mercoledì 7 maggio 2014

Scoprire l’immenso umano che c’è nell’altro.

Seconda parte.
Avete mai vissuto un’avventura dove l’ingrediente principale fosse la paura, la sfida, il pericolo, la rabbia, la frustrazione, la solitudine, la serenità, la forza, la scomodità, la sofferenza fisica e psichica, il freddo, la fame, la voglia di esserci, ma anche quella di andar via, la gratitudine e la solidarietà, la cooperatività e la tolleranza?
Avete mai vissuto un’avventura dove non avreste voluto essere se non con le persone che in quel momento erano lì con voi, con quelle, proprio quelle, che a pensare ce ne fossero state altre vi sarebbero venuti i brividi?
Avete mai vissuto un’avventura innamorandovi del posto tuo rivale, inospitale, che si è fatto detestare fino alla fine ma poi ne è uscito vincente?

Avete mai vissuto un’avventura nella quale a un certo punto il dubbio più importante della vostra vita si è dipanato con grande meraviglia dei precedenti 42 anni di confusione?
Avete mai vissuto sognando un sogno infinito, credendolo solo un sogno per poi accorgervi che era lì, con voi, concreto e realizzabile, umano, molto umano e non più sogno?
Avete mai sognato di vivere un sogno che sarebbe dovuto rimanere tale e all’improvviso invece ha preso forma nelle persone che lo vivevano con te?
Avete mai conosciuto persone grandiose, che ti dimostrassero affetto, gratitudine, amicizia, comprensione, stima, che riuscissero a darti coraggio, forza?
Avete mai trovato un posto sulla Terra che fosse vicino al paradiso, che fosse vero, potente e te lo dimostrasse con le sue meraviglie della natura, con il sole e l’oscurità, con il tepore e il gelo?
Avete mai vissuto un’avventura che d’un tratto, inaspettatamente, credendolo impossibile abbia fatto realizzare un pezzo di vita affettiva con ben 22 persone, tutte insieme, nessuna esclusa, ognuna con il suo fascino e la sua potenza?
Beh, scusate, ma io ci sono riuscita! 
Ecco in questi cinque giorni passati ho vissuto il periodo della mia vita più duro fisicamente che mai avessi potuto minimamente immaginare: ho avuto grandi mal di schiena, ho patito il freddo, la stanchezza alle gambe, ho visto le vertigini impossessarsi di me, i volti dei miei compagni scambiarsi come in un incubo, ma ho vissuto l’esperienza più straordinaria di cooperazione che mai avrei potuto desiderare o sognare. Un gruppo fantastico di donne e uomini pronti a qualunque cosa, a proteggersi uno con l’altro, a condividere tutto, a comprendere tutto e tutti con calore, affetto e armonia. Un gruppo fantastico guidato da tre uomini straordinari.
Ci avevano detto che dopo tre giorni di digiuno saremmo diventati aggressivi: ho visto solo persone disposte a sostenersi, ad aiutarsi, a cedere i loro pasti e le loro comodità ad altri. Ho visto gioco di squadra, comprensione delle difficoltà altrui, sensibilità alle emozioni dell’altro, alle delusioni, alle paure. Ho visto sostegno e incoraggiamento per chi come me voleva mollare. Ho visto amiche diventare sorelle, amiche fare le madri e amici diventare fratelli, compagni di avventura, uomini galanti di fronte alle difficoltà. Ho visto lacrime di persone impensabili, lacrime di liberazione e affetto. Ho sentito chiedere scusa, tendere una mano e ricominciare dal principio.
Ho conosciuto uomini capaci, altamente capaci, professionali e sicuri di sé. Li ho visti valutare uomini e donne nelle loro possibilità e potenzialità e aiutarli a raggiungere gli obiettivi. Li ho visti sicuri, decisi, pronti a fronteggiare imprevisti climatici, infortuni, situazioni critiche di percorso. Li ho visti rassicurare, spronare, scherzare, incoraggiare, guidare con una serenità tale da pensare di avere vicino uomini speciali, unici, irripetibili.
Ho visto la vita. La bellezza della vita e dell’umano che è nell’uomo. Ho visto le persone diventare belle, sempre più belle, nonostante lo sporco che ci si appiccicava addosso.
Ho visto un gruppo di amiche e amici che forse da oggi in poi avranno molto da fare per potersi dimenticare.
Vorrei ringraziare personalmente per l’affettività e la stima che mi hanno dimostrato: Giorgio Beggiato, Giorgio Beggiato, Gabriella Bonaventura, Daniele Cammarone, Ileana Ciuca, Tiziana Danubio, Riccardo Diana, Elga Furlano, Domenico Maccallini, Davide Merigliano, Alessandro Mingarelli, Marco Mirisola, Alessandra Nadali, Davide Ogana, Simonetta Pinna, Wolfgang Prinz, Matteo Quaranta, Giuseppe Simonazzi e Rino Talò.
Vorrei ringraziare calorosamente i tre istruttori Giuseppe Scafaro, Boris Stermotic e Luca Giavotto, per l’eccellente professionalità, per aver saputo essere gentili e forti, presenti e discreti nello stesso momento, ma anche per aver saputo sostenermi ogni volta che ho messo un piede in fallo.
Vorrei ringraziarvi per avermi dato la prova concreta di quanto da tempo vorrei diventasse il cardine didattico per i miei ragazzi e questo percorso fatto insieme a voi, sono certa, ora mi aiuterà a farlo ancora di più.
Vorrei che tutti gli studenti imparassero che la scuola non è andare in guerra, arrivare prima e vedere sconfitto l’altro. La scuola è cooperazione e riuscita di una classe intera; tutta insieme che raggiunge la meta dell’anno successivo; perché ogni studente che resta indietro è come un sopravvissuto che non ce l’ha fatta.

Dr. Tiziana Cristofari



Di cosa parlano i libri di autoformazione? Cosa si fa nei corsi automotivazionali? Perché dopo che ho letto un libro e/o ho frequentato un corso non ho raggiunto il mio scopo, il mio obiettivo?  La Dr.ssa Cristofari, autrice di questo testo incredibile (che è una via di mezzo tra una biografia e un saggio altamente educativo), spiega, attraverso una narrazione semplice e concreta, attraverso un’esperienza formativa fatta con uno dei più conosciuti coaches italiani, le motivazioni per cui troppo spesso libri e corsi automotivazionali, non permettono il raggiungimento dei propri obiettivi, causando, di conseguenza, la perdita dell’autostima e della fiducia in se stessi.