo e comportamentale. La scuola propone compiti e programmi idonei per l’età del bambino, quindi non c’è necessità di un aiuto da parte vostra! Sappiate resistere alle tentazioni e abbiate più fiducia nelle capacità del vostro bambino o bambina, così facendo vi muoverete anche nella direzione della costruzione della sua autostima.
Ora arriva il bello! 
Ma questi compiti per le vacanze di Natale, si devono dare, oppure no? 
È già da molto tempo che si discute se dare o meno i compiti per le vacanze. Persone eminenti come la ex ministra dell’istruzione Carrozza, nonché docente, suggerì di evitare i compiti per le vacanze, ma sistematicamente maestri e professori li assegnano. Perché?
La giustificazione è quella di tenere allenata la mente. Sarà poi vero? Tutti gli studenti che i compiti non li fanno dovrebbero avere un calo nelle prestazioni, mentre quelli che li fanno no: sarà vero?
Sicuramente è vero che se si hanno delle carenze, un periodo di riposo dalla scuola potrebbe permettere di sanarle; ma è pur vero che la mente di uno studente, consapevole di “essere in vacanza”, per naturale atteggiamento rifiuta di impegnarsi di più nel recupero di una materia, e pertanto il rendimento risulta scarso se non nullo.
Quindi da una parte c’è una necessità oggettiva dello studente: “la vacanza c’è perché io mi possa riposare”. Dall’altra c’è una necessità oggettiva dell’insegnante: “quando riprenderà la scuola farà meno fatica a seguirmi”. Ma allora? 
E chi non ha nulla da recuperare?
Proviamo a guardare non la necessità di fare o di raggiungere delle competenze (matematiche, grammaticali ecc.) in tempi ferrei, ma limitiamoci a guardare una formazione personale dello studente che va oltre queste competenze (che prima o poi si acquisiscono), e che non sono il fondamento della vita umana e affettiva dei piccoli e dei giovani adolescenti.
Se ciò che ci interessa è la formazione globale dell’essere umano, nella sua interezza, nella sua capacità di maturare nel modo più idoneo e sano possibile, dobbiamo tenere conto delle sue specificità e delle sue esigenze. Cosa significa? Che ogni studente deve avere un tempo per studiare (lavorare) e un tempo per riposare. Il fatto che esistano le vacanze, ha radici profonde e oramai radicate nel tempo. Quando un lavoratore va in vacanza, non gli chiediamo certo di assolvere a qualche “compito” lavorativo! Perché allora dobbiamo trattare gli studenti (che sono dei lavoratori), diversamente dagli altri? Perché dobbiamo trattare i bambini peggio di come tratteremmo gli adulti?
Perché non lasciare che le famiglie si organizzino per stare insieme e fare altro, rispetto ai compiti che devono già fare durante tutto l’anno? 
Le feste di Natale, come quelle estive, sono fatte perché il corpo, ma soprattutto la mente, possa rigenerarsi “staccando” da un impegno fisso e costante. 
Abbiamo fatto dei nostri scolari un popolo di piccoli robottini che tutto fanno e tutto possono, senza sentire mai stanchezza o voglia di non far nulla. Il gioco per i più piccoli, la chiacchierata tra adolescenti, la passeggiata con mamma e papà, non potranno mai essere sostituiti dallo studio. Anzi, queste attività sociali devono essere presenti e incoraggiate nella vita dei nostri studenti. La comunicazione continua tra i pari e gli adulti deve essere stimolata soprattutto durante le festività. Una comunicazione questa, che si riduce quasi a zero durante il periodo scolastico e che invece deve essere coltivata durante le giornate di riposo.
E come si fa a coltivarla? Si deve essere più presenti giocando personalmente con i propri figli, creando più spazi di interazione sociale (una passeggiata, cucinare con mamma e papà o partecipare alle attività domestiche, fare una visita al museo, andare in biblioteca insieme, fare colazione comodamente seduti tutti insieme e senza televisore. E per gli studenti più grandi perché non pensare a occupare le giornate facendo anche del volontariato?). Lo so che è difficile per i genitori, che c’è bisogno d’impegno, interesse per i propri figli, che rinunciare a noi e alle nostre necessità, costa. Ma i nostri figli non ci hanno chiesto di venire al mondo, lo abbiamo deciso noi e per questo è giusto che adesso assolviamo ai nostri doveri di buoni, corretti e giusti genitori.
Io non sono d’accordo con i compiti a casa! I compiti a casa servono a poco e sono a mio avviso un altro modo degli insegnanti di scaricare ai genitori un lavoro che non si è riusciti a fare durante l’anno. Basta pensare alla Danimarca che è tra gli Stati dove i propri studenti (più di tutti gli altri), hanno un rendimento scolastico eccellente: e pensare che hanno ridotto i compiti delle vacanze, a un massimo di mezz’ora al giorno. Io sostengo inoltre, che anche quella mezz’ora non serve a nulla: gli studenti non hanno nemmeno il tempo di concentrarsi che devono interrompere.
Durante le ore di scuola si può fare invece tantissimo. Si può studiare a scuola e non avere mai bisogno di farlo a casa, ma costa impegno ai docenti: è molto più facile fare una spiegazione veloce e poi perdere tempo interrogando (pratica oramai arcaica), anziché studiare tutti insieme! Ma io vi assicuro che si può fare, perché io lo faccio. Si deve fare! Perché la relazione umana non può mancare anche in quei pochi giorni di riposo che il calendario scolastico ha destinato ai nostri studenti.
Piuttosto, se proprio devono fare i compiti, facciamogli fare cose interessanti, ricerche che li possano entusiasmare su argomenti che piacciono a loro; facciamoli lavorare con la fantasia inventando dei racconti (moltissimi bambini non sanno fantasticare e questo comporta anche una difficoltà nella comprensione del testo e nella relazione scritta); facciamoli appassionare alla lettura permettendogli di leggere fumetti e tutto ciò che piace a loro e che non siano testi di scuola; portiamoli nelle biblioteche e lasciamo che con tranquillità osservino e consultino tutto ciò che gli piace e che si appassionino lentamente alla lettura, unica vera fonte di successo nella scuola e nella vita.
Ma nel frattempo, prima che la popolazione “insegnanti” si accorga di quanto poco servano i compiti a casa, rendete il più possibile semplice lo studio ai vostri figli! No oppressioni di alcun genere, no rimproveri, no ricatti del tipo se non studi non andiamo, non facciamo, non giochiamo ecc.

Per darvi una mano in questo compito arduo e impegnativo per lo studio dei vostri figli, ho immaginato di portare un po’ nelle vostre case un’insegnante che abbia la voglia e la costanza di ripetere all’infinito la lezione di STORIA a vostro figlio o a vostra figlia.
In questo modo nasce l'idea de La maestra a casa, un programma video che sostituisce la maestra o il maestro di tu@ figli@ nella spiegazione della Storia dell’Uomo dalla comprensione dello scorrere del tempo, del passato, delle settimane, dei mesi, delle stagioni e dell'orologio (classe seconda); alla nascita della Terra e dei primi esseri viventi come i dinosauri (classe terza), per passare alla conoscenza delle prime civiltà come gli Egizi (classe quarta); fino alla caduta dell’Impero Romano d'Occidente (classe quinta primaria). 
Ma non solo. I DVD de La maestra a casa, l@ aiuterà nella spiegazione, perché ascoltando più volte il racconto della stessa lezione, si fa un vero e proprio studio senza fatica, coinvolgente, pratico (perché fatto in qualunque momento) e veloce.
Aiuterà pertanto lo studente e/o la studentessa a rendersi autonom@ nello studio della storia. Ne sarà coinvolt@ con centinaia di immagini che visivamente l@ interesseranno e stimoleranno durante la spiegazione; l@ aiuteranno se ha difficoltà di concentrazione (ADHD) o difficoltà nella lettura (DSA); l@ aiuteranno se è rimasto assente da casa e non ha potuto ascoltare la spiegazione a scuola; inoltre, sarà più piacevole ripassare prima di un’interrogazione. 
Perché una scuola che piace è possibile e deve essere un obiettivo di ogni insegnante poterla realizzare!

Dr. Tiziana Cristofari
©Tutti i diritti riservati


Cercasi docente. Per saperne di più clicca qui

Ha aperto a Roma la SCUOLA PER L'INFANZIA
 dell'ASSOCIAZIONE DI.SCO., con la pedagogista e docente Dr.ssa Tiziana Cristofari. Per saperne di più clicca qui

Per tutti i Bambini con DSA o meno, che vogliono un'alternativa allo studio della storia nelle scuole primarie, c'è

La maestra a casa 

DVD sulla storia dell'uomo dalla nascita del mondo alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. 
Tutto il programma di STORIA della scuola primaria raccontato dalla maestra Tiziana con migliaia di immagini.
Per saperne di più su i DVD clicca qui